Carta e cartone: l’Italia ricicla, difendiamo l’enomia circolare
Il Presidente della Categoria Merceologica Carta, Grafica, Editoria di Confindustria Lecco e Sondrio porta l’attenzione sulla normativa europea degli imballaggi, in merito alla quale anche Confindustria si è attivata per evitare ricadute negative sulle filiere italiane, che rappresentano un esempio virtuoso, e in particolare su quella del riciclo, per cui siamo campioni europei.
"In queste settimane - evidenzia il Presidente della Categoria Giuseppe Ghelfi - in Europa è in discussione la revisione della normativa sugli imballaggi, meglio conosciuta come PPWR, e il nostro Paese rischia di veder gettato via un decennio di primati sul riciclo della carta. Si parla di un regolamento europeo che non considera le differenze dei vari paesi membri in termini ad esempio di risultati raggiunti”.
“Quasi il 90% della carta e del cartone utilizzati in Italia - prosegue Giuseppe Ghelfi - vengono riciclati attraverso una filiera virtuosa che andrebbe premiata e esportata nel mondo come best practice, non affossata con l’introduzione del riuso a favore di materiali meno nobili e meno riciclabili, provenienti da fonti non rinnovabili e inquinanti come il petrolio. I sistemi di riutilizzo debbono essere impiegati dove sono vantaggiosi per l’ambiente e per le comunità, ma va sempre tenuto conto dei costi logistici supplementari e delle sanificazioni che un prodotto riutilizzabile per forza di cose deve subire. Il riutilizzo e il riciclo sono a mio avviso complementari e vanno di volta in volta valutati attraverso un approccio scientifico e non solo ideologico. Una visione pragmatica mostra chiaramente che gli obiettivi obbligatori di riutilizzo non hanno senso per il cartone ondulato, il cartoncino e la carta in quanto il carbon footprint del riutilizzo sarebbe maggiormente penalizzante per l'ambiente rispetto ad un riciclo virtuoso come abbiamo già da anni in Italia".
"In queste settimane - evidenzia il Presidente della Categoria Giuseppe Ghelfi - in Europa è in discussione la revisione della normativa sugli imballaggi, meglio conosciuta come PPWR, e il nostro Paese rischia di veder gettato via un decennio di primati sul riciclo della carta. Si parla di un regolamento europeo che non considera le differenze dei vari paesi membri in termini ad esempio di risultati raggiunti”.
“Quasi il 90% della carta e del cartone utilizzati in Italia - prosegue Giuseppe Ghelfi - vengono riciclati attraverso una filiera virtuosa che andrebbe premiata e esportata nel mondo come best practice, non affossata con l’introduzione del riuso a favore di materiali meno nobili e meno riciclabili, provenienti da fonti non rinnovabili e inquinanti come il petrolio. I sistemi di riutilizzo debbono essere impiegati dove sono vantaggiosi per l’ambiente e per le comunità, ma va sempre tenuto conto dei costi logistici supplementari e delle sanificazioni che un prodotto riutilizzabile per forza di cose deve subire. Il riutilizzo e il riciclo sono a mio avviso complementari e vanno di volta in volta valutati attraverso un approccio scientifico e non solo ideologico. Una visione pragmatica mostra chiaramente che gli obiettivi obbligatori di riutilizzo non hanno senso per il cartone ondulato, il cartoncino e la carta in quanto il carbon footprint del riutilizzo sarebbe maggiormente penalizzante per l'ambiente rispetto ad un riciclo virtuoso come abbiamo già da anni in Italia".