Osnago: in Aula scontro duro con minaccia di espulsione
A partire dalla discussione sulle interpellanze, proseguendo in maniera trasversale nel corso del resto del Consiglio comunale di martedì 25 luglio, si è alzata nuovamente la richiesta della minoranza di istituire il question time. A dare il là è stata la premessa del sindaco Paolo Brivio, che ha invitato la minoranza a depositare le interpellanze prima che venga stilata e pubblicata la convocazione. Altrimenti gli Uffici sono costretti a ristampare gli avvisi con l’ordine del giorno aggiornato e ad affiggere le locandine sulle bacheche pubbliche una seconda volta.
Un suggerimento rispedito al mittente dal consigliere Vittorio Bonanomi: “Penso che le interpellanze e le interrogazioni siano l’espressione massima in un Consiglio comunale della democrazia in cui viviamo. Non vedo perché si venga a dire qui in Consiglio che ci sono difficoltà di sovraccarico. Se lei avesse messo il question time ci sarebbero voluti 5 minuti. Per due domande si poteva benissimo rispondere senza scomodare gli uffici”. Senza arretrare di un passo, Bonanomi ha assicurato: “Nel rispetto del Regolamento, proseguiremo su questa strada”.
Piccata la replica del sindaco: “Come dimostrano i fatti, stiamo rispondendo alle vostre interpellanze. O lei si dissocia dalla realtà o riconosce che do risposta al suo rivendicato diritto ad esercitare un’azione democratica che ho sempre riconosciuto e ammesso”. Paolo Brivio ha proseguito: “Siccome i capigruppo sono stati informati di questo Consiglio l’11 luglio, bastava che presentaste queste domande un giorno prima, non per consentire a noi di rispondere, perché avremmo risposto lo stesso, ma per consentire agli Uffici di non buttare via tempo”.
Interpellanze chiuse. Ma non le rivendicazioni sul question time. Ci ha pensato per prima la consigliera Emanuela Corneo, che su una rettifica di una precedente delibera sulla determinazione dell’addizionale Irpef ha commentato provocatoriamente: “Anche questo è un aggravio di lavoro per gli Uffici”.
Il sindaco ha tentato di concludere definitivamente la questione: “Chi lavora sbaglia. Gli Uffici stessi hanno individuato l’errore e in pochi secondi lo superiamo”. È andato alla carica Vittorio Bonanomi: “Per voi ci vogliono pochi secondi. Quindi non è un aggravio per i poveri Uffici. Mentre quando presentiamo le interpellanze diventa un problema”.
Sempre Bonanomi ha ricordato che spesse volte i consiglieri di minoranza si trovano a dover prepararsi per una dozzina di punti all’ordine del giorno, come in qualche seduta fa. Il consigliere ha polemizzato: “Capisco che le dia fastidio affrontare le interpellanze perché toccano temi veri e segnano la vita osnaghese. Noi continueremo a presentare le nostre interpellanze nel rispetto del Regolamento, come e quando vogliamo”. Sull’Irpef il consigliere di minoranza ha commentato, annunciando il voto contrario: “Ci siamo già espressi sottolineando il mal concetto di equità fiscale espressa da questa amministrazione comunale”.
Si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa il sindaco Brivio, che ha inteso interpretare ad alta voce l’espressione di voto di Orgoglio Osnago: “Bene, la minoranza è contraria a correggere gli errori”. Una frase che non è piaciuta a Bonanomi che è andato su tutte le furie, con il microfono spento. “Io sono il presidente del Consiglio e decido chi parla. Ha avuto diritto di parola e adesso se ne sta zitto” la contro-reazione di un Paolo Brivio sempre più nervoso. Ormai senza nemmeno più ordinare la sospensione della seduta, il sindaco ha interrotto la trasmissione del video, mentre Bonanomi dava in escandescenza.
