Sartirana: ''Il Gesto sacro'', in parrocchia la presentazione del libro di Massironi e Basile sul 'percorso architettonico' di Mario Botta

Il luogo sacro come "casa tra le case". Di questo si è discusso nella serata di giovedì 29 presso la parrocchia di Sartirana. Gli autori del libro "Il gesto sacro" Sergio Massironi e Beatrice Basile hanno presentato la loro opera pubblicata nel 2020 e realizzata in dialogo con l'architetto Mario Botta che come ogni anno è tornato a Sartirana per partecipare alla vita della chiesa di cui è stato l'ideatore 36 anni fa. Presenti all'incontro inoltre il filosofo Silvano Petrosino e Don Nicola Zanini, vicario della diocesi di Lugano nonché uno dei maggiori esperti di liturgia di lingua italiana.

Beatrice Basile, Mario Botta, Sergio Massironi

"Il testo è stato frutto di un lavoro intergenerazionale" ha esordito Beatrice Basile facendo riferimento alla sua pubblicazione. "Il gesto sacro" è difatti nato dall'incontro in un primo momento tra don Massironi e Beatrice Basile una ragazza frequentatrice del suo oratorio che ora sta conseguendo un dottorato di ricerca in architettura al Politecnico di Milano. I due nel 2018, in occasione della cerimonia per il conferimento del premio Ratzinger, hanno avuto la possibilità di intervistare l'architetto Botta con il quale hanno iniziato una conversazione informale per ripercorrere temi fondamentali della sua architettura allo scopo di scrivere un articolo che però risultò inadeguato a esprimere la ricchezza della quale erano stati testimoni. Da qui l'idea di trasformarlo in un libro che illustrasse il percorso della sua architettura attraverso parole, immagini e disegni. Nella prima parte hanno deciso di presentare i maestri di riferimento che hanno dettato il percorso formativo dell'Architetto svizzero per poi concentrarsi nell'ultima parte su fotografie sacre inedite di Alessandro Nanni che chiarificano le linee progettuali in maniera chiara e coincisa. Nell'opera sono delineate le riflessioni sui fondamentali dell'architettura che sono diventate il cuore della disciplina di Botta: il perimetro, la gravità, la luce, la trasparenza, il finito e l'infinito.

Don Nicola Zanini, Beatrice Basile, Mario Botta, Silvano Petrosino e Sergio Massironi

 

Silvano Petrosino ha specificato che ciò che spiega il lavoro di Botta descritto nel libro è la differenza tra spazio e luogo. "Lo spazio non esiste, è un'astrazione. Heidegger affermò che il "luogo viene prima dello spazio", infatti quest'ultimo venne definito solo con la scienza di Galileo". Nel momento in cui diventa conosciuto però lo spazio si trasforma in luogo perché viene modellato e abitato secondo il modo di essere di ognuno "noi abitiamo in luoghi non in spazi". E è da questo concetto che si crea un legame con il sacro. Il sociologo Émile Durkheim propose la definizione perfetta di religione come "l'amministrazione del sacro", che è specchio di quello che poi facciamo nelle nostre case organizzando una routine e dando un ordine. "La differenza sta nel fatto che la religione cerca di amministrare ciò che non può essere amministrato, ciò che sfugge agli amministratori che rischiano di diventare padroni allo stesso modo in cui la Chiesa rischia di cadere in tentazione di trasformarsi in proprietaria". La casa però deve essere il luogo in cui si condivide nutrimento e culto. Non ci deve quindi essere un padrone, solamente tenendo conto dell'altro si crea un edificio abitabile. E questo è un processo analogo a quello che viene messo in atto nelle costruzioni sacre che devono portare benessere non solo nella celebrazione liturgica ma devono fornire sempre quelle condizioni necessarie per far sentire a casa i cittadini.

 

Don Nicola ha puntualizzato che un luogo sacro funziona quando c'è qualità. Spesso sorgono opinioni contrastanti sulle chiese più moderne che vengono realizzate con elementi lontani dalla tradizione architettonica osservata per secoli. La parrocchia di San Pietro, che ha ospitato la conferenza, è testimonianza che "la chiesa è un luogo in cui si deve star bene, deve essere una casa tra le nostre case. Il sentito funerale di Don Adriano è stata la conferma di questo messaggio". Per creare questa situazione una persona deve sentirsi dentro un percorso di fede coinvolgendo tutti i sensi attraverso la luce e i materiali studiati appositamente per raggiungere questo scopo, che non devono per forza rispecchiare quelli utilizzati in altri tempi ma quelli che meglio ospitano l'uomo "moderno".

 

Mario Botta ha infatti confermato il collegamento tra architettura e storia "l'architettura è un lavoro semplice, basta montare mattone su mattone seguendo la gravità, è un processo semplicistico, che però non dà garanzia di uscita. La sua evoluzione nella storia è stata causata dalla globalizzazione che ha complicato esponenzialmente il modo di vivere dell'umanità". L'uomo è diventato più pretenzioso esigendo fabbricati realizzati in maniera economica, ecologica ed estetica. Se la costruzione urbanistica risulta sempre più complessa, quella sacrale ha sempre comportato un altro livello di difficoltà in quanto mette a confronto con qualcosa di astratto, di metafisico, mentre l'architettura vira al finito. Condizione fondamentale per la progettazione è oltretutto la memoria che è radicata sul territorio e che si è fatta sempre più urgente da quando è subentrata la cultura moderna caratterizzata dalla velocità che rende più debole il ricordo togliendo "le armi creative necessarie per mantenere quell'equilibrio sociale che fa nascere una casa. Per la chiesa questa stabilità deve essere consolidata nella storia e condivisa da una generazione all'altra per poter diventare testimonianza dell'uomo di oggi".

Con queste parole e riflessioni la parrocchia ha inaugurato la festa patronale del paese che proseguirà fino al 3 luglio alternando momenti di preghiera, svago e divertimento.

I.Bi.
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