La Valletta: duro confronto sul futuro dell'ex scuola di Spiazzo. Ma la decisione è di abbattere
"Scuola di Spiazzo: rigenerazione urbana e coinvolgimento della cittadinanza" è stato questo il titolo del confronto tenutosi martedì 11 luglio alle 20.45, presso la Sala dell'ARS di Rovagnate. L'incontro ha visto l'aula riempirsi di cittadini, più numerosi quelli a favore della salvaguardia dell'edificio, pronti ad ascoltare le motivazioni che hanno mosso sia Iperspiazzo che l'amministrazione nelle loro azioni prese. Prima di esporre i maggiori argomenti del dibattito è però doveroso riassumere la storia recente dell'edificio, così da comprendere meglio le convinzioni di ambedue le parti.
Edificato nel 1909 e abbandonato ormai da trent'anni, l'edificio ha ricoperto fino alla fine degli anni '80 la funzione di scuola per alunni di Spiazzo appunto, Monte e Bagaggera. In disuso totale da inizio 2000 nessuna amministrazione si è mai posta il problema di riqualificare o vendere la struttura, che è sempre rimasta dimenticata in una zona peraltro isolata dal centro del paese, tanto che nemmeno i vandali hanno voluto metterci mano. Per gli abitanti di Spiazzo però, e per tutti coloro che hanno ricordi legati all'edificio, l'ex scuola non è solo il luogo dove i bambini di quasi un secolo di generazioni hanno studiato, imparato, giocato e sono cresciuti, ma rappresenta una sorta di tempio della memoria e della storia locale del Novecento. Gli anni trascorrono e tra la fine del 2020 ed inizio 2021 dei privati cittadini, gli stessi che hanno poi dato vita all'associazione Iperspiazzo per salvaguardare Spiazzo (tra cui anche l'edificio) dal tempo e dalla decadenza, presentano alla neo amministrazione del sindaco Marco Panzeri un progetto di riqualificazione della ex scuola. "Volevamo contribuire al suo recupero e lo volevamo fare insieme al Comune che ne è proprietario, con l’ambizione di costruire dal basso un percorso di rigenerazione che lo potesse valorizzare come landmark del territorio" ha spiegato il presidente di Iperspiazzo Alberto Valli. "Il progetto di un Hub Culturale per la Valletta e per il Parco del Curone era per noi un’opportunità di coinvolgimento della comunità e di "rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente".
Il progetto prosegue, viene presentato alla Regione per un bando e a marzo 2022 ottiene un contributo di 500.000 euro. Da quel momento i membri dell'associazione Iperspiazzo sostengono di non aver mai più avuto comunicazioni da parte dell'amministrazione, se non risposte 'dilatatorie'. A febbraio 2023, al primo incontro tra le due parti dopo l'ottenimento del finanziamento per il progetto realizzato insieme, l'amministrazione fa sapere di aver scartato il progetto e di investire il denaro proprio e i 500mila euro della Regione per l'abbattimento totale del plesso e la costruzione di un nuovo edificio, presentato poi alla cittadinanza tramite comunicato ed immagini render sulla propria pagina social. Da lì nascono la petizione per salvare l'ex scuola di Spiazzo e il confronto tenutosi ieri.
Primi alla parola, Alberto Valli e Fabio Cognetta di Iperspiazzo hanno elencato una serie di criticità legate all'avvenimento. Primo su tutti, hanno detto, il mancato rispetto sull'obiettivo del lavoro compiuto per il primo progetto. "Così com’è, l’edificio appare incollato da un altrove, incompatibile e snaturato dal luogo in cui è collocato", ha dichiarato Valli. "Il nuovo, NZEB (Nearly Zero Energy Building) o non NZEB, non può essere valore assoluto. Sebbene consapevoli che l’edificio esistente presentasse limiti strutturali e criticità collegate al restauro, la nostra proposta prevedeva la riqualificazione conservativa del corpo storico dell’edificio e l’abbattimento del solo ampliamento (opera realizzata negli anni 80 a titolo di compensazione edilizia e di scarsa qualità architettonica)". L'edificio doveva essere quindi riqualificato, ma nell'ottica di conservare la sua struttura, non in quanto possibile edificio storico o artistico, ma come landmark per l'importanza che ricopre all'interno del paesaggio. Essendo dunque il progetto completamente differente dall'idea iniziale, viene a mancare anche la "rigenerazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente" che erano fulcro del bando di Regione Lombardia. Per questo motivo, essendo nel bando specificato che il finanziamento non può essere finalizzato alla costruzione di nuovi edifici, l'associazione si chiede se con il nuovo progetto i 500.000 euro sarebbero stati ottenuti o meno e se, dopo i dovuti controlli, Regione possa decidere di non investire più. Viene anche quindi domandato al Sindaco se le azioni compiute dall'amministrazione siano o meno legittime, in quanto all'apparenza non in linea con le regole del bando. Ulteriore rammarico ha riguardato la totale assenza di collaborazione, da parte dell'amministrazione, da marzo 2022 fino alla decisione di stravolgere il progetto ed approvare la demolizione dell'edificio, per cui l'associazione si è mossa proprio nell'ottica della salvaguardia. In questo merito sono state riportate delle frasi inserite nel PGT proprio dall'amministrazione Panzeri, in cui viene data importanza alla collaborazione con i cittadini nelle opere pubbliche e condannata l'epoca dei, come ha anche ribadito il Sindaco, "ghe pensi mi". "Ci sentiamo sfiduciati dall'amministrazione e presi in giro" sono state le parole di Cognetta.
