Cernusco: la consigliera Brusadelli sta aprendo delle strade che verranno percorse da altre donne

Mi ritrovo a scrivere due righe relativamente alla lettera del Sindaco Toto inviata alla consigliera Brusadelli e pubblicata sul vostro giornale il 23/06.
Senza entrare nel merito degli aspetti strettamente amministrativi e politici già trattati da altri prima di me, vorrei soffermarmi su alcuni punti che mi hanno particolarmente colpita.
La consigliera viene tacciata dal sindaco come "consigliera che di politica e amministrazione capisce poco."
Difficile a credersi che la consigliera Brusadelli laureata in economia nella migliore università italiana e la 16esima nel mondo secondo il qs world universities rankings, capisca poco di numeri ed amministrazione, direi proprio il contrario. È appunto la padronanza dei numeri data da una solida formazione di studio che le consente di leggere in maniera puntuale, precisa e anche immediata cosa si cela dietro ad essi, quali azioni politiche rappresentano perché i numeri contrariamente a quanto si possa pensare i numeri parlano e raccontano, raccontano le realtà, le politiche, la società raccontano del mondo e sempre più ci affidiamo a loro per comprenderlo.
Ciò detto allora la ricostruzione dei fatti definita dal sindaco "fantasiosa e menzognera" non può trovare riscontro nella realtà.
La consigliera viene tacciata di essere "maestrina" termine usato con disprezzo per zittire le donne. Vien da pensare che il rapporto di questi uomini con la maestra delle elementari che magari segnava in rosso i loro errori sia stato particolarmente traumatico al punto che viene utilizzato per zittire qualunque donna che ragiona e che porta argomenti validi a sostegno delle proprie idee. Allora il problema non è di carattere politico ma è di un trauma infantile irrisolto.
Questa frase evidenzia anche una certa insofferenza verso le donne che hanno delle opinioni e che le sostengono con fermezza, così come del resto tutti quando discutiamo cerchiamo di portare l'interlocutore sulle nostre posizioni.
Quando è una donna a sostenere il contraddittorio con un uomo capita spesso che si senta rimproverare di riuscirci e magari anche bene, la donna per non irritare l'uomo con cui si sta confrontando, deve solo sperare di non avere ragione. "sarebbe bello se portaste contenuti e idee e imparaste a lavorare con e per il nostro paese" Classica frase che la maggioranza di un comune rivolge irritata alla minoranza, quando l'operato di questa a è puntuale, costante e coglie nel vivo i problemi. Forse il sindaco dimentica che ognuno ha il proprio ruolo, la maggioranza deve gestire nel miglior modo possibile il bene comune e la minoranza invece deve controllare che questi lo facciano bene, questa divisione dei ruoli è una grande libertà che ci regala un sistema democratico, in politica non ci possono essere confusioni di ruoli chi governa deve farlo e dimostrare di saperlo fare. Dire alla minoranza di essere propositiva è una debolezza di chi lo dice, nasconde limiti e mancanza di visione.
Un'ultima cosa non dimentichiamo che in politica ci vuole innanzitutto rispetto, rispetto anche per le opposizioni, il confronto può essere duro, ma deve essere sui fatti, sui numeri, sulle politiche, quando il confronto si sposta sulle persone attaccandole allora non è più politica è altro. Ciò significa che c'è un problema, non accettare le critiche come un normale esercizio di democrazia, significa che il problema ce l'ha chi governa.
Per concludere consigliera Brusadelli nell'esercizio del suo ruolo è incappata in una classica reazione maschilista che non accetta che una donna possa sapere, conoscere che possa avere le proprie opinioni sostenerle e difenderle, che possa essere trattata come un individuo alla pari. Passerà ancora tanta acqua sotto ai ponti prima che questa cultura cambi.
Sappia che sta facendo una grande cosa, lei sta aprendo delle strade che verranno percorse da altre donne.
Con tutta la mia solidarietà
Patrizia Riva- Consigliera comunale Merate
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