Merate, bollettini parrocchiali digitali nr.23/1933: continua la guerra di don Angelo ai corti abiti che invitano alla lussuria

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Ed eccoci a gennaio del 1933. Il prevosto in carica è ancora don Angelo Perego nominato nel 1922. Resterà in carica fino al 1955. Scrive nel suo editoriale il Prevosto: “Chiedete al Signore che ogni volta che mi accingo a compilare il Bollettino abbia ad intingere la penna non nell’inchiostro ma nel Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo perché un palpito di rinnovato amor di Dio si susciti in tutti i cuori dei miei figliuoli spirituali, alla lettura di queste pagine. A me poco importano lo stile, la coltura ed ogni valore umano: d’un idea sono assillato, l’idea che Nostro Signore sia conosciuto e amato in mezzo a questo caro paese, di quell’amore intenso che fa vivere di fede e di carità cristiana”.

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L’accenno al bollettino ci porta nelle pagine successive dove si legge che il novantanove per cento dei meratesi lo legge e tantissimi sono gli abbonati di cui la signora Adelaide “…raccoglie gli spiccioli”.

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La statistica parrocchiale di dicembre 1932 mostra ancora tanti decessi di giovani, addirittura due di infanti. La mortalità infantile allora era ancora molto elevata.

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Il numero di febbraio si apre con un richiamo ai ragazzi alla frequentazione della benedizione eucaristica del sabato e parla di una prolungata siccità al termine della quale, pare di capire è arrivata la tanto attesa pioggia. Si ricorda poi il 75.mo anniversario dell’apparizione  di Maria Immacolata a Lourdes dell’11 febbraio 1858.

A pagina 9 si legge una dura filippica contro il carnevale: “Il carnevale s’avanza nella foggia scapigliata di un satiro antico, reclamando il suo diritto alla vita. Come se fosse necessario, nella vita di un uomo,  consacrare un periodo di tempo esclusivamente al trionfo della carne! Il carnevale oggi è un anacronismo, la sopravvivenza di tempi ormai tramontati . . . .la Chiesa ha sempre disapprovato le sfrenate gazzarre carnevalesche pur permettendo un sano e onesto divertimento. . .”.

La guerra contro il carnevale continua anche sul numero di marzo che apre l’editoriale con queste parole: “Vaniscono con uno stillicidio lento e tormentato le ultime ore del carnevale che agonizza; sono le ore che il Maligno ha saturato del suo spirito di peccato, le ore nelle quali ha raccolto la più larga messe di anime per l’eternità dolorosa. . .”.

Il numero di aprile è tutto incentrato sulla Pasqua, che cade il 16 e ancora sulle iniziative per il 75.mo dell’apparizione della Madonna di Lourdes con un riferimento a tale sig. Sirtori che per primo annuncia il compito dell’U.N.I.T.A.L.S.I.

L’editoriale di maggio, il Prevosto lo incentra sui troppo “figli spirituali” che non hanno rispettato il precetto della Chiesa della comunione preceduta dalla confessione. Così scrive don Angelo Perego: “La grande difficoltà è quella di venire a prostrarsi davanti al confessore e accusarsi in colpa. Ma non sanno queste povere anime che tanto più ritardano e tanto maggiore è la vergogna”?

L’articolo centrale è dedicato alle origini dell’attribuzione del mese di maggio alla Madonna. Una ricerca storica con molti punti interrogativi ma una certezza: da secoli i fiori di campo venivano portati all’altare e indossati da donne e fanciulle.

La prima decade di maggio del 1933, racconta don Angelo, è stata molto piovosa, ma poi è arrivato il tepore primaverile, e subito il caldo. Giugno è il mese dedicato al Sacro Cuore e durante la solennità del Corpus Domini un prete novello canta una delle sue prime messe. Quell’anno arriva don Angelo Recalcati, diplomato ragioniere, propagandista della Gioventù di Azione Cattolica.