"Il punto focale del progetto era conservare quell'edificio per renderlo luogo di condivisione degli spazi per la pubblica utilità. Non capiamo perchè rimanere in silenzio per un anno per poi dirci che la struttura, per cui 717 persone hanno firmato una petizione e che voi stessi avevate individuato come landmark da preservare, verrà demolita. Ci sembra una totale mancanza di rispetto da parte vostra verso chi si è speso nel voler proporre un progetto riqualificativo per un edificio fino ad oggi dimenticato".
A questo punto la parola è stata passata al sindaco Marco Panzeri che, accompagnato dai membri di giunta, ha voluto chiarire subito che le azioni dell'amministrazione nel cambiare il progetto iniziale vincitore del bando non sono illegittime. "E' giusto non essere d'accordo con l'amministrazione e dire che abbiamo sbagliato nel non coinvolgervi nell'ultimo anno, ma la decisione finale spetta a noi. Non abbiamo voluto approvare la demolizione dell'edificio per farvi un torto, ma perchè dopo ulteriori valutazioni, il costo iniziale di 830.000 euro non copriva più i lavori. Negli ultimi anni i costi di ristrutturazione sono aumentati esponenzialmente e l'edificio è completamente inagibile e necessita di lavori in ogni dove. Per concludere il progetto iniziale servivano ulteriori 500.000 euro. La nostra scelta, criticabilissima, è stata dunque quella di demolire la struttura per dare vita ad un edifico NZEB che, seppur più piccolo in volumetria per ragioni di consumo di suolo e abbattimento della bolletta, sarà finalizzato sicuramente alla pubblica utilità". La demolizione inoltre, seppur rientrante nel bando di Regione, è stata confermata dal Sindaco come fattibile in quanto ottenuto il via libera da parte della Soprintendenza, che ha valutato più idoneo l'abbattimento rispetto ad una totale riqualificazione di una struttura non a norma. "Voglio puntualizzare sul fatto che amministrare non è cosa facile perchè bisogna far tornare i conti e risolvere i problemi in ogni dettaglio. So che l'idea iniziale era di conservare l'edificio, ma per come i costi erano stati pensati è stato impossibile approvare il progetto. Abbiamo comunque voluto continuare la riqualificazione, nell'ottica di realizzare una struttura utile alla comunità per il futuro. Avremmo anche potuto decidere di vendere a qualsiasi offerente, il che avrebbe potuto dar vita a servizi come ristori se non strutture totalmente incompatibili e inutili per Spiazzo. Anche se l'estetica non è quella che avevate sognato, l'utilità sarà la stessa. Noi come Comune non vogliamo impossessarcene ma dar la possibilità ad associazioni di vivere quel luogo con progetti congeniali ai cittadini" ha continuato il sindaco Marco Panzeri, il quale ha voluto ribadire e confermare che il progetto approvato in giunta il 6 giugno si farà e che quindi l'ex scuola di Spiazzo verrà demolita.
A seguire il pubblico ha potuto fare domande, tutte indirizzate al Sindaco e riguardanti la decisione presa dall'amministrazione, ma da questo momento la comunicazione tra le due parti si è fatta sempre più rovente, tanto che ogni domanda non poteva ricevere risposta completa senza interruzioni o critiche sul tipo di comunicazione: da una parte il sindaco Panzeri ha definito politica e meschina la retorica di Iperspiazzo, che a loro volta criticavano le risposte poco dirette e "sincere" ma ampollose e gonfie di parole del Sindaco. L'incontro ha però raggiunto il fine ultimo, ovvero capire il futuro dell'edificio, che non sarà altro che essere raso al suolo per dar spazio ad un luogo il cui fine ultimo verrà valutato più avanti tramite presentazione di manifestazioni d'interesse cittadino.
