Ma quale Giorgia Meloni

Di Giorgia Meloni Premier tutto si potrà dire ma non che non abbia goduto di un periodo di sospensione di giudizio “in attesa dei fatti”(compreso il sottoscritto, libero cittadino pensatore) anche in vari strati di chi ritiene di appartenere ad aree politiche nettamente opposte alla sua.

Ma oggi, dopo ben 9 mesi di governo (22 ottobre 2022), anche il più comune cittadino che abbia una minima conoscenza di quanto politicamente succede nel nostro martoriato Paese, si sarà potuto fare perlomeno un'opinione.

Uso termine Premier non casualmente perché quello di Presidente del Consiglio usato al maschile o al femminile ha innescato polemiche più o meno strumentali, pure da lei abilmente alimentate, arrivando ad assumere un carattere stucchevole ma soprattutto permettendo in qualche modo già d'intravvedere sin dagli albori del suo governo la sua studiata capacità di depistare l'attenzione dell'opinione pubblica verso elementi di “facciata” e non su quelli realmente di sostanza politica ed economica.

Ma stando all'attualità, addirittura odierna, interessa a molti capire cosa saprà produrre questa roboante “Conferenza sui migranti”, vero vanto da lei presentato come “un altro grande successo italiano”, che si svolgerà oggi a Roma. https://www.huffingtonpost.it/politica/2023/07/22/news/giorgia_meloni_migranti-12959668/

Seguirne i lavori, ma soprattutto gli effettivi risultati, sarà un'altra “cartina tornasole” per valutarne l'operato ben al di là dei proclami.

A partire da quel suo riferimento esplicito al “modello Mattei” a cui intenderebbe ispirarsi.

La prima chiosa che mi sentirei di rivolgergli è la seguente: lei e il suo Governo sareste disposti a rinunciare a quote cospicue di profitto nazionale a vantaggio dei Paesi “in via di sviluppo” (usando un eufemismo) produttori di ricchezze prelevate dal loro proprio sottosuolo, come di fatto accordato da Enrico Mattei molti anni fa anche in ragione di un partenariato più equo rispetto a quello allora praticato da altre Potenze e SuperPotenze mondiali?

E sarebbe disposta, ad esempio, a mettersi contro, per le stesse ragioni, gli interessi di grandi potentati, soprattutto nord americani, quasi monopolistici, allora come ora, delle fonti energetiche planetarie? E naturalmente, in qualche modo, contro i loro rispettivi Governi di cui peraltro diciamo di essere alleati?

Stando a come si è supinamente prostrata a questi stessi interessi “occidentali”, anche più o meno postcoloniali o geopolitici, rispetto alla questione ucraina non sembrerebbe affatto dimostrato, anzi tutt'altro.

Nemmeno una benché minima e pur costruttiva differenziazione dal totale e fideistico appoggio alle ragioni della miope prosecuzione di guerra ad oltranza, pur scatenata dall'inqualificabile e assai deprecabile invasione russa, ma perpetrata ormai da mesi (24/2/2022) con un enorme prezzo di sangue da entrambe le parti per un conflitto iniziato per la verità ben prima (20/2/2014).

Come pure nessuna azione, perlomeno iniziale, per mettere realmente in discussione l'attuale “architettura normativa” della Comunità Europea soprattutto economico/finanziaria (in particolare BCE e annessi), salvo “scaramucce dilazionatorie e a termine” e di pura testimonianza, come sbandierato costantemente quando era all'opposizione.

Va bene il realismo e la gradualità per l'assai difficile compito di rinverdire concretamente l'ispirazione sociale oltre che economica dei Padri Fondatori, ma almeno provarci, dando qualche segno di “umanizzazione” di un “visione” oggi quasi esclusivamente dettato da ragioni e leggi economiche fatte su misura degli interessi dei più forti. Dei Mercati più che dei Popoli.

Ecco perché oggi sarà importante seguire i lavori della “Conferenza sui migranti”: per comprendere se dalle pure enunciazioni di principio si possa perlomeno avviare , in controtendenza, un reale cambiamento dei rapporti di forza, a partire da quelli commerciali diseguali, specie nei confronti dei paesi africani e non solo nord africani.

