Cernusco, Nicolò von Wunster: attraversare l'oceano a 60 anni. Ma ogni tre mesi torno a casa

"Tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell’opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri".
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Con queste parole il celebre scrittore Mark Twain racchiudeva metaforicamente il senso della vita. Un semplice ma straordinariamente efficace consiglio su come sfruttare al meglio il tempo che si ha, interpretandolo come un viaggio meraviglioso da affrontare con coraggio, senza paura, anche abbandonando le proprie certezze mentali. Allo stesso modo, all'età di 60 anni e con un'idea desiderata e pensata da oltre 40, Nicolò von Wunster non ha voluto rimandare altro tempo prezioso e all'inizio di quest'anno è riuscito a compiere l'impresa dei suoi sogni: attraversare in vela l'Atlantico.
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Malgrado viva dal 1996 all'estero per questioni lavorative e famigliari, Nicolò si ritiene un cernuschese doc in quanto vi ha vissuto dalla nascita lasciandoci un pezzo di cuore. Successivamente agli studi ed alle esperienze lavorative Nicolò è giunto a Dubai, dove lavora in ruolo di presidente e CEO della Tenstars International e vive con la sua famiglia, ma ogni anno per almeno tre mesi si concede un ritorno alla villa famigliare a Cernusco Lombardone, per godere dei ricordi giovanili e della serenità che ricopre il verde territorio della Brianza. Nella vita Nicolò, perseguendo il suo sogno nautico, ha studiato e fatto esperienza navigando per 30.000 miglia in tutto il Mediterrano a bordo di un Baltic 38DP, un piccolo veliero finlandese degli anni '80, ed è diventato per due volte Campione italiano nella classe, allora olimpica, Tornado.
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Verso la fine del 2022 il sogno inizia a prendere forma, venendo a conoscenza di piattaforme online dove poter presentare un curriculum di vita nautica e trovare imbarcazioni per viaggi di qualsiasi tipologia. Inizialmente le sue proposte vengono declinate, forse per una serie di fattori relativi all'età, all'assenza di esperienza nelle traversate oceaniche e la mancanza del RYA-MCA Yachtmaster Certificate, ritenuta la Bibbia per gli skipper oceanici professionisti. Le speranze di affrontare l'oceano sembrano quasi esaurirsi quando, dopo due mesi di offerte respinte, Nicolò viene contattato dagli armatori Roger e Mary, che in lui non vedono l'età, essendo loro rispettivamente di 78 e 75 anni, ma le capacità ed il desiderio più profondo di affrontare il viaggio. Roger gli comunicò che era ufficialmente imbarcato su un Oyster 625, una barca inglese solida e performante adatta alle navigazioni in giro per il mondo. Il sogno si sarebbe realizzato. 6.700 miglia nautiche in poco più di due mesi di traversata dell'Atlantico Meridionale, dal porto di Cape Town, Sudafrica, alla splendida isola brasiliana di Fernando de Noronha, per approdare a Moustique e poi Grenada, perla delle Granadine, nei Caraibi.
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"Per chi si imbarca come me – ha spiegato von Wunster –, non avendo esperienza di Oceano, tutto deve essere dimostrato. Per stare in barca in un’impresa di questo tipo, oltre a sapere cosa fare a livello tecnico operativo bisogna sapere andare d’accordo col comandante, con tutto l’equipaggio, 24/7 e in un ambiente ristretto ed isolato per giorni. Quindi: umiltà, diplomazia e comportamento adeguato per ottenere rispetto nel comando e nell’esecuzione di ordini senza prevaricare o essere prevaricato". Volendo quindi diventare ingranaggio utile e funzionale dell'imbarcazione, a Nicolò venne in mente di sfruttare le sue origini italiane e le doti culinarie per fare "cultura del cibo". "Se la lingua inglese ha conquistato il mondo, la cucina italiana è la più famosa lingua globalmente parlata a tavola. L’anello di collegamento tra la nota eleganza mista a resilienza e disciplina marinara inglese e la ferrea-senza compromessi disciplina italiana in cucina e del buon vivere". Ed è così che la cucina diventò il suo regno a bordo, venendo ancora oggi contattato per prestare servizio come chef di bordo oltre al ruolo di First Mate, primo aiuto del comandante. "Non è facile trovare persone esperte di navigazione che sappiano anche cucinare. A 60 anni sono riuscito a reinventarmi, facendo della mia passione anche un lavoro per la futura pensione".

