Fiocco (rosa o azzurro?) per le tartarughe d’acqua dolce del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone

Nel 2014 l’Ente Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, grazie ad un contributo di Fondazione CARIPLO e al supporto tecnico-scientifico dei ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano- Bicocca, avviò il programma di reintroduzione di una popolazione di Tartaruga palustre europea, nota con il nome scientifico di Emys orbicularis, all’interno di un’area umida del Parco.


Si tratta di una specie che in Italia settentrionale è presente solo in pochissimi ambienti, a causa della distruzione del suo habitat (le zone umide), dell’isolamento ecologico, delle modalità di conduzione delle pratiche agricole, dell’introduzione di specie esotiche che sottraggono risorse o diffondono patologie.



A distanza di soli sette anni dall’avvio del programma di reintroduzione ecco la notizia dell’avvenuta riproduzione degli individui rilasciati! Nel mese di giugno 2023 infatti, i ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca (Valerio Orioli e Simone Masin, coadiuvati dalle GEV e dai volontari del Parco), durante le operazioni di monitoraggio finalizzate a verificare lo stato di salute della popolazione reintrodotta, hanno avuto modo di catturare un giovane della specie.

Si tratta di individuo la cui età è stimabile in un paio di anni, la cui nascita può essere verosimilmente fatta risalire all’autunno del 2021. Il suo ritrovamento testimonia il successo del progetto e lascia ben sperare per l’affrancamento, se non un ampliamento, della popolazione nel prossimo futuro. Quanto al sesso dell’individuo catturato ancora non è possibile stabilirlo da una diagnosi morfologica vista la precoce età. Saranno quindi le successive catture previste dal monitoraggio a chiarire questo aspetto.


"La salvaguardia della fauna autoctona è un valore fondamentale per l’attività del Parco e rappresentano pericoli reali e molto gravi l’introduzione di specie esotiche, come ad esempio le tartarughe da acquario, e i cani lasciati liberi di muoversi in ambiti naturali delicati" il commento del presidente Marco Molgora.
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