Sirtori: ''Voci dalla collina'', sabato 1
Casa Museo i 3 Tetti di Giorgio Riva Presenta
Progetto Teatrale Itinerante tratto da Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
<Immaginato chiacchierando una sera, sulla collina del parco dei Tre Tetti, a Sirtori, con Giorgio Riva, che alla Casa Museo ha dedicato la vita e parte delle sue opere, questo progetto vuole riportare l'attenzione sul capolavoro di Masters, ancora oggi in grado di meravigliare, per la bellezza letteraria, e sorprendere per la sua capacità di raccontare magistralmente gli uomini e le donne, come hanno saputo fare, con incomparabile sensibilità, i grandi monologhi teatrali della tragedia greca o di Shakespeare. E si propone di farlo, evidenziando il luogo dell'evento - di grande impatto visivo e naturale bellezza - e gli spazi artistici progettati con cura e passione, immergendo l'allestimento teatrale nella mappa silvestre ed artistica della Casa Museo 3Tetti. Uno spettacolo, quindi, dove il pubblico sarà invitato - con la raccomandazione di scarpe comode - a percorrere un breve ma speriamo intenso viaggio, per incontrare una parte dei personaggi di Spoon River, sparsi all'interno di questo spazio affascinante ed evocativo, incastonato su una collina del parco di Montevecchia.
"Antologia di Spoon River" raccoglie una serie di epitaffi, o poesie sepolcrali - pubblicati da Edgar Lee Masters nel 1915, sul "Mirror" di St. Louis - che rappresentano la vita umana ispirandosi alle vicende di personaggi realmente esistiti, nei paesini vicino a Springfield. A Lewistown (Illinois), dove il poeta è cresciuto, si può visitare il cimitero locale, ritrovando le lapidi dei veri protagonisti dell'Antologia. Questi "epitaffi viventi" di Masters sono ballate lucenti che nell'arco di pochi versi raccontano la vita di una persona, anche se, pur dicendo molto, non dicono tutto. Un totale di 244 personaggi che coprono quasi tutte le categorie umane: dramma, commedia, valore e verità, coraggio, eroismo e fallimento. Storie di uomini e donne, consapevoli del tempo passato, che sussurrano, o gridano, della loro esistenza terrena, con toni malinconici o rabbiosi, spesso arresi, che non avendo più niente da perdere, possono raccontarsi in relativa sincerità (la propria). Un surreale ponte fra i vivi e i morti, in un tentativo di resurrezione che prolunga nell'oltretomba le loro domande, le ansie, i rimorsi, le questioni irrisolte. Di certo, un cammino melanconico nella memoria, attraverso le biografie e i tanti modi di morire e di vivere. Sulla collina - forse la stessa che Dante vede nell'Inferno - fra ricordi e rimpianti, si intuisce un forte bisogno di raccontare, di ottenere consenso da chi ascolta, ricordandoci costantemente che la vita non andrebbe sprecata. Ma ogni personaggio, in controluce, ci propone anche una visione del mondo, un punto di vista sul quale meditare, per le nostre scelte da vivi. L'Antologia di Spoon River, riesce nel mirabile paradosso di indicare un possibile senso della vita, parlando dalla (e della) morte.
Voci dalla collina
A cura di Claudio V. Migliavacca Allestimento Scenico e Costumi Maria Anastasia Colombo e Marta Valtolina
Con in ordine alfabeticoAlex Barbero Daniela Bonetti Giuseppe Buffoli Martina Carlin Roberta Castoldi Ambrogio Crotti Chiara Elli Giovanna Gagliardini Gianmario Italiano Massimo Leva Giorgio Lupi Alice Maniglio Annina Pennati Sandro Ricetto Margherita Rigamondi Antonio Simonetta Anna Sirtori Stefano Spera Marta Valtolina Federico Vescia Marco Vimercati Veronica Zampol
Sabato 1° luglio 2023 | ore 21
"Antologia di Spoon River" raccoglie una serie di epitaffi, o poesie sepolcrali - pubblicati da Edgar Lee Masters nel 1915, sul "Mirror" di St. Louis - che rappresentano la vita umana ispirandosi alle vicende di personaggi realmente esistiti, nei paesini vicino a Springfield. A Lewistown (Illinois), dove il poeta è cresciuto, si può visitare il cimitero locale, ritrovando le lapidi dei veri protagonisti dell'Antologia. Questi "epitaffi viventi" di Masters sono ballate lucenti che nell'arco di pochi versi raccontano la vita di una persona, anche se, pur dicendo molto, non dicono tutto. Un totale di 244 personaggi che coprono quasi tutte le categorie umane: dramma, commedia, valore e verità, coraggio, eroismo e fallimento. Storie di uomini e donne, consapevoli del tempo passato, che sussurrano, o gridano, della loro esistenza terrena, con toni malinconici o rabbiosi, spesso arresi, che non avendo più niente da perdere, possono raccontarsi in relativa sincerità (la propria). Un surreale ponte fra i vivi e i morti, in un tentativo di resurrezione che prolunga nell'oltretomba le loro domande, le ansie, i rimorsi, le questioni irrisolte. Di certo, un cammino melanconico nella memoria, attraverso le biografie e i tanti modi di morire e di vivere. Sulla collina - forse la stessa che Dante vede nell'Inferno - fra ricordi e rimpianti, si intuisce un forte bisogno di raccontare, di ottenere consenso da chi ascolta, ricordandoci costantemente che la vita non andrebbe sprecata. Ma ogni personaggio, in controluce, ci propone anche una visione del mondo, un punto di vista sul quale meditare, per le nostre scelte da vivi. L'Antologia di Spoon River, riesce nel mirabile paradosso di indicare un possibile senso della vita, parlando dalla (e della) morte.
Claudio V. Migliavacca