Edificato nel 1909 e abbandonato ormai da trent'anni, l'edificio ha ricoperto fino alla fine degli anni '80 la funzione di scuola per alunni di Spiazzo appunto, Monte e Bagaggera. In disuso totale da inizio 2000 nessuna amministrazione si è mai posta il problema di riqualificare o vendere la struttura, che è sempre rimasta dimenticata in una zona peraltro isolata dal centro del paese, tanto che nemmeno i vandali hanno voluto metterci mano. Per gli abitanti di Spiazzo però, e per tutti coloro che hanno ricordi legati all'edificio, l'ex scuola non è solo il luogo dove i bambini di quasi un secolo di generazioni hanno studiato, imparato, giocato e sono cresciuti, ma rappresenta una sorta di tempio della memoria e della storia locale del Novecento. Gli anni trascorrono e tra la fine del 2020 ed inizio 2021 dei privati cittadini, gli stessi che hanno poi dato vita all'associazione Iperspiazzo per salvaguardare Spiazzo (tra cui anche l'edificio) dal tempo e dalla decadenza, presentano alla neo amministrazione del sindaco Marco Panzeri un progetto di riqualificazione della ex scuola. "Volevamo contribuire al suo recupero e lo volevamo fare insieme al Comune che ne è proprietario, con l’ambizione di costruire dal basso un percorso di rigenerazione che lo potesse valorizzare come landmark del territorio" ha spiegato il presidente di Iperspiazzo Alberto Valli. "Il progetto di un Hub Culturale per la Valletta e per il Parco del Curone era per noi un’opportunità di coinvolgimento della comunità e di "rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente".
Il progetto prosegue, viene presentato alla Regione per un bando e a marzo 2022 ottiene un contributo di 500.000 euro. Da quel momento i membri dell'associazione Iperspiazzo sostengono di non aver mai più avuto comunicazioni da parte dell'amministrazione, se non risposte 'dilatatorie'. A febbraio 2023, al primo incontro tra le due parti dopo l'ottenimento del finanziamento per il progetto realizzato insieme, l'amministrazione fa sapere di aver scartato il progetto e di investire il denaro proprio e i 500mila euro della Regione per l'abbattimento totale del plesso e la costruzione di un nuovo edificio, presentato poi alla cittadinanza tramite comunicato ed immagini render sulla propria pagina social. Da lì nascono la petizione per salvare l'ex scuola di Spiazzo e il confronto tenutosi ieri.
Primi alla parola, Alberto Valli e Fabio Cognetta di Iperspiazzo hanno elencato una serie di criticità legate all'avvenimento. Primo su tutti, hanno detto, il mancato rispetto sull'obiettivo del lavoro compiuto per il primo progetto. "Così com’è, l’edificio appare incollato da un altrove, incompatibile e snaturato dal luogo in cui è collocato", ha dichiarato Valli. "Il nuovo, NZEB (Nearly Zero Energy Building) o non NZEB, non può essere valore assoluto. Sebbene consapevoli che l’edificio esistente presentasse limiti strutturali e criticità collegate al restauro, la nostra proposta prevedeva la riqualificazione conservativa del corpo storico dell’edificio e l’abbattimento del solo ampliamento (opera realizzata negli anni 80 a titolo di compensazione edilizia e di scarsa qualità architettonica)". L'edificio doveva essere quindi riqualificato, ma nell'ottica di conservare la sua struttura, non in quanto possibile edificio storico o artistico, ma come landmark per l'importanza che ricopre all'interno del paesaggio. Essendo dunque il progetto completamente differente dall'idea iniziale, viene a mancare anche la "rigenerazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente" che erano fulcro del bando di Regione Lombardia. Per questo motivo, essendo nel bando specificato che il finanziamento non può essere finalizzato alla costruzione di nuovi edifici, l'associazione si chiede se con il nuovo progetto i 500.000 euro sarebbero stati ottenuti o meno e se, dopo i dovuti controlli, Regione possa decidere di non investire più. Viene anche quindi domandato al Sindaco se le azioni compiute dall'amministrazione siano o meno legittime, in quanto all'apparenza non in linea con le regole del bando. Ulteriore rammarico ha riguardato la totale assenza di collaborazione, da parte dell'amministrazione, da marzo 2022 fino alla decisione di stravolgere il progetto ed approvare la demolizione dell'edificio, per cui l'associazione si è mossa proprio nell'ottica della salvaguardia. In questo merito sono state riportate delle frasi inserite nel PGT proprio dall'amministrazione Panzeri, in cui viene data importanza alla collaborazione con i cittadini nelle opere pubbliche e condannata l'epoca dei, come ha anche ribadito il Sindaco, "ghe pensi mi". "Ci sentiamo sfiduciati dall'amministrazione e presi in giro" sono state le parole di Cognetta.
