Accadeva 40 anni fa/37, marzo 1983: un mese di...piombo Meratesi in Libano. Cernusco, prima palestra a energia solare

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A fine febbraio (1983) don Angelo Gironi benedice la prima palestra in Italia riscaldata con un impianto a aria che sfrutta l’energia solare. L’impianto realizzato tra i comuni di Cernusco, Osnago, Lomagna e Montevecchia è stato finanziato dall’Enea, l’Ente Nazionale per le Energie Alternative il cui vice presidente, l’ing. Luigi Noè ha tenuto a presenziare alla cerimonia di inaugurazione.
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Ricco il parterre a cominciare dai sindaci Conrater, Mascheroni, Bonanomi e Fumagalli, i meratesi Zappa e Ghezzi (sindaco) , l’on. Citterio, il presidente del consorzio scuola media Giuseppe Morell e i progettisti Ripa e Facchini (dell’istituto di Fisica di Milano). L’impianto copre il 44% del fabbisogno termico per riscaldare la palestra e occupa una superficie di 950 metri quadrati. La palestra è costata 690 milioni finanziati da cassa Depositi e Prestiti mentre il collettore per l’energia solare, 31 milioni che consente un risparmio annuo di 9.390 chilogrammi di gasolio pari a poco meno di 5 milioni.

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8 marzo, martedì, festa della donna. Il settimanale cittadino dedica una pagina alle donne che nei diversi campi, dall’impresa al sociale all’ordine pubblico si sono distinte. Tra le immortalate la signora Martina Dell’oro, vedova Ruffoni notissima tra i vecchi meratesi come la lattaia di via Roma. Poi Bruna Bollani, infaticabile animatrice di tante iniziative sociali e benefiche. Quindi Franca Colnaghi Von Wunster, manager, stilista, ai vertici del gruppo Imec. Infine Giovanna Magnani, la prima “vigilessa” di Merate, tuttora in servizio a 40 anni di distanza, mentre riceve un inaspettato mazzo di mimose da un automobilista.

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 Nessun rilievo da parte della Soprintendenza ai monumenti per l’intervento di restauro della cascina “Tubei Subai” di Osnago di proprietà Arese. Il lavoro del progettista geom. Raffaele Meschi è rispettoso del grande edificio. Si tratta di uno stabile di mille metri quadrati abitabili, per tre piani, pari quindi a circa 3.000 mq. da cui lo studio Meschi intende ricavare 40 alloggi da 75 mq. cadauno circa per un investimento di un miliardo di lire. Lo stabile è del ‘600 ma è stato ricostruito con l’attuale struttura tra il 1850 e il 1890. Al suo interno è stato recuperato un antico pozzo risalente al ‘600.

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Una foto davvero storica: risale al 21 settembre 1924 quando il principe Umberto fece visita a Merate su invito del podestà Carlo Baslini che lo attendeva davanti all’auto. Il principe aveva come meta l’osservatorio astronomico, l’edificio che durante la prima guerra mondiale era stato adibito a convalescenziario militare era poi stato acquistato da un consorzio di istituti superiori di Milano per diventare infine sede staccata dell’0sservatorio di Brera.  Merate era già stata visitata da un membro della famiglia reale: nel 1892 Vittorio Emanuele III si era soffermato prima di essere ospite della villa Falco’ di Mombello. Per ciò l’attuale viale Lombardia era stato intitolato via Principe di Napoli, titolo che spettava a Vittorio Emanuele. Con la repubblica di Salò, Mussolini vietò qualsiasi riferimento al regno, così nel 1944 la bella arteria alberata assunse l’attuale denominazione.


Alle 21.30 del 9 marzo il buio è appena schiarito dai pochi lampioni di via San Francesco. Una pattuglia del Radiomobile carabinieri passa davanti al residence Valenzasca quando incrocia una Fiat Ritmo con a bordo tre o quattro persone, proveniente da via Cornaggia che procede a velocità sospetta.  La pattuglia si ferma e un militare mostra la paletta. Il conducente della Ritmo innesta la retromarcia e tenta la fuga con un testacoda. Uno dei militari imbraccia la mitraglietta Beretta M12 munizionamento 9 x 19 parabellum e spara una raffica in aria. Tutt’altro che intimoriti due occupanti della vettura rispondono al fuoco con pistole a tamburo calibro 38. I carabinieri sparano mentre la Ritmo tenta la fuga. Nel frattempo però sopraggiungono altre due auto e alcuni passanti. I militari sono costretti a sospendere la sparatoria per non mettere in pericolo i civili. Scatta l’allarme in tutta la provincia. Qualcuno poi riferirà di aver visto una Ritmo fermarsi in un parcheggio, caricare una persona e partire con gran stridore di gomme.  L’auto era stata rubata la mattina stessa a Milano. Secondo gli investigatori si trattava di un commando terrorista anche se non era possibile stabilire con certezza quale fosse l’obiettivo.

