Accadeva 30 anni fa/133 marzo ‘93: Blitz dei CC a Robbiate Rapinata la sede della Briantea. A Montevecchia le nigeriane
Completata la circonvallazione di Sartirana che collega via Montegrappa a via don Consonni si tratta ora di intitolarla. La Giunta non ha dubbi: sarà dedicata a papa Giovanni Paolo I, papa Albino Luciani, scomparso a un mese dall’elezione al soglio pontificio come successore di Paolo VI.
Dopo nove anni al timone Pier Paolo Arlati lascia la presidenza della Banda Sociale Meratese. L’assemblea è in programma per domenica 7 marzo presso la sede di via Manzoni. Invitati i 160 soci e i 42 musicanti. Arlati, vulcanico organizzatore di tante iniziative di successo in città, fa parte del Corpo bandistico da 24 anni. E quest’anno (1993) il sodalizio festeggia il 145.mo anniversario di fondazione. Pier Paolo Arlati resterà comunque nel Consiglio di Amministrazione.
Pier Paolo Arlati
Due minuti, due soli minuti ma di terrore. Così la descrizione della rapina ai danni della sede centrale della banca Briantea. Un attacco al cuore della city, il secondo nel giro di un anno. Tre marzo, ore 9.46. Una Lancia Thema si ferma tra piazza degli Eroi e via Francesco Viganò. Scendono due giovani a viso scoperto. Entrano tranquillamente in banca superando il metal detector che nulla segnala. Ma appena dentro entrambi alzano le sciarpe sul viso e estraggono le armi. Non è necessaria la frase di rito. Basta la vista delle pistole. Dentro la sede dell’istituto meratese ci sono otto clienti e una quarantina di impiegati e commessi. Il più giovane dei rapinatori, sui venticinque anni, cadenza bergamasca, scavalca il bancone convinto che fosse già arrivato il furgone trasporto valori. Vuole i sacchi. Ma i sacchi non ci sono, il furgone è in ritardo. Le casse però sono aperte. E il bandito arraffa il denaro infilandolo in un borsone. “Allora ci muoviamo o no”, gli grida il secondo rapinatore, sui trent’anni, il “capo” sicuramente dal tono deciso con cui dà gli ordini. Freddo, senza un tentennamento tiene tutti sotto tiro. Quando si tratta di uscire ordina l’apertura di entrambe le porte. Ma il sistema è automatizzato, non manuale, dice un impiegato. “Comincio a fare male a qualcuno se le porte non si aprono”. In quel mentre si apre la porta dell’ascensore e esce un impiegato che era salito ai piani superiori. Il bandito lo afferra e gli punta la pistola, usandolo come ostaggio. Una dopo l’altra le porte si aprono. L’ostaggio viene spinto dentro mentre i due balzano sulla Thema che sgomma in direzione via Cornaggia. Scattano gli allarmi delle stazioni carabinieri fino a Lecco. Ma i posti di blocco non danno esito. Anche perché i banditi in via San Francesco avevano già abbandonato la Lancia, fuggendo così con un’altra vettura.
Contro il tasso di inquinamento che rende velenosa l’aria di Merate il sindaco Mario Gallina prepara un piano di riduzione del traffico in centro. Il piano è concordato con la Commissione Ambiente rappresentata dal Verde Marcello Toma, dall’esponente del PDS Veles Gualtieri, dall’assessore Attilio Biondi, dal presidente Antonio Cova e da Dante Dozio e Andrea Massironi. Il piano deve passare al vaglio del Consiglio comunale ma la rappresentanza è talmente ampia da non suscitare dubbi circa la sua approvazione. Dunque nel dettaglio: chiusura di via Manzoni dalle 10 alle 19.30 di tutti i giorni feriali – senso unico ascendente in via Roma e via Sant’Ambrogio dalle 8 alle 19.30 – divieto di transito in piazza Prinetti e via Carlo Baslini dalle 10 alle 13 di domenica e dei giorni festivi – divieto di transito ai mezzi pesanti in via Cerri fino all’intersezione con via De Gasperi – senso unico ascendete in via Cazzaniga dalle 8 alle 18 con l’esclusione dei mezzi di linea.
