Cernusco: progetto pilota con esito positivo per combattere la ''Takahashia Japonica''

Si sta diffondendo negli ultimi anni in Lombardia il Takahashia Japonica, un parassita di origine asiatica che spunta in primavera su diverse specie di alberi ornamentali. A Cernusco Lombardone da qualche stagione l’insetto aveva trovato dimora sui gelsi del parcheggio retrostante la stazione ferroviaria, in via san Dionigi. Era facilmente riconoscibile per quella sorta di filamento cotonoso, composto da sostanze cerose molto resistenti alle intemperie. Era stato osservato su tutti i gelsi del parcheggio.
TakahashiaJaponica.jpg (83 KB)
Gli ovisacchi, così si chiamano questi filamenti gommosi, incubano le uova delle cocciniglie. Schiuse le uova, il parassita sfrutta il proprio apparato pungente-succhiante per alimentarsi della linfa delle foglie.

Data la relativamente recente presenza in Lombardia del parassita “Cockerell”, è in fase di studio il più appropriato metodo di contrasto. Lo stesso Servizio Fitosanitario Regionale della Lombardia sta ancora monitorando la diffusione della cocciniglia e non è in grado al momento di fornire ufficialmente una soluzione definitiva alla propagazione dell’insetto.
 
Il Servizio Fitosanitaria Regionale suggerisce un approccio di lotta diretta con trattamenti microbiologici. Tuttavia l’SFR ammette che non sia stato ancora validato. Discorso analogo per l’uso di insetticidi specifici e per l’impiego di insetti antagonisti, per cui non sono stati prodotti e validati studi e pubblicazioni.

Il Comune di Cernusco Lombardone ha deciso di percorrere in via sperimentale proprio quest’ultima strada. Ha contattato la Sesia Sas, una ditta specializzata in interventi di lotta biologica integrata. Sono stati così esclusi degli interventi di potatura, che avrebbero dovuto essere drastici a causa dell’invasività del parassita. I tagli avrebbero rischiato di danneggiare le piante. Né tantomeno è stata presa in considerazione la strada del trattamento fito-sanitario chimico con insetticidi in pieno centro abitato.

Nel mese di giugno sono stati rilasciati sui gelsi dei coccinellidi autoctoni. Si è optato in particolare sui Cryptolaemus montrouzieri e Exochomusquadripustulatus. Queste varietà di insetti hanno agito da antagonisti contro il Takahashia Japonica. Intervengono infatti sull’involucro che conserva le uova, interrompendo così la moltiplicazione del parassita asiatico.

È seguita la rimozione degli ovisacchi con un lavaggio degli alberi. È stata adottata una soluzione di acqua e prodotti naturali che ha una funzione asfissiante e abbattente, selettiva nei riguardi degli insetti ausiliari e non impattante sull’ambiente circostante. L’ultimo lavaggio è stato effettuato qualche notte fa. Il costo complessivo del servizio è stato di 4.026 euro.

“Possiamo ormai dire di avere concluso questo progetto pilota di lotta biologica con un risultato positivo che ci lascia soddisfatti. Continueremo comunque a monitorare i gelsi del parcheggio della stazione e le altre alberature del patrimonio verde comunale per verificare nel tempo se si ripresenterà il Takahashia Japonica” commenta l’assessore all’Ambiente Andrea Passavanti. “Ci siamo documentati e abbiamo considerato che la lotta biologica potesse essere una valida sperimentazione. La potatura degli alberi – argomenta l’assessore – sarebbe stata invece troppo eccessiva e avremmo rischiato di peggiorare le condizioni di salute delle piante. L’Ufficio Tecnico del Comune ha preso contatti e aggiornerà il Servizio Fitosanitaria Regionale per fornire i risultati del metodo di intervento che abbiamo adottato”. Un metodo che potrebbe presto fare scuola.
M.P.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.