Una terza interruzione è stata optata dal sindaco sui quasi 28 mila euro di distribuzione dei dividendi di Silea, la società partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti. Per Bonanomi Silea sta facendo utili milionari ma le tariffe della TARI aumentano costantemente. “A che titolo incassa questi dividendi e li trattiene nei bilanci del Comune?” ha domandato il consigliere di minoranza al sindaco. “Li restituisca. La realtà è che la società continua a fare utili e la TARI continua ad aumentare. È una contraddizione. È una forte anomalia di mercato che va a discapito dei cittadini e delle loro tasche, già alle prese con i tassi d’interesse dei mutui che salgono. Farebbe bene ad ammettere la verità che ho detto”.
Per il primo cittadino la TARI sta avendo un andamento ondivago e ha ribadito che le tariffe del Lecchese sono tra le più basse d’Italia. “Silea ha distribuito una quota, ma ha anche fatto delle operazioni di investimento per migliorare gli impianti da rendere più efficienti. Quindi è un quadro complesso e favorevole per il Comune” ha ribattuto il sindaco. Ha evidenziato che ha poi aggiunto: “I 28 mila euro non li usiamo per giocare a bocce, ma per rendere dei servizi ai cittadini di Osnago”. A queste parole, si è inalberato di nuovo Bonanomi, con conseguente sospensione della seduta e prima ammonizione formale del sindaco che, citando il Regolamento del Consiglio comunale, ha minacciato: “Ho il potere di espellerla”.
In difesa di Bonanomi è intervenuto il suo capogruppo Marco Riva, che ha criticato apertamente il sindaco di aver mal interpretato ad alta voce in precedenza la dichiarazione di voto sulla rettifica dell’addizionale Irpef. “Mi legga nel Regolamento dove sta scritto che il sindaco può commentare il voto del gruppo di opposizione. Adesso sospenda la seduta. Trova il riferimento e la riprendiamo”. Scenario che il primo cittadino non ha preso in considerazione, beccandosi così l’ulteriore affondo di Riva: “Questa è pura prepotenza”.
Tornando all’origine della diatriba, Riva ha rimarcato che il question time è uno strumento più flessibile dell’interpellanza. Il question time elimina problemi burocratici agli Uffici che non sarebbero tenuti a riscrivere l’ordine del giorno. Ha quindi rivendicato la mozione di istituire il question time avanzata ormai un anno fa. Ha preannunciato di voler tornare alla carica con una riformulazione dell’istanza e un aggiornamento quindi del Regolamento sul Consiglio comunale.
Un suggerimento rispedito al mittente dal consigliere Vittorio Bonanomi: “Penso che le interpellanze e le interrogazioni siano l’espressione massima in un Consiglio comunale della democrazia in cui viviamo. Non vedo perché si venga a dire qui in Consiglio che ci sono difficoltà di sovraccarico. Se lei avesse messo il question time ci sarebbero voluti 5 minuti. Per due domande si poteva benissimo rispondere senza scomodare gli uffici”. Senza arretrare di un passo, Bonanomi ha assicurato: “Nel rispetto del Regolamento, proseguiremo su questa strada”.
Piccata la replica del sindaco: “Come dimostrano i fatti, stiamo rispondendo alle vostre interpellanze. O lei si dissocia dalla realtà o riconosce che do risposta al suo rivendicato diritto ad esercitare un’azione democratica che ho sempre riconosciuto e ammesso”. Paolo Brivio ha proseguito: “Siccome i capigruppo sono stati informati di questo Consiglio l’11 luglio, bastava che presentaste queste domande un giorno prima, non per consentire a noi di rispondere, perché avremmo risposto lo stesso, ma per consentire agli Uffici di non buttare via tempo”.
Interpellanze chiuse. Ma non le rivendicazioni sul question time. Ci ha pensato per prima la consigliera Emanuela Corneo, che su una rettifica di una precedente delibera sulla determinazione dell’addizionale Irpef ha commentato provocatoriamente: “Anche questo è un aggravio di lavoro per gli Uffici”.
Il sindaco ha tentato di concludere definitivamente la questione: “Chi lavora sbaglia. Gli Uffici stessi hanno individuato l’errore e in pochi secondi lo superiamo”. È andato alla carica Vittorio Bonanomi: “Per voi ci vogliono pochi secondi. Quindi non è un aggravio per i poveri Uffici. Mentre quando presentiamo le interpellanze diventa un problema”.