 
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Gianfranco Montanari e Giuseppe Marraro


Gianfranco Montanari, storico primario di Anestesia e Rianimazione del San Leopoldo Mandic, lascia per la pensione. Al suo posto arriva il catanese Giuseppe Marraro, 43 anni, già aiuto primario al San Carlo di Milano. Nonostante l’età relativamente giovane, Marraro dal 1970 occupa la carica di segretario scientifico e organizzativo del corso di aggiornamento di rianimazione e terapia intensiva che ogni anno si tiene a Milano al quale ha anche partecipato in qualità di relatore e redattore degli atti del convegno. Una sostituzione sicuramente all’altezza della fama del professor Montanari.

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Cala il sipario sulla tre giorni di Cicognola in occasione della festa di San Giuseppe. Una tradizione che per supposte inagibilità dell’area e della villa Perego è stata soppressa. E’ stata una grande festa ma quest’anno a differenza del passato gli organizzatori hanno puntato soprattutto sui bambini conquistandone l’entusiasmo. Oltre 750 bambini hanno visitato la mostra degli attrezzi antichi e dell’apicoltura e hanno partecipato al Toto gioco. Soprattutto il venerdì i bambini hanno letteralmente invaso il parco di villa Perego giocando sui prati e osservando la piccole arnie illustrate loro da Simonetti, Ravasi, Maggioni Genesini e Galbusera.
 

 Aprile sembra un mese segnato dalla...polvere da sparo. Domenica 27 il pulmino Fiat 850 con tre militari a bordo percorre via Fuggitiva a Verderio Superiore (allora), una strada di campagna che collega il paesino a Paderno. Sono zone “fuori mano” come si dice, battute da spacciatori e personaggi che non amano mostrarsi troppo. Dal senso opposto i carabinieri vedono arrivare una Maserati biturbo, un bolide per intenderci. Un mezzo strano che percorre una strada sospetta. I militari decidono per un controllo e bloccano il pulmino sbarrando così la via. Non ci sono fughe possibili: la strada corre tra due prati a circa mezzo metro sotto il sedime, con il classico fossato per la raccolta dell’acqua piovana. Invertire il senso di marcia è dunque impossibile. Infatti il conducente del bolide anziché frenare accelera sfruttando i 190 cavalli della doppia turbina e si lancia nel prato. Per una cinquantina di metri la Maserati corre su due ruote mentre i carabinieri sparano raffiche cercando di colpire gli pneumatici. Il terreno è fradicio, il rischio di impantanarsi è forte. Invece il potente mezzo che pure a trazione posteriore e motore anteriore è a rischio slittamento, grazie alla forte velocità riesce a correre sul prato e dopo duecento metri tornare su via Fuggitiva. Inutile tentare l’inseguimento. I carabinieri allertano la centrale che a sua volta si coordina con le sale operative territoriali. Ma della Maserati nessuna traccia.
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Il ponte di Paderno, chiude al traffico veicolare per 40 giorni. Tanto è necessario per intervenire sugli impalcati delle gallerie che consentono ai convogli di accedere al ponte. Il traffico ferroviario, invece subisce lo stop soltanto tra le 23 e le 4 del mattino. Tantissimi disagi per gli automobilisti costretti a scendere sino a Brivio o in alternativa a Trezzo.

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Ci sono anche militari italiani nel contingente inviato in Libano. C’è Massimo Dell’Era, para’ della Folgore che era alla guida della Jeep quando una bomba è esplosa colpendo un veicolo appena più avanti. Un morto e un sottotenente con una gamba da amputare. E poi colpi di kalashnikov  cui i militari rispondono con il Fal in dotazione. C’è Giovanni Colombo di Missaglia che per cinque mesi ha montato la guardia nei campo di Shabra e Chatila, località diventate tristemente note per essere cimiteri a cielo aperto. C’è Gianfranco Penna, medico di Paderno, come il gemello Gianfilippo, medico pure lui. Hanno vissuto sempre assieme laureandosi assieme, poi Gianfranco è stato inviato in un ospedale da campo a Beirut. C’è Vittorio Andrian, altro para’ della Folgore, di Novate. Vittorio è un abile paracadutista e quando la Folgore cerca volontari per la missione di pace si aggrega subito.  C’è Giovanni Bonfanti di Cassina anche lui per 40 giorni di guardia al campo-cimitero di Shabra.
 

Qualche foto d’epoca a ricordo di eventi, manifestazioni e risultati particolari.
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1)      Tifosi osnaghesi del Monza Calcio che milita in serie B festeggiano Loris Pradella il forte centravanti che con la sua rete ma permesso al club biancorosso di battere la Lazio


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2)      Una bella immagine dei “Falchi Rossi” lo squadrone di amanti e giocatori di baseball e softball del gruppo sportivo Vedette di Montevecchia, istituito da Mario Moiraghi, Carlo Airoldi e Gigi Pessina


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3)      Il cernuschese Bosi si aggiudica il primo torneo di scacchi organizzato dalla locale associazione che ha sede presso la biblioteca. Dietro di lui il calchese Rimini, al terzo posto il meratese Molaschi


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4)      Continua il ricco programma di iniziative della polisportiva Libertas cernuschese. In occasione del carnevale una bella gita nei pressi di Bormio

 


37/continua
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