Via Sant'Ambrogio - Senso unico ascendente tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 19.30
Atrio Belgioioso - Senso unico ascendente tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 19.30
Via Roma - Senso unico ascendente tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 19.30
Piazza Vittoria - Senso unico ascendente da via Trieste e verso via Roma
Piazza Prinetti e via Cesare Baslini - Divieto di transito la domenica e i giorni festivi
dalle ore 10 alle 13
Via Manzoni, chiusura dalle 10 alle 19.30 di tutti i giorni feriali
Droga party nella valle del Curone. Una trentina di giovani radunati nella vecchia cascina in località “Ospedaletto” viene sorpresa dalle guardie ecologiche col supporto degli agenti di polizia locale in una sorta di rave con musica e eroina. I giovani di età compresa tra 19 e 23 anni appaiono in condizioni pietose, già “fatti”. Una ventina riescono a fuggire nei campi e nei boschi mentre gli altri sono identificati. L’area è tra le piazze di spaccio più frequentate.
Rissa a colpi di pugni e bottigliate tra tre zingari e tre marocchini per contendersi il . . .semaforo di Cernusco. Il luogo è particolarmente appetibile per l’esercizio della questua, l’elemosina per intenderci, grazie alle lunghe file di auto ferme al rosso. Per sedare la furibonda rissa sono intervenuti gli agenti di polizia locale di Cernusco.
Ennesimo incendio doloso, questa volta a Pianezzo. I soliti ignoti che già avevano colpito cascine agricole a Osnago e Merate, hanno dato fuoco a un grosso cascinale a Olgiate. In fiamme 300 quintali di paglia. Quando sono arrivati i pompieri le fiamme erano già altissime e divoravano decine di rotoballe. Nessun dubbio sull’origine dolosa del rogo.
A Cernusco partono i lavori di sistemazione dell’area attorno alla chiesetta Borgazzi di via S. Caterina. Il progetto prevede la pavimentazione a ciottolato con lastre di granito mentre accanto al Municipio sono previsti alcuni posti auto per i dipendenti. La via S. Caterina sarà illuminata da suggestivi punti luce. Al termine dei lavori sarà inaugurata la chiesetta Borgazzi, completamente ristrutturata e ora tempio civico. All’interno di questa chiesetta è presente una bellissima pala d’altare del pittore ottocentesco cernuschese Vitale Sala, detto il Saletta.
Ed ecco la classifica dei 45 e 33 giri – dischi in vinile per i più giovani – della prima settimana di marzo 1993.
Intanto è carnevale e nei paesi scoppia l’euforia in costume. Tantissimi eventi e una moltitudine di bambini in costume.
Con un semplice articolo (n. 3 del D.L. 45 del 2 marzo 1993) il Comitato dei garanti dell’Ussl viene soppresso. La rappresentanza politica incaricata di indicare gli obiettivi ai direttori generali nominati dalla Regione e verificarne l’attuazione viene cancellata via in ossequio alla “caccia al politico” di gran moda negli anni di Mani Pulite. Inizia così il processo di espulsione del territorio dalla gestione dei propri presidi sanitari. Provvederà poi Formigoni, anni dopo, a avocare alla Presidenza della giunta regionale tutti i poteri di nomina dei manager della sanità lombarda arrivando quindi a controllare ogni singola nomina. Di fatto, l’intera sanità nelle mani di un uomo solo. Dunque a casa Sandro Cesana, Giacomo Molteni e tutti gli altri mentre Giliola Sironi di Casatenovo, consigliere regionale Dc va controcorrente e critica questa decisione e con una lunga lettera a un settimanale locale prende posizione contro la caccia al politico. L’assemblea dei sindaci che dovrebbe sostituire il Comitato dei garanti, spiega, non sarà mai in grado di svolgere le medesime funzioni anche per il già eccessivo carico di lavoro. Finirà così che ospedale e servizi socio-assistenziali saranno gestiti esclusivamente da dirigenti catapultati da chissà dove.
Sandro Cesana
Giacomo Molteni
Giuseppe Ghezzi
Giliola Sironi
Cicognola si prepara per la grande festa di San Giuseppe in vista del 250.mo della chiesetta che si festeggerà nel 1994. Tantissime le iniziative in programma: corse a piedi e in bicicletta, caccia al tesoro, giochi e spettacoli musicali e cibo a volontà. Altri tempi, ora villa Perego dove si svolgeva la festa è chiusa da anni.
Paolo Verde è il nuovo comandante della polizia locale di Merate. Aveva già vinto il concorso nel 1988 ma sciaguratamente aveva firmato la prova, invalidandola. Dopo il trasferimento della comandante Marilena Porta approdata a Cernobbio, Verde si è ripresentato al concorso, ottenendo la nomina.
