Dr. Magni: sulla Psichiatria del Mandic, il dg. Favini cerca il consenso politico, la sua risposta è scontata, burocratica, vuota

La prima considerazione spontanea che scatta, dopo avere letto "Informativa Psichiatrica Mandic per OO.SS", del dott. Paolo Favini, Direttore Generale ASST di Lecco, riguarda la struttura linguistica del comunicato e non solo. Da un Direttore di una struttura pubblica di un certo peso com'è l'ASST ci si aspetterebbe una comunicazione più rigorosa, ne va della dignità della cosa pubblica. Non tutti sono tenuti a essere dei linguisti, però sarebbe opportuno scrivere dei comunicati più efficaci. Non necessariamente bisogna essere giornalisti o laureati in lettere o in filologia classica, basterebbe una scrittura semplice ma ben organizzata. J. Lacan, psicoanalista francese, insisteva sempre nell'incoraggiare i suoi allievi a scrivere le proprie emozioni per imparare a raffinare il pensiero e la comunicazione; una comunicazione mal posta, mal scritta evidenzia una certa debolezza dell'argomentare. Qualcuno sostiene che l'uomo è il pensiero e il pensiero è l'uomo: «l'Uomo è quello che sa e diventa ciò che pensa».

Tutto questo per dire che, subito dall'inizio del comunicato, c'è qualche difficoltà a comprendere se è rivolto ai sindacati, ai dipendenti, alla stampa agli utenti: a chi si rivolge?

Per quanto riguarda i contenuti la risposta è ovvia, ripetitiva, scontata, burocratica: non c'è il personale sanitario specialistico quindi il reparto di psichiatria del Mandic resterà chiuso com'è stato per il periodo del covid. In sostanza, il reparto non sarà più aperto, massimo sarà rinforzato il Cps di Merate.

Poi, il genio della lampada di Aladino della sanità lombarda rileva che la medicina compie progressi e che offrirà delle soluzioni opportune; continuare a guardare il passato fa parte di una memorialistica poco convincente. La questione non riguarda il passato o il futuro ma interessa il presente. La malattia non si declina tra passato o futuro, la malattia coinvolge l'adesso e, in questo frangente c'è soltanto la mancanza, il vuoto. Nel comunicato non c'è nessuna indicazione operativa di come affrontare l'attuale situazione, si prende atto della condizione senza proporre una minima, banale strategia compensativa. C'è il vuoto strategico, altro che Direzione Strategica!

Il comunicato, per legittimare democraticamente la risposta, finisce chiamando in causa dei referenti politici della sanità territoriale, in particolare pone l'accento sul nome di un membro del centro-sinistra, degli altri tre, del centrodestra, li lascia nell'anonimato. Va detto che questi organismi ormai sono svuotati di significato, servono soltanto al dott. Paolo Favini a giustificarsi, a trovare un consenso dell'apparato che risponde in modo conservativo.

Il risultato è che la sanità pubblica, il disagio mentale vive in questo periodo una situazione di fatica e di fragilità profonda che coinvolge la medicina di base a quella specialistica. Comunicati di questo tenore non servono. Ragionamenti autoreferenziali, giustificatori riguardano soltanto una piccola cerchia di tecnici e politici di paese.

Nel frattempo chi richiede una prestazione, un intervento si rivolge allo psicoterapeuta o allo psichiatra al privato: così vanno le cose. Chi se lo può permettere si rivolge a cliniche oltre Chiasso. Ci si aspetterebbe da una Direzione Strategica delle proposte. Sono tutti capaci di fare i grandi in tempi di vacche grasse, ma è proprio nel tempo della carestia che occorrono strategie in grado di rispondere ai bisogni complessivi della salute.

Dr. Enrico Magni - Psicologo, psicoterapeuta, giornalista
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