Cicognola: madre e figlio muoiono a distanza di quattro giorni. Lutto in frazione per Laura Ghezzi, 79 anni,e Sergio Bonanomi, 52

Un legame fortissimo, durato una vita intera, quella di Sergio, morto a 52 anni lo scorso venerdì 28 luglio. Da lui la sua mamma non si era mai staccata e così è stato anche dopo la sua scomparsa. Nella serata di lunedì 1 agosto Laura si è spenta a 79 anni, raggiungendo così l'amato figlio che mai aveva lasciato solo. Per lui viveva, e con lui ha deciso di terminare la sua esistenza terrena. 
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Sergio con mamma Laura

Perchè chi li conosceva bene è convinto che la donna si sia fatta forza per contrastare la malattia che da anni la attanagliava e accompagnare il figlio sino negli ultimi giorni. Poi, chiusa la sua ragione di vita, si pensa che si sia in qualche modo abbandonata al destino di una esistenza che era sempre stata difficile e in salita, ma che lei aveva affrontato con tenacia e forza.

Laura Ghezzi avrebbe compiuto ottant'anni il prossimo settembre. Mercoledì alle ore 9.30 si svolgerà il suo funerale. Sabato mattina, la stessa chiesa, aveva accolto il feretro del figlio Sergio Bonanomi, classe 1970, morto quattro giorni prima. 

Residenti da sempre a Cicognola, in una corte di via Annunciata. Madre e figlio erano molto conosciuti in frazione. 

La donna era solita spostarsi in sella alla sua bicicletta, raggiungendo anche i comuni vicino. Sergio aveva lavorato inizialmente presso l'azienda “La sbianca” e poi in una di Villa d'Adda. Lo si vedeva in giro a piedi che raggiungeva gli amici del bar di Pagnano.
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Erano in tanti a dargli l'ultimo saluto sabato perchè pur nella sua riservatezza e semplicità, era un “personaggio” che girava a piedi e che aveva percorso chilometri e chilometri nella sua amata frazione che mai aveva lasciato. Un “ritratto” glielo ha regalato un amico durante il funerale, con un saluto affettuoso e sincero. 
Sono passate da poco le 10.30 e, minuto più, minuto meno, per alcuni dei presenti sarebbe probabile consuetudine l’ora del caffè di mezza mattinata da Jack. Qualcuno raggiunge il bar con quattro ruote e qualcun altro lo ha fatto per molto tempo sotto il sole o la pioggia, in estate e in inverno, dopo una lunga camminata, ma sempre con i cosiddetti mezzi ecologicamente sostenibili: a piedi!

Quest’oggi siamo convenuti qui, circa lo stesso orario, solo qualche metro più avanti, dove non ci sono tavolini e seggiole più o meno confortevoli, ma la mensa dell’altare e le panche… che non sono l’unica cosa in legno visibile ai nostri occhi.

Quei piedi, che tante volte hanno solcato l’asfalto delle nostre strade, da qualche giorno sbucavano teneramente nudi da sotto la coperta del lettino, così immobili che pareva non potessero o dovessero resistere dallo stare fermi per un tempo prolungato.

Così, terminato un pit-stop per quanto breve, ma un po’ forzato ai box del pellegrinaggio terreno, hanno ripreso energia diversamente, forse troppo rapidamente, per compiere il grande salto sui pascoli erbosi, dove il ristoro ti sarà ora assicurato non da una tazzina, ma dall’ebbrezza di un generoso calice ricolmo di tutto ciò che soddisferà la tua sete per sempre, per quanto con il cuore ancora trattenuto in corsa su Via Annunciata a Cicognola.
S.V.
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