In questo, la sanno bene tutti coloro che realmente si battono per una miglior giustizia planetaria, sta una delle cause maggiori, se non principale, alla base del fenomeno migratorio esasperato, ben lungi da quello fisiologico, che costringe intere popolazioni a dolorosamente abbandonare i propri lidi in cerca di sicurezza ma anche di miraggi di “benessere drogato”.

“Benessere drogato” che questo “modello di sviluppo distorsivo” continuamente propina, attraverso soprattutto media ancillari, ma che poi non garantisce votato com'è a difendere gli interessi dei più forti.

Dov'è, anche su questo, la cosiddetta “destra sociale” che dice, o meglio diceva, di rappresentare la Meloni? Come, per la verità, anche l'altrettanto cosiddetta sinistra tradizionale sembra da tempo annaspare non sapendo quale altro modello realmente alternativo proporre in sostituzione di quello di una Società basata essenzialmente sul Profitto. Anche se “dal basso” emerge ormai da tempo un serio e concreto tentativo per una Società che anteponga, almeno nella gestione dei Beni Comuni Primari, la Cura al mercato.

Ma continuando l'analisi oggettiva dell'operato del Governo Meloni, ed annessi, come non rilevare un'azione di reale d'indebolimento dei cosiddetti meno abbienti a partire dall'impoverimento dell'azione mitigatoria del Reddito di Cittadinanza (presente in quasi tutti gli altri Stati Europei) sostituendolo peraltro con altre sigle “specchietto per le allodole”?

E così pure la cinica azione di affossamento della proposta di un salario minimo ( altrettanto presente in vari altri Stati europei) per legge di ben, udite udite, 9 euro lordi orari, mascherata con voli e acrobazie pindariche verbali?

Anche qui ovviamente caratterizzate ora da una parvenza di dialogo dal vago sapore “dell'intortamento”, viste altre dichiarazioni di eminenti rappresentanti del governo stesso?

E cosa dire del graduale e costante depotenziamento della Sanità Pubblica se in termini percentuali rispetto al famigerato Pil si riducono le risorse ad essa destinate pur peraltro in presenza di un quadro più che preoccupante già ereditato dai suoi predecessori?

Oppure, ritornando ancora al “problema migranti” ( tra virgolette “problema” visto che, se ben gestito, potrebbe rappresentare invece una risorsa non solo per il nostro Paese..) come riesce, se non con piroette narrative, a tenere assieme la sua dichiarata apertura ad un'accoglienza giustamente regolamentata con il sostegno che lei continuamente assicura a Stati e forze politiche in aperta opposizione anche ad una pur sola contenuta accoglienza?

Non parliamo poi (nostro malgrado, proprio perché perlomeno inizialmente non pregiudizievoli) di come sta lasciando affrontare dai suoi l'annoso contrasto tra certa politica ( con la p volutamente minuscola) e la Magistratura. Mi limito a questo più che eloquente quanto breve video: https://www.youtube.com/watch?v=y5qdjEj36oc

Per ultimo, ad ulteriore comprova, almeno personale, della sua capacità non solo oratoria di volgere a profitto certe vicende, mi permetto di esternare quella che è più che una sensazione rispetto alla vicenda dell'auspicata liberazione dell'attivista egiziano Patrick Zachi.

Non riesco a non pensare, per come si è sviluppata la faccenda, ad una doppia utilità alla base di questa liberazione: sia per lei che per il semipresidente egiziano, perlomeno in termini di consenso politico.

Non dico altro se non chiedendo il perché la stessa “magnanimità” non si sia cercata e soprattutto applicata ad assicurare alla giustizia i veri colpevoli della morte di Giulio Reggeni.

Quello sì un vero schiaffo non solo al nostro Paese!

Anche su questo le ragioni di una “realpolitik”, pur con tutte le giustificazioni del caso, non rendono affatto onore, oltre che coerenza, ai principi sbandierati a più riprese dalla nostra premier e dal gruppo che la circonda.

Ma a quale Giorgia Meloni si deve credere?

Ormai, perlomeno, non è più tempo di giudizi sospesi!

Germano Bosisio
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