Olgiate: dalla forza del borgo la nascita del “BeolcoFest”

Le cose brutte, si sa, possono portare anche alla nascita di cose belle. Così è stato per la pandemia di Covid-19, durante la quale è nato a Olgiate Molgora il festival teatrale BeolcoFest, giunto quest’anno alla sua quarta edizione e diventato ormai un appuntamento estivo fisso in paese. 

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Gli organizzatori e alcuni affezionati spettatori del BeolcoFest

Lo scoppio del Covid è stato devastante per tutti, soprattutto per le persone residenti in corti o borghi isolati e lontani dai servizi, appunto come Beolco. “Noi eravamo qui a guardarci dalle finestre tra vicini” ha raccontato l’organizzatrice del festival Michela Mannari, a pochi giorni della chiusura della quarta rassegna. “Eravamo spaventati e non sapevamo davvero cosa fare. Quando poi un nostro vicino è stato portato via e non avevamo idea se l’avremmo più rivisto, eravamo tutti seriamente preoccupati”. 

BeolcoIntervistaFinale7.JPG (716 KB)Michela Mannari durante l’ultima edizione del BeolcoFest

Fortunatamente il signore ricoverato ha fatto poi ritorno a casa e questo ha suscitato un sentimento di gioia nel cuore di tutti gli abitanti del pittoresco borgo. “Eravamo felici e volevamo festeggiare, sentivamo la necessità di restituire il bene che ci aveva dato la nostra piazzetta, dove siamo stati insieme a confortarci” ha continuato Michela, spiegando che stata questa la genesi del BeolcoFest. “Ci siamo consultate tra vicine e abbiamo pensato che avremmo potuto organizzare qualcosa di bello all’aria aperta mantenendo le distanze” ha aggiunto Corinna Ravasi, organizzatrice del festival insieme a Michela. 

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Corinna Ravasi durante l’ultima edizione del BeolcoFest

Se il Covid quindi ha creato il pretesto e dato la voglia di fare qualcosa di bello, la sorte e la coincidenza ha fatto il resto a Beolco. Michela infatti lavora nel mondo del teatro e suo marito, Stefano Panzeri, è un noto attore teatrale; Corinna ha esperienza in pubbliche relazioni e neanche a farlo apposta suo marito lavora in un’azienda che realizza impianti di spillatura per birra. “Un altro nostro vicino suona la chitarra. Avevamo già due serate organizzate in modo semplice con un concerto e uno spettacolo di Stefano” ha continuato Michela. “A quel punto abbiamo dialogato con l’amministrazione comunale e abbiamo studiato il regolamento per fare in modo che tutto rispettasse le norme imposte per il Covid e abbiamo organizzato la prima rassegna”. 

Importante è stato il contributo della compagnia teatrale Ronzinante di Merate che ha supportato mettendo a disposizione l’attrezzatura, così come dell’amministrazione comunale, che fin da subito ha sostenuto il festival. “Il BeolcoFest è un’iniziativa che fin dalla prima rassegna ha portato valore al territorio” ha detto il vicesindaco Matteo Fratangeli. “Riesce ad esprimere un senso di comunità tra i suoi abitanti ed è quello che ogni amministrazione desidererebbe. A Beolco questo senso è molto sviluppato. Noi abbiamo fortemente creduto in questo progetto, tanto che allo scoppio del Covid avevamo già organizzato un bando mettendo a disposizione un contributo per tutti i residenti che lavoravano nell’ambito artistico. Eravamo dell’idea che andassero valorizzati per il bene della nostra comunità”. 

Gli spettatori hanno assistito agli spettacoli portandosi la sedia da casa, poi, anno dopo anno, le restrizioni sono diminuite e il pubblico è aumentato sempre di più. Già dalla seconda edizione sono state introdotte novità, come le visite guidate alla chiesina della frazione a cura di Ornella Ponzoni, figlia di Claudio Ponzoni, stimato esperto di storia locale. “Le stesse visite le guidava mio padre anni fa” ha spiegato. “Quando mi hanno proposto di farle ho tentennato, ma mi sembrava una cosa bella. Ho ripreso gli appunti del mio papà e mi sono preparata”. Oltre a Ornella, hanno iniziato a prendere parte al festival sempre più volontari, non solo tra i residenti del borgo. Un’altra novità nata già dal secondo anno è stato il pre show a cura di Riccardo Cogliati, cittadino di Olgiate appassionato di giochi da tavolo che ha creato un suo quiz, il “Riki Talk”.

