Riflessioni sull'intervento della signora Pierangela

Buona settimana direttore 
Ho letto l’intervento della signora Pierangela pubblicato il 6 luglio, mi hanno colpito due frasi. La prima: “I Meratesi non ne possono veramente più. Anche quelli che non hanno tempo per scriverti. Non credono più a niente e a nessuno. Sono stati derubati di gioielli frutto di lungimiranza, abnegazione e sacrifici, senza che "NESSUNO" avesse volontà di opporre resistenza a questi saccheggi. Unica voce: la Tua. Sono stati ingannati con facili discorsi e poi abbandonati. Merate è stata sì oggetto di progetti per un futuro prossimo, SENZA I MERATESI PERO' che sono il fulcro vitale di continuità e di benessere.” Non so a cosa si riferisce la signora. 
A me, quando parla di gioielli frutto di lungimiranza viene in mente l’ospedale. Effettivamente il Mandic era un gioiello frutto di lungimiranza dei Meratesi che lo avevano fondato, costruito e fatto crescere. In questo caso dobbiamo riflettere sulla frase “i meratesi sono stati ingannati con facili discorsi e poi abbandonati”. Da più di vent’anni in regione Lombardia i meratesi, pur avendo avuto a disposizione alternative, continuano a confermare con il loro voto la fiducia a un governo regionale che ha fatto conoscere benissimo le proprie intenzioni sul futuro della sanità. La stessa cosa a livello comunale: da quindici anni vengono confermate amministrazioni che avvallano in modo più o meno evidente la politica della regione in campo sanitario. Nonostante il gioiello dei meratesi sia defraudato. 
La seconda frase: “VENGHINO, VENGHINO, SIORE E SIORI A MENDICARE CON IL CAPPELLO IN MANO QUATTRO VOTI! I meratesi DOC e tutti gli uomini di buona volontà hanno esaurito la fiducia”. Ricordo alla signora Pierangela che per sua fortuna ci sono ancora dei “SIORI che vengono col cappello in mano a mendicare voti”: vuol dire che siamo ancora in democrazia, e possiamo ancora scegliere a chi dare quei voti. Quei “SIORI” sono persone, che, al di là delle loro idee condivisibili o meno, al di là del loro grado di preparazione, si mettono in gioco, con coraggio, elaborano un programma che cercheranno di realizzare, e lo sottopongono al giudizio dei cittadini meratesi doc e di buona volontà. Se poi questi cittadini doc e di buona volontà hanno esaurito la fiducia, prestino attenzione a chi non ha governato, perché fra coloro che siedono “in quel palazzo” ci sono anche i consiglieri di minoranza, che avevano proposte diverse da quelle del sindaco e della propria giunta. 
E se non va bene nemmeno la loro proposta, i cittadini meratesi doc, se sono davvero di buona volontà, possono staccarsi dal davanzale della finestra a cui sono affacciati solo per guardare e criticare: scelgano fra di loro una persona degna di fiducia, capace e competente, da candidare come sindaco, e sedici fra di loro per completare la lista. Dimenticavo: devono anche studiare e analizzare la situazione della nostra città per elaborare un programma concreto e realizzabile! Ai cittadino doc che hanno perso la fiducia ripeto: essere in democrazia garantisce il diritto di scegliere ma anche di partecipare. Se decidiamo di non andare più a votare, aspettiamo che da Roma venga nominato un podestà che delle proteste su MOL se ne farà un baffo.
Lanfranco Consonni
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