E’ la narrazione il problema vero del Mandic. Parola di Frisone
Si dice che le disgrazie non vengono mai sole, in genere sono in coppia, a volte anche in gruppo. Ci ha attraversato questo pensiero mettendo assieme le indiscrezioni raccolte a riguardo dell’assemblea dei sindaci con il rappresentante della direzione strategica dell’ASST Lecco. In teoria i primi cittadini si aspettavano di interloquire con il direttore generale – come avveniva spesso in passato con i precedenti manager. Paolo Favini, invece, ha preferito mandare il suo direttore socio-sanitario, tale Enrico Frisone, che, dall’ospedale Galliera di Genova dove ha lavorato come coordinatore responsabile infermieristico in Chirurgia Maxillo Facciale dal 1981 al 1994, passando per Pavia, è approdato nel 2016 a Lecco.
Qualche sindaco avrebbe voluto alzarsi e andarsene, per lo sgarbo istituzionale. Ma, se l’avesse fatto si sarebbe perso il meglio dello show del “nostro”, altra conferma vivente delle teorie lombrosiane.
Dunque l’approccio al problema ospedaliero di casa – ossia del Mandic – non riguarda lo stato di fatto, ma la sua narrazione. Tradotto, sarebbero i giornali, meglio il giornale – più ancora Frisone dixit – il giornalaio, cioè merateonline, a offrire al pubblico una narrazione falsa del presidio ospedaliero. Che invece versa in ottime condizioni ed è oggetto di costante potenziamento.
Questi qui debbono per forza disporre di un breviario dal quale traggono le stesse, medesime frasi. Il Frisone, insomma, nega tutto, quasi quasi anche che la Psichiatria sia chiusa, forse per solidarietà con Gennaro Toto, sindaco di Cernusco, che invece non ha dubbi, la Psichiatria è aperta. E mal gliene incolga a chi sostiene il contrario.
Nel pieno dell’arringa contro i giornalai – cioè sempre noi – l’eccellente direttore sociale ha puntato sui sindaci di centrodestra che solitamente, all’oscuro di quello di cui si sta discutendo, sostengono a prescindere le tesi dei sodali politici. Invece, colpo di scena, a sferrare la controffensiva è sceso in combattimento Massimo “Decimo” Panzeri – con somma sorpresa degli astanti – che, senza giri di parole ha contestato l’approccio del Frisone. Siamo qui per parlare del Mandic non degli articoli di giornale e se anche con merateonline il rapporto non è idilliaco le cose che scrive sono in genere fondate e – a posteriori – confermate anche da altri giornali. Più o meno, intendiamoci. Ma la sostanza, quella che conta, è che il Sindaco di Merate ha fatto il Sindaco di Merate, senza guardare a simboli e loghi. E di questo gliene va dato merito.
La situazione reale del presidio – che pure vanta ancora aree di eccellenza – l’hanno rappresentata poi Marco Panzeri, sindaco de La valletta, uomo di sicura esperienza nel socio-sanitario, Filippo Galbiati, primo dirigente di medicina d’urgenza e altri colleghi che, questa volta, non si sono lasciati sopraffare.
E’ l’embrione di una presa di coscienza? Lo vogliamo credere anche se il silenzio di alcuni primi cittadini del centrodestra fa pensare che l’appartenenza influisca ancora molto, molto di più dell’interesse delle loro stesse comunità.
Insomma, la battaglia per la difesa del San Leopoldo Mandic è ancora lunga ma la centuria dei resistenti sta prendendo la forma di un manipolo. Se crescerà diventando una Coorte (magari con Panzeri come Prefetto di Coorte) sarà difficile per i dirigenti presenti e quelli futuri metterne in discussione l’esistenza.
Qualche sindaco avrebbe voluto alzarsi e andarsene, per lo sgarbo istituzionale. Ma, se l’avesse fatto si sarebbe perso il meglio dello show del “nostro”, altra conferma vivente delle teorie lombrosiane.
Dunque l’approccio al problema ospedaliero di casa – ossia del Mandic – non riguarda lo stato di fatto, ma la sua narrazione. Tradotto, sarebbero i giornali, meglio il giornale – più ancora Frisone dixit – il giornalaio, cioè merateonline, a offrire al pubblico una narrazione falsa del presidio ospedaliero. Che invece versa in ottime condizioni ed è oggetto di costante potenziamento.
Questi qui debbono per forza disporre di un breviario dal quale traggono le stesse, medesime frasi. Il Frisone, insomma, nega tutto, quasi quasi anche che la Psichiatria sia chiusa, forse per solidarietà con Gennaro Toto, sindaco di Cernusco, che invece non ha dubbi, la Psichiatria è aperta. E mal gliene incolga a chi sostiene il contrario.
Nel pieno dell’arringa contro i giornalai – cioè sempre noi – l’eccellente direttore sociale ha puntato sui sindaci di centrodestra che solitamente, all’oscuro di quello di cui si sta discutendo, sostengono a prescindere le tesi dei sodali politici. Invece, colpo di scena, a sferrare la controffensiva è sceso in combattimento Massimo “Decimo” Panzeri – con somma sorpresa degli astanti – che, senza giri di parole ha contestato l’approccio del Frisone. Siamo qui per parlare del Mandic non degli articoli di giornale e se anche con merateonline il rapporto non è idilliaco le cose che scrive sono in genere fondate e – a posteriori – confermate anche da altri giornali. Più o meno, intendiamoci. Ma la sostanza, quella che conta, è che il Sindaco di Merate ha fatto il Sindaco di Merate, senza guardare a simboli e loghi. E di questo gliene va dato merito.
La situazione reale del presidio – che pure vanta ancora aree di eccellenza – l’hanno rappresentata poi Marco Panzeri, sindaco de La valletta, uomo di sicura esperienza nel socio-sanitario, Filippo Galbiati, primo dirigente di medicina d’urgenza e altri colleghi che, questa volta, non si sono lasciati sopraffare.
E’ l’embrione di una presa di coscienza? Lo vogliamo credere anche se il silenzio di alcuni primi cittadini del centrodestra fa pensare che l’appartenenza influisca ancora molto, molto di più dell’interesse delle loro stesse comunità.
Insomma, la battaglia per la difesa del San Leopoldo Mandic è ancora lunga ma la centuria dei resistenti sta prendendo la forma di un manipolo. Se crescerà diventando una Coorte (magari con Panzeri come Prefetto di Coorte) sarà difficile per i dirigenti presenti e quelli futuri metterne in discussione l’esistenza.
Claudio Brambilla