Ronco: i GinSong riempiono il teatro al debutto del musical ''Che peccato''
Se i precedenti lavori del gruppo teatrale erano degli omaggi e delle rivisitazioni all'universo della Disney, questa nuova sfida è partita da un altro genere di soggetto. Non più gli edulcorati personaggi buoni di Robin Hood o di Peter Pan o di Alice nel paese delle meraviglie. Ad essere protagonisti ora sono i lati negativi dell'essere umano, riconoscibili da tutti in quanto codificati nei sette vizi capitali, incarnati da altrettanti (e più) attori principali, immaginati come fratelli e sorelle, della stessa litigiosità delle divinità dell'epica classica. Nonostante i caratteri incompatibili fra loro, per risolvere un problema epocale saranno obbligati a fare squadra, compiere un viaggio tra diversi mondi alla ricerca di un elemento salvifico. Tra vari colpi di scena, la soluzione sarà diversa da come se la sarebbero aspettata.
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Le atmosfere fantasmagoriche continuano a fare capolino, certamente per non deludere le aspettative del target di riferimento dei GinSong, le famiglie, ma soprattutto per non rinunciare alla vivacità come tratto distintivo delle proprie produzioni. E così la risata resta nobilitata come quel meccanismo che funziona per il pubblico dai tempi della commedia greca alla commedia dell'arte italiana: distaccarsi da ciò che viene messo in scena per raggiungere poi la catarsi. E, dato il tema, con un'irriverenza che non travalica nell'offesa.
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L'ideazione dello spettacolo è cominciata nel 2021 dalla creatività e dalla mano di Irene Consonni, allieva di un'accademia teatrale di Milano, e di Edelweiss Colombo, che ha già diretto altre rappresentazioni in teatro. Sono loro ad aver curato la regia dello spettacolo e il coordinamento con i sedici attori, con i sei musicisti della GinSong Band (due alle chitarre, uno al basso, due alle tastiere e sinth, uno alla batteria), con una decina di coristi e con altrettanti ballerini. Un lavoro cominciato dallo studio dei personaggi, attingendo ai testi sacri, alla Commedia dantesca e, più in generale, alla letteratura che ha raccontato certi tipi di personaggi.
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Un approccio propedeutico all'individuazione dei colori di scena, sia relativi ai singoli protagonisti sia alle scenografie. La scrittura della sceneggiatura è stata affidata alla stessa Irene Consonni ed a Cristian Crisanti, che ha pure all'attivo esperienze in regia. Nel 2021, in pieno Covid, il confronto con gli attori per l'analisi del testo è stato possibile avvalendosi delle videoconferenze su Zoom - un palco racchiuso entro i 12 o al massimo 18 pollici degli schermi - e dei moduli di recitazione digitali.
Rispetto agli albori del 2013, al marchio di fabbrica giocoso e divertente delle prove si è aggiunta la tecnica e la consapevolezza dei propri mezzi, in un percorso di formazione autoregolamentato e orizzontale, in cui far brillare le potenzialità e tendere la mano per superare insieme limiti ed ostacoli. Un gruppo affiatato che è solito trovarsi a provare due volte alla settimana in un locale dell'oratorio di Pagnano. I GinSong sono stati applauditissimi a più riprese nel corso dello spettacolo di domenica. Applausi divenuti scroscianti a sipario chiuso. Il decennale della compagnia, che proprio quest'anno si è costituita formalmente come una associazione culturale e teatrale (la GinSong APS), ha già il sapore della maggiore età, della maturità.
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