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In piedi, Emiliano Zatelli e Riccardo Cogliati

“La cosa che ci rende più orgogliosi è vedere spettatori che dal primo spettacolo della prima edizione sono sempre venuti al BeolcoFest, e che hanno iniziato a portare anche amici. È una cosa bellissima, così come il fatto che moltissime persone continuano a ringraziarci per quello che abbiamo fatto” ha detto Michela. Un esempio sono Marta e Mario, coniugi di Calco appassionati di teatro che hanno seguito tutte le rassegne. “Abbiamo visto il BeolcoFest crescere – racconta la coppia, – non solo dal punto di vista dell’offerta degli spettacoli, ma anche dell’organizzazione. Noi in media vediamo 50 spettacoli teatrali all’anno, ci piacciono molto, e qui dobbiamo ammettere che ci piace particolarmente vederli, soprattutto per la location e l’atmosfera coinvolgente. Anche se ormai, visto il crescente pubblico, servirà allargare la piazza”. Ormai la coppia calchese ha la il festival nel cuore, tanto che sono arrivati a “fidarsi” di esso: “La cosa positiva è che credendo in questa rassegna, anche se non conosciamo lo spettacolo che si terrà, veniamo comunque a vederlo. È positivo perché nonostante ci sia il rischio di vedere cose che non piacciono, c’è anche la fortuna di vedere spettacoli che magari non avremmo guardato, ma che in realtà ci sono piaciuti. Aiuta ad abbattere i pregiudizi”. 

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La piazza di Beolco durante l’ultima edizione del BeolcoFest

E se da un lato il BeolcoFest ha attirato habitué del teatro, dall’altro ha coinvolto anche persone che non erano avvezze a vedere spettacoli. Un esempio sono Daniela e Angela, residenti a Beolco e volontarie durante il festival: “Noi non andavamo a teatro prima del BeolcoFest. Poi abbiamo iniziato ad aiutare nell’organizzazione e poi ci fermavamo a vedere gli spettacoli. È stato appassionante, tanto che ha stimolato in noi la curiosità e la voglia di vedere altri spettacoli”. Angela e Daniela infatti sono andate a vedere spettacoli di Ronzinante a Novate e altri a Merate e Calco. 

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Ornella Ponzoni e Pietro Santoro

Da due anni il “format” del BeolcoFest viene utilizzato anche a Cernusco Lombardone, con la rassegna Teatro in Villa. “A Cernusco abbiamo voluto cucire il format del festival nelle nostre ville” ha spiegato l’assessore Pietro Santoro. “L’idea ci è venuta parlando con l’amministrazione di Olgiate, che ci ha fatto scoprire il BeolcoFest. Abbiamo voluto portare in paese anche noi degli spettacoli culturali, da vedere sempre in contesti inusuali, e le visite alla nostra chiesina di Santa Caterina”. La prima edizione cernuschese è andata molto bene, così come quella di quest’anno. 

“Da forestiero a me ha sempre incuriosito la chiesina. Averla aperta al pubblico è servito però per farla riscoprire anche a tanti cittadini” ha continuato Santoro, svelando che è nata l’idea di scrivere anche un volume sulla storia della piccola chiesa grazie all’accesso all’archivio della famiglia Borgazzi, la cui omonima villa ha ospitato diversi spettacoli della rassegna. “Teatro in Villa è stato un piccolo risveglio culturale per il nostro paese. A settembre concluderemo la rassegna con un altro evento musicale”. 

Da quando è nato Teatro in Villa, il BeolcoFest rientra nell’ambito della maxi rassegna Teatro in Corte, che racchiude entrambi i festival. “È una cosa bella perché c’è collaborazione come in una grande famiglia” ha spiegato Emiliano Zatelli di Ronzinante, che ha promosso per primo il concetto di “IoTeatroTuSedia”, che è a sua volta una ricca rassegna. “Sarebbe bello in futuro arrivare a fare un cartellone unico”. 

E.Ma.
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