Paolo Verde
A Cassina parte una petizione per il recupero del lavatoio di via Galvani. L’acqua non scende più e la struttura è abbandonata. Eppure è il simbolo di un’epoca che andrebbe tutelato. Ma i lavatoi evidentemente non sono mai piaciuti agli amministratori meratesi, così sono stati soppressi quelli di via Trieste, per decenni punto di incontro di tutte le massaie del vecchio nucleo, e di Sartirana, sostituito con la casetta di legno.
Buon successo di partecipazione al corso di pronto intervento organizzato all’oratorio di Pagnano dai volontari del soccorso di Merate. Sono un’ottantina, per lo più giovani gli iscritti al corso. L’impegno richiesto da lunedì a venerdì va dalle quattro alle otto ore settimanali come autista, centralinista e accompagnatori.
Quattro persone arrestate, due miliardi e più di bottino sequestrati tra auto di lusso, quadri, sculture e tappeti. Sequestrati anche un fucile a pompa e tre pistole modello P.357 cal.45. E’ il risultato del blitz dei carabinieri effettuato tra l’11 e il 12 marzo all’ex cementificio di Robbiate. Tutto era iniziato con un tentativo di sequestro a Villa D’Adda. La vittima prescelta, moglie di un facoltoso impresario edile, era però riuscita a sottrarsi al rapimento fuggendo in casa della figlia che a sua volta aveva allertato i militari di Zogno. L’auto usata dai banditi veniva segnalata a tutte le centrali operative della zona e a Lecco risultava già nota per una indagine in corso. Indagine che portava gli investigatori all’ex cementeria di Robbiate dove nella parte posteriore erano stati ricavati alcuni box. I carabinieri già sorvegliavano da tempo la zona con auto civetta. Il colonnello Adinolfi, capo del reparto provinciale di Como e il capitano Mauro Masic, comandante del nucleo operativo di Lecco decidevano per l’intervento, prima che i banditi potessero sgomberare. L’area veniva cinturata da militari in borghese mentre le gazzelle presidiavano ogni via di fuga. Gli spostamenti dei malviventi venivano attentamente seguiti da un carabiniere appostato sul campanile con un binocolo a infrarossi. Poco dopo la mezzanotte l’irruzione. Quattro arrestati e una gran quantità di merce stoccata nei box sequestrata tra cui una Ferrari 348, una Porsche Carrera, una Mercedes 500 SEL, una Bmw e una Cinquecento utilizzata per i sopralluoghi.
Lo definivano “il toscano di ferro”. E l’inflessione non l’aveva persa neppure dopo tanti anni trascorsi a Merate, e una ventina a fare politica nelle file del Partito Socialista Italiano. La storia di Marcello Basosi, oratore straordinario, profondo conoscitore di regolamenti, bilanci pubblici, delibere e tutto l’armamentario che dovrebbe essere patrimonio di ciascun consigliere, è una storia di opposizione. Dai banchi alla sinistra della Giunta, sempre in piedi perché il rispetto per l’Aula è sacro – non come i ragazzotti di oggi che parlano da seduti – Basosi infieriva su sindaco e assessori con l’ironia tipica toscana supportata dal sapere. Improvvisamente, nel 1990, il partito si alleava con la Democrazia cristiana che iniziava a perdere consenso. Con il Partito repubblicano, Dc e Psi avevano dato vita alla prima alleanza dal dopoguerra. Marcello Basosi si era ritrovato capogruppo di maggioranza. Un ruolo a lui scomodo, che generava insofferenza. Il vecchio leone, all’epoca sessantanovenne, faticava a contrastare le critiche dei Verdi, del Pds (ex Pci), della Lega Lombarda. Lo sosteneva Aldo Castelli, nel ruolo di vice sindaco e assessore all’urbanistica. Ma l’insofferenza montava. E cominciano a girare voci di clamorose dimissioni. L’assemblea degli iscritti convocata da Romualdo Demontis, segretario della sezione di piazzetta Faverzani per domenica 21 marzo viene rinviata al 4 aprile. Mani Pulite sta spazzando via il Garofano, Craxi è braccato come un “cinghialone” (copyright Vittorio Feltri) da Di Pietro, Colombo e Davigo. La fiducia nel partito è ai minimi termini. E Basosi, deluso dai vertici del Garofano e insofferente a villa Confalonieri è pronto a ritirarsi.