Sempre Bonanomi ha ricordato che spesse volte i consiglieri di minoranza si trovano a dover prepararsi per una dozzina di punti all’ordine del giorno, come in qualche seduta fa. Il consigliere ha polemizzato: “Capisco che le dia fastidio affrontare le interpellanze perché toccano temi veri e segnano la vita osnaghese. Noi continueremo a presentare le nostre interpellanze nel rispetto del Regolamento, come e quando vogliamo”. Sull’Irpef il consigliere di minoranza ha commentato, annunciando il voto contrario: “Ci siamo già espressi sottolineando il mal concetto di equità fiscale espressa da questa amministrazione comunale”.
Si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa il sindaco Brivio, che ha inteso interpretare ad alta voce l’espressione di voto di Orgoglio Osnago: “Bene, la minoranza è contraria a correggere gli errori”. Una frase che non è piaciuta a Bonanomi che è andato su tutte le furie, con il microfono spento. “Io sono il presidente del Consiglio e decido chi parla. Ha avuto diritto di parola e adesso se ne sta zitto” la contro-reazione di un Paolo Brivio sempre più nervoso. Ormai senza nemmeno più ordinare la sospensione della seduta, il sindaco ha interrotto la trasmissione del video, mentre Bonanomi dava in escandescenza.
Una terza interruzione è stata optata dal sindaco sui quasi 28 mila euro di distribuzione dei dividendi di Silea, la società partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti. Per Bonanomi Silea sta facendo utili milionari ma le tariffe della TARI aumentano costantemente. “A che titolo incassa questi dividendi e li trattiene nei bilanci del Comune?” ha domandato il consigliere di minoranza al sindaco. “Li restituisca. La realtà è che la società continua a fare utili e la TARI continua ad aumentare. È una contraddizione. È una forte anomalia di mercato che va a discapito dei cittadini e delle loro tasche, già alle prese con i tassi d’interesse dei mutui che salgono. Farebbe bene ad ammettere la verità che ho detto”.
Per il primo cittadino la TARI sta avendo un andamento ondivago e ha ribadito che le tariffe del Lecchese sono tra le più basse d’Italia. “Silea ha distribuito una quota, ma ha anche fatto delle operazioni di investimento per migliorare gli impianti da rendere più efficienti. Quindi è un quadro complesso e favorevole per il Comune” ha ribattuto il sindaco. Ha evidenziato che ha poi aggiunto: “I 28 mila euro non li usiamo per giocare a bocce, ma per rendere dei servizi ai cittadini di Osnago”. A queste parole, si è inalberato di nuovo Bonanomi, con conseguente sospensione della seduta e prima ammonizione formale del sindaco che, citando il Regolamento del Consiglio comunale, ha minacciato: “Ho il potere di espellerla”.
In difesa di Bonanomi è intervenuto il suo capogruppo Marco Riva, che ha criticato apertamente il sindaco di aver mal interpretato ad alta voce in precedenza la dichiarazione di voto sulla rettifica dell’addizionale Irpef. “Mi legga nel Regolamento dove sta scritto che il sindaco può commentare il voto del gruppo di opposizione. Adesso sospenda la seduta. Trova il riferimento e la riprendiamo”. Scenario che il primo cittadino non ha preso in considerazione, beccandosi così l’ulteriore affondo di Riva: “Questa è pura prepotenza”.
Tornando all’origine della diatriba, Riva ha rimarcato che il question time è uno strumento più flessibile dell’interpellanza. Il question time elimina problemi burocratici agli Uffici che non sarebbero tenuti a riscrivere l’ordine del giorno. Ha quindi rivendicato la mozione di istituire il question time avanzata ormai un anno fa. Ha preannunciato di voler tornare alla carica con una riformulazione dell’istanza e un aggiornamento quindi del Regolamento sul Consiglio comunale.
M.P.