"Le giornate scadenziate dai turni iniziano a prendere quella routine tipica dell’andare per mare, dove il termine vacanza non si addice per niente" ha illustrato poi la vita marinaresca Nicolò. "In barca ci sono sì momenti dove si può leggere, ma vengono dopo tutte le mansioni imposte dal navigare sotto varie forme. Dormire è fondamentale per evitare di addormentarsi nelle ore dei turni a notte fonda passate da soli in pozzetto. Ci sono poi tutte le manovre di regolazione delle vele e delle ritenute. Dato il continuo rollio, l’attenzione a tutto quello che si fa deve essere massima, così come per muoversi in coperta e sottocoperta. Piano piano si entra nella dimensione dell’Oceano e si esce da quella della terra ferma che sparisce. La percezione della terra e delle sue frenetiche attività si fa sempre più sfumata. Spinti dagli Alisei sembra di viaggiare su di un’astronave sempre alla stessa velocità con direzione verso un’orizzonte costante ed immutevole. Il pensiero inizia ad adeguarsi a questo spazio immenso, isolati nel perimetro dello scafo"
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Se per molti il viaggiare in mare, per di più in oceano, rappresenta un modo per fuggire dalla vita "comune" di tutti i giorni, per Nicolò la traversata è sempre stata immaginata come la migliore oportunità per conoscere ed apprendere culture differenti. Sfruttando nuovamente una citazione di Mark Twain: "Sulla terraferma ci vogliono 40 anni per conoscere tanti tipi umani, a me in nave bastarono i due anni e mezzo di apprendistato. Quell’addestramento mi ha consentito di conoscere praticamente tutti i tipi umani che si ritrovano nei romanzi, nelle biografie e nei libri di storia". Allo stesso modo Nicolò ha vissuto il viaggio, le tappe visitate, le civiltà conosciute e soprattutto il rapporto con i compagni d'avventura come un'occasione per sfruttare il tempo a disposizione per conoscere culture e storie differenti. Questo perchè spesso, nella velocità dei mezzi digitali di oggi, crediamo di riuscire a scoprire ogni popolazione e costume possibile con un click e di poter visitare ogni luogo del mondo con il semplice utilizzo di mappe satellitari. Quel che invece manca di essenziale è l'esperienza diretta, il contatto indimenticabile con terre e civiltà che ci arricchisce non semplicemente nel sapere, ma nell'anima.

Per concludere come abbiamo iniziato, Nicolò von Wunster ha voluto riflettere sulla spinta mista d'emozione e razionalità che lo ha portato ad affrontare e portare a termine quest'immensa avventura: il tempo. "Per imparare a non sentirsi oppressi dal tempo bisogna, prima di tutto, comprendere che abbiamo tutte le possibilità per vivere il presente, se solo fuggiamo dalle attese inutili, dagli orari e dagli appuntamenti. Col navigare, vivi il presente, non ti affanni se non per quanto veramente ti serve per continuare a godere dello spettacolo di una natura che si ripete ogni giorno, da quando esiste il mondo. Incontrare persone che hanno fatto la stessa scelta ed invece solo di sognare e progettare sono partite e lo stanno vivendo. Il vento, il mare, gli spazi immensi in un pianeta parallelo, dove il tempo assume sicuramente un’altra dimensione rispetto soprattutto a quello attuale della terra ferma, dove la velocità imposta dal nuovo progresso digitale rende tutto più inumano ed alienante".
M.Pen.
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