Marcello Basosi
A Merate i verdi propongono l’isola pedonale in piazza Prinetti in aggiunta alle chiusure disposte dal sindaco Mario Gallina soprattutto di via Manzoni. Ma, a differenza di oggi, i commercianti non ci stanno. Non vogliono chiusure certi di subire gravi danni. Le strade devono restare aperte se il commercio vuole sopravvivere. Altrimenti progressivamente si andrà verso la chiusura. Scende in campo anche Giuseppe Crippa, presidente dell’Unione commercianti lecchesi che scrive così a Gallina: “Quello che viviamo non è certo uno dei momenti più felici per effettuare sperimentazioni che potrebbero generare un tracollo delle vendite nelle aziende commerciali e nei pubblici esercizi . . .la crisi industriale ha trascinato con sé anche il commercio; tra dicembre 1992 e febbraio 1993 ben 250 aziende hanno abbassato le saracinesche”. La richiesta del comm. Crippa è perentoria: rinviare qualsiasi decisione quando e se arriveranno momenti più favorevoli.
La campagna per l’apertura di un Commissariato di Polizia a Merate è stata attribuita a questo giornale. Che certamente ne ha sostenuto le ragioni. Ma in realtà la prima proposta risale a ben trent’anni fa e è da attribuire al parlamentare Dc Domenico Galbiati che oltre a una Compagnia Carabinieri chiedeva in vista della nuova provincia di Lecco e quindi dell’apertura nel futuro capoluogo di una Questura, un commissariato con uffici pubblici e una struttura operativa in grado di “coprire” le necessità della Brianza sud-orientale.
Domenico Galbiati
Il meratese è sconvolto per il feroce assassinio di un ragazzo di Montevecchia, il cui cadavere viene ritrovato nel Lambro in località Mulino nuovo a Nibionno. Sotto torchio tre suoi conoscenti, tre ragazzi come la vittima di poco più di vent’anni. Una storia terribile che è meglio non ricordare. Il caso sarà risolto dai carabinieri nel giro di pochissimi giorni con indagini serrate.
A Verderio si vota il referendum per l’unificazione. Da molto tempo lavora un comitato in tal senso e finalmente domenica 21 marzo i residenti a Superiore e Inferiore possono esprimere un parere. Il risultato finale è contro l’unificazione. Ma con esito distinto. A Inferiore vincono i sì, 650 contro 500 no, 18 nulle e 5 bianche. A Superiore invece prevalgono i no, 673 contro 469 sì, 7 nulle e 8 bianche. Il risultato finale non è troppo vistoso: 1.173 NO contro 1.127 SI’. Ma non se ne fa nulla. Per oltre 25 anni i Verderio resteranno due: Superiore e Inferiore.
Primo Oliveira (Inferiore)
Armando Villa (Superiore)
Tarcisio Sala (ex capogruppo Dc e membro del comitato del NO)
A Brivio continua la saga nella Dc tra il leader locale ed ex sindaco Sandro Cesana e il segretario della sezione Angelo Carozzi. Neppure l’intervento del segretario provinciale, Antonio Rusconi, riesce a riportare la pace nel partito scudocrociato dove le diverse anime si combattono da molto tempo.
Alessandro Cesana
Angelo Carozzi
Al Molinazzo compaiono per la prima volta le “schiave del sesso”. Si tratta di due giovanissime di colore, vestite di rosso, che bivaccano in pieno giorno nella rientranza al ponte sul Curone lungo la SP. 54 Monticello-Paderno. Un fenomeno che si va diffondendo anche nei nostri paesi anche a causa delle “retate” in città. Ed è facile per il cronista chiosare che là dove c’era l’erba ora c’è un . . .falò.
Missione compiuta. I dieci meratesi partiti qualche giorno prima per la Croazia sono tornati soddisfatti. In breve tempo sono riusciti ad installare un intero impianto di riscaldamento a legna e gasolio e predisposto il tetto per montarvi sopra pannelli solari. Il tutto nella Casa di Accoglienza allestita da Don Marino Barbis, parroco di Baska, in Croazia appunto. Ad organizzare la spedizione, cui hanno partecipato tra gli altri Giancarlo Magni della Fiera di Osnago e Luigi Caglio che ha messo a disposizione il materiale, don Enrico Vertemati, parroco di Liscate ma originario di Lomagna.
Rapina numero 11 all’ufficio postale di Lomagna. Due banditi, uno con una maschera di carnevale e l’altro col viso dipinto col carboncino nero sono entrati nell’ufficio che apre sulla centralissima via Milano. Armati di pistola e coltello i due hanno arraffato una decina di milioni prima di darsi alla fuga.
133/continua