L'accaduto al P.S. non c'entra con lo smantellamento del Mandic
Perché l’accaduto al Ps non può essere messo sullo stesso piano del disservizio del Mandic?
È evidente che il medico è fortemente convinto di avere il diritto di fare battute sul corpo della donna e che questa debba accettarle senza batter ciglio anzi dovrebbe esserne contenta e considerarle un complimento perché il ruolo della donna è quello di piacere.
Un complimento è dire a una donna “sei bella” e solo in certi contesti esempio se sei uscita a cena con un uomo che ti piace. In un contesto diverso e in quella circostanza dove a farlo è il medico che ti sta curando diventa un abuso di potere.
Al dottore non sfiora nemmeno il pensiero che il suo comportamento possa essere non gradito o offensivo e che possa produrre disagio perché, se un cane è un
buongustaio in quanto le ha morsicato le natiche chissà allora cosa potrebbe farle un umano.
Il Medico è doppiamente colpevole perché sfrutta il suo ruolo di superiorità in quel momento per fare tali considerazioni.
Immaginiamo se al posto di una donna di 28 anni ci fosse stata una ragazzina di 14 anni, come si sarebbe sentita, come avrebbe potuto difendersi?
Immaginiamo anche se la situazione fosse stata ribaltata, se fosse stato un medico donna a fare considerazioni sulle natiche di un paziente, l’avremmo ritenuto un complimento che il paziente avrebbe dovuto accettare in silenzio? oppure avremmo tacciato la dottoressa di qualche colpa?
Supporre che essere desiderata sia l’interesse primario delle donne rende del tutto superflua la sua volontà pertanto del tutto inutile il suo consenso. I fischi per strada, le battute dalla macchina ecc. ritenuti un tempo complimenti oggi si chiamano cat calling e classificati come molestie.
Queste situazioni non sono più accettabili ed è giusto rimarcarlo perché offensive verso le donne. Ed è sbagliato sottovalutarle perché sono la base di una cultura che può trasformarsi in sopraffazione.
Questo caso e la conseguente indignazione delle donne non può essere considerato la causa dello smantellamento dell’ospedale, il suo depauperamento è frutto di una scelta politica che è iniziata molti anni fa.
Lei direttore lo sa benissimo perché con la sua testata da sempre denuncia tale declino.
È una questione politica perché è mancata la Regione che con la politica delle lunghe liste di attesa costringe gli utenti a rivolgersi a strutture private per avere la diagnostica in tempi decenti.
È mancata l’Azienda Socio Sanitaria territoriale che con le sue scelte aziendali continua a svuotare e a chiudere i reparti del Mandic. Il personale se ne va perché
scontento e perché trova migliore trattamento economico altrove e non solo in strutture private.
Sono mancate le istituzioni ma anche i cittadini che nonostante tutto ciò non utilizzano l’unico strumento a loro disposizione per cambiare le cose, il voto.
Le donne non possono essere incolpate di quanto sta accadendo o di non essere intervenute a tempo debito, perché le battaglie per una sanità equa riguarda tutta la popolazione, tutti i cittadini e non solo una parte.
Le due questioni sono completamente diverse, sovrapporle si rischierebbe di fare, ciò che si chiama benaltrismo, cioè eludere un problema perché ce ne sono altri più gravi, ma questo non gioverebbe a nessuna causa.
Invece i due problemi vano affrontati separatamente ognuno per la propria strada.
Il comportamento deplorevole del medico va combattuto culturalmente e con azionispecifiche, l’ASST si è già attivata, la battaglia per il Mandic va portata avanti sempre e comunque da tutti.
È evidente che il medico è fortemente convinto di avere il diritto di fare battute sul corpo della donna e che questa debba accettarle senza batter ciglio anzi dovrebbe esserne contenta e considerarle un complimento perché il ruolo della donna è quello di piacere.
Un complimento è dire a una donna “sei bella” e solo in certi contesti esempio se sei uscita a cena con un uomo che ti piace. In un contesto diverso e in quella circostanza dove a farlo è il medico che ti sta curando diventa un abuso di potere.
Al dottore non sfiora nemmeno il pensiero che il suo comportamento possa essere non gradito o offensivo e che possa produrre disagio perché, se un cane è un
buongustaio in quanto le ha morsicato le natiche chissà allora cosa potrebbe farle un umano.
Il Medico è doppiamente colpevole perché sfrutta il suo ruolo di superiorità in quel momento per fare tali considerazioni.
Immaginiamo se al posto di una donna di 28 anni ci fosse stata una ragazzina di 14 anni, come si sarebbe sentita, come avrebbe potuto difendersi?
Immaginiamo anche se la situazione fosse stata ribaltata, se fosse stato un medico donna a fare considerazioni sulle natiche di un paziente, l’avremmo ritenuto un complimento che il paziente avrebbe dovuto accettare in silenzio? oppure avremmo tacciato la dottoressa di qualche colpa?
Supporre che essere desiderata sia l’interesse primario delle donne rende del tutto superflua la sua volontà pertanto del tutto inutile il suo consenso. I fischi per strada, le battute dalla macchina ecc. ritenuti un tempo complimenti oggi si chiamano cat calling e classificati come molestie.
Queste situazioni non sono più accettabili ed è giusto rimarcarlo perché offensive verso le donne. Ed è sbagliato sottovalutarle perché sono la base di una cultura che può trasformarsi in sopraffazione.
Questo caso e la conseguente indignazione delle donne non può essere considerato la causa dello smantellamento dell’ospedale, il suo depauperamento è frutto di una scelta politica che è iniziata molti anni fa.
Lei direttore lo sa benissimo perché con la sua testata da sempre denuncia tale declino.
È una questione politica perché è mancata la Regione che con la politica delle lunghe liste di attesa costringe gli utenti a rivolgersi a strutture private per avere la diagnostica in tempi decenti.
È mancata l’Azienda Socio Sanitaria territoriale che con le sue scelte aziendali continua a svuotare e a chiudere i reparti del Mandic. Il personale se ne va perché
scontento e perché trova migliore trattamento economico altrove e non solo in strutture private.
Sono mancate le istituzioni ma anche i cittadini che nonostante tutto ciò non utilizzano l’unico strumento a loro disposizione per cambiare le cose, il voto.
Le donne non possono essere incolpate di quanto sta accadendo o di non essere intervenute a tempo debito, perché le battaglie per una sanità equa riguarda tutta la popolazione, tutti i cittadini e non solo una parte.
Le due questioni sono completamente diverse, sovrapporle si rischierebbe di fare, ciò che si chiama benaltrismo, cioè eludere un problema perché ce ne sono altri più gravi, ma questo non gioverebbe a nessuna causa.
Invece i due problemi vano affrontati separatamente ognuno per la propria strada.
Il comportamento deplorevole del medico va combattuto culturalmente e con azionispecifiche, l’ASST si è già attivata, la battaglia per il Mandic va portata avanti sempre e comunque da tutti.
Patrizia Riva