Merate: presentato in auditorium il libro "Yara. Autopsia di un'indagine"
"In nome del popolo italiano. La Corte d’Assise di Bergamo, visti gli articoli 533 e 535 c.p.p., dichiara Massimo Giuseppe Bossetti colpevole del delitto di cui al capo A e lo condanna alla pena dell’ergastolo". È il 1° luglio 2015, dalla pronuncia del verdetto di primo grado, che ha condannato all’ergastolo Massimo Giuseppe Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, inizia il percorso che ha portato alla verità reale e processuale su quel delitto.
Nella serata di giovedì 6 luglio, presso l'auditorium Giusi Spezzaferri di Merate, è stato presenntato il libro scritto da Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa e Laura Marinaro "Yara autopsia di una indagine": Sul palco come moderatori gli avvocati Marcello Perillo e Veronica Fumagalli dello Studio Legale Crea (SLC – Milan Law Firm). Un caso di cronaca, quello avvenuto a Mapello, che più ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso e che ancora, a otto anni da una condanna definitiva e schiacciante, genera dubbi e divisioni tra i cosiddetti "Bossettiani" o "Innocentisti" e coloro che sono cedrti della colpevolezza del muratore. "Il libro - hanno detto le autrici - è nato come un dialogo tra noi sulla base delle udienze e di tutti i riscontri raccolti".Alla domanda da parte dell'avvocato Perillo sulla fanalità del libro la Bruzzone ha così risposto: "Abbiamo sentito l’esigenza di raccontare un’inchiesta unica nel suo genere nella sua interezza attraverso il racconto dei vari protagonisti. È un testo che non fa sconti a nessuno e che depura il racconto di ciò che è realmente accaduto da tutte le speculazioni che hanno cercato di intaccare la fondatezza della condanna all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti. Il libro è nato proprio dall'esigenza di raccontare il caso non solo dalle pagine di un giornale, come accaduto al termine di ogni udienza, ma con un libro onesto intellettualmente in cui c'è solo la realtà di come è davvero andata. Niente altro». L’obiettivo è dunque chiaro: demolire tutte le argomentazioni, le posizioni e le proteste di innocenza a favore del "muratore di Mapello", attraverso le innumerevoli prove raccolte durante in laboratorio e nell'aula di tribunale.
La conclusione si trova già nella dedica:: "A Yara, per amore di giustizia e verità". Giustizia per Yara Gambirasio è stata fatta. Le prove schiaccianti e l'impegno nel portare a termine il caso giudiziario da parte degli esperti, tra cui in particolare la PM Letizia Ruggeri, hanno fatto sì che Massimo Bossetti venisse arrestato e condannato al fine pena mai.
M.Pen.