"Il punto focale del progetto era conservare quell'edificio per renderlo luogo di condivisione degli spazi per la pubblica utilità. Non capiamo perchè rimanere in silenzio per un anno per poi dirci che la struttura, per cui 717 persone hanno firmato una petizione e che voi stessi avevate individuato come landmark da preservare, verrà demolita. Ci sembra una totale mancanza di rispetto da parte vostra verso chi si è speso nel voler proporre un progetto riqualificativo per un edificio fino ad oggi dimenticato".
A questo punto la parola è stata passata al sindaco Marco Panzeri che, accompagnato dai membri di giunta, ha voluto chiarire subito che le azioni dell'amministrazione nel cambiare il progetto iniziale vincitore del bando non sono illegittime. "E' giusto non essere d'accordo con l'amministrazione e dire che abbiamo sbagliato nel non coinvolgervi nell'ultimo anno, ma la decisione finale spetta a noi. Non abbiamo voluto approvare la demolizione dell'edificio per farvi un torto, ma perchè dopo ulteriori valutazioni, il costo iniziale di 830.000 euro non copriva più i lavori. Negli ultimi anni i costi di ristrutturazione sono aumentati esponenzialmente e l'edificio è completamente inagibile e necessita di lavori in ogni dove. Per concludere il progetto iniziale servivano ulteriori 500.000 euro. La nostra scelta, criticabilissima, è stata dunque quella di demolire la struttura per dare vita ad un edifico NZEB che, seppur più piccolo in volumetria per ragioni di consumo di suolo e abbattimento della bolletta, sarà finalizzato sicuramente alla pubblica utilità". La demolizione inoltre, seppur rientrante nel bando di Regione, è stata confermata dal Sindaco come fattibile in quanto ottenuto il via libera da parte della Soprintendenza, che ha valutato più idoneo l'abbattimento rispetto ad una totale riqualificazione di una struttura non a norma. "Voglio puntualizzare sul fatto che amministrare non è cosa facile perchè bisogna far tornare i conti e risolvere i problemi in ogni dettaglio. So che l'idea iniziale era di conservare l'edificio, ma per come i costi erano stati pensati è stato impossibile approvare il progetto. Abbiamo comunque voluto continuare la riqualificazione, nell'ottica di realizzare una struttura utile alla comunità per il futuro. Avremmo anche potuto decidere di vendere a qualsiasi offerente, il che avrebbe potuto dar vita a servizi come ristori se non strutture totalmente incompatibili e inutili per Spiazzo. Anche se l'estetica non è quella che avevate sognato, l'utilità sarà la stessa. Noi come Comune non vogliamo impossessarcene ma dar la possibilità ad associazioni di vivere quel luogo con progetti congeniali ai cittadini" ha continuato il sindaco Marco Panzeri, il quale ha voluto ribadire e confermare che il progetto approvato in giunta il 6 giugno si farà e che quindi l'ex scuola di Spiazzo verrà demolita.
A seguire il pubblico ha potuto fare domande, tutte indirizzate al Sindaco e riguardanti la decisione presa dall'amministrazione, ma da questo momento la comunicazione tra le due parti si è fatta sempre più rovente, tanto che ogni domanda non poteva ricevere risposta completa senza interruzioni o critiche sul tipo di comunicazione: da una parte il sindaco Panzeri ha definito politica e meschina la retorica di Iperspiazzo, che a loro volta criticavano le risposte poco dirette e "sincere" ma ampollose e gonfie di parole del Sindaco. L'incontro ha però raggiunto il fine ultimo, ovvero capire il futuro dell'edificio, che non sarà altro che essere raso al suolo per dar spazio ad un luogo il cui fine ultimo verrà valutato più avanti tramite presentazione di manifestazioni d'interesse cittadino.
M.Pen.