L’articolo di apertura di luglio è dedicato ai santi Luigi e Agnese, l’uno morto a 23 anni contagiato dalla peste contratta per il suo strenuo impegno a favore di poveri e ammalati – nonostante fosse di famiglia assai ricca e nobile – e l’altra uccisa a 13 anni per difendere la propria verginità.

Mode convenienti e mode sconvenienti sono l’argomento di approfondimento del mese: ce n’è per tutti, vestiti troppo corti o troppo scollati, abiti troppo tesi o troppo aderenti, stoffe trasparenti, veli leggeri e vaporosi “.. che lasciano indovinare o scorgere furtivamente quello che dovrebbero mascherare, braccia nude dai polsi alle spalle che, affermo anche se dovessi passare per rigoroso certosino, non sono che un invito ripugnante alla lussuria”. L’articolo occupa quasi cinque pagine del bollettino.

La prima interna di copertina è una bella pubblicità con stilizzata la vecchia cartoleria Briantea di via Manzoni, poi cartoleria Bertoni.

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“L’Assunta”, ovvero l’assunzione al cielo della Vergine Madre di Dio, Maria, è il naturale articolo di fondo pagina. Si festeggia il 15 agosto.

Settembre invece si apre con una dura reprimenda di don Angelo contro . .se stesso e le famiglie perché non insegnano più il catechismo ai bambini. “A sette, a nove anni, a undici anni i vostri figliuoli non sanno più recitarvi il Credo, il Decalogo, i Precetti, le Opere di misericordia ecc. ecc”.

Quanti bambini di oggi conoscono almeno i titoletti del catechismo?

“Spada e Corona” è il brano centrale. Che merita una lettura integrale.

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Il richiamo severo che mensilmente don Angelo riserva alla sua comunità, a ottobre, verte sull’oratorio. Troppi giovani vagano per il paese, “…in posti dove l’occhio vigile e attento di una mamma cristiana mai dovrebbe permettere….!  Ed ecco allora il rimedio: dal giorno 3 al giorno 14 ottobre tutte le mamme sono invitate a casa del Prevosto, oppure le domeniche 8 e 15 per iscrivere i figliuoli dalla prima alla quinta elementare, all’oratorio San Luigi. La direzione dell’oratorio, aggiunge il Prevosto, si impegna a far pervenire alla famiglia un avviso qualora il figlio manchi la presenza. Insomma un controllo serrato.

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Novembre è dedicato a santi e defunti. Il Prevosto esorta i fedeli a portare fiori e lumini al cimitero e pregare per i propri cari affinché possano accedere al regno dei cieli. La ricorrenza gli fornisce anche l’occasione per ribadire il tema a lui tanto caro: la confessione. Scrive infatti: “Il più bel suffragio è una Santa Confessione e una fervente Comunione. Questo è il regalo che vi cercano i vostri cari morti”.

Il 12 novembre è dedicato alla “Buona Stampa”. Il giornale della Chiesa è il quotidiano L’Italia di Milano che ha dovuto cambiare sede comprandone una nuova. Mancano ancora trecentomila euro per completare l’acquisto ma servono tanti soldi per investire nei macchinari di stampa. E il giorno 12 scatta la raccolta fondi.

E siamo finalmente a dicembre. La prima pagina di pubblicità è dell’antica pasticceria Albani, in quell’epoca Riva & Albani, che quest’anno festeggia i 100 anni di attività.

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Il Prevosto invia ai fedeli il suo personale augurio di pace e fratellanza.

La commovente storia di Natale merita di essere letta per interno.

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Con il calendario delle celebrazioni del mese e la statistica parrocchiale di nati, morti e matrimoni, si conclude anche questo 1933. Avrete notato che mai c’è un cenno alla vita politica di Merate, nonostante la presenza di un consistente gruppo di fascisti e del Podestà, Carlo Baslini, medico, membro della nobile famiglia Baslini, cui è dedicata la centralissima via di Merate mentre al fratello Antonio è stata dedicata la strada che dalla parrocchiale conduce al cimitero. Carlo Baslini è stato nominato Podestà nel 1926 e resterà in carica fino al 1943.

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23/continua

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