I neoliberisti non esistono

- di stampo neoliberista -
Ho letto questa locuzione in uno dei vostri articoli e vorrei sviscerarne il significato.

Neoliberista è un vocabolo cui è associata nessuna categoria politica né pensiero economico, sembrerebbe una traduzione farlocca, invece è un vocabolo sorto tra i sovranisti italiani noglobal mentre giocavano a facebook a fine anni '90. Potreste trovare in giro invece dei nuovi liberali, siamo in molti, a volte inconsapevoli, e ci trovate in tutti i partiti d'Europa. Per natura e per definizione lo stato liberale è quello che non commette abusi, garantisce ai cittadini la libertà di vivere secondo le proprie scelte e si assicura che non subiscano costrizioni. Nella pratica ciò si traduce in leggi e istituzioni che distribuiscono e controllano i poteri.

Gli equilibri liberali e i principi con cui si definiscono le leggi impediscono alle guardie di arrestare gente per antipatia, ai magistrati di assumere periti faziosi per indirizzare le cause, e agli ispettori di chiudere aziende per avvantaggiare i concorrenti. Uno stato liberale guarda anche al mercato e lo regola per proteggere economia reale e finanza buona dagli avventurieri speculatori, cioè quelli che pagano nessuno e ti fregano i clienti.

Purtroppo a partire dagli anni '90 in Italia abbiamo assistito ad una continua semplificazione dei rapporti tra i poteri, di fatto c'è sovrapposizione e contiguità tra potere legislativo-esecutivo-amministrativo, è tutto sbilanciato nelle mani di pochi. In questi 3 decenni abbiamo visto l'assorbimento progressivo del potere amministrativo ed esecutivo nelle mani dei legislatori che hanno assunto il carico di eseguire i propri desideri.

Siamo passati da una democrazia rappresentativa a una democrazia di fatto, ovvero votiamo, ci sembra di scegliere, e i politici fanno quello che vogliono come dei sovranisti qualunque. Così si arriva alla gestione familista della cosa pubblica.

I neoliberisti insomma esistono solo nell'internet come uno spauracchio, ma dai principi liberali si sono sviluppati i migliori pensieri radicale, popolare e socialista. L'anima liberale, repubblicana, si indigna e si agita per le ombre anarchiche e tiranniche, e i nostri politici dovrebbero agire proattivamente usando le risorse per creare sviluppo, mantenendo le distanze dalle politiche estrattive, esclusive e autarchiche. Per un liberale i mercati vanno regolati con la legge, tutti dovremmo avere accesso alle istituzioni, va garantita stabilità economica a chiunque lavori, e aiutato chi non riesce. Nessuna persona deve poter commettere abusi attraverso le istituzioni perché la libertà è al di sopra dell'oro e dell'argento. Su questi buoni principi e propositi è nata l'Europa.

L'accentramento dei poteri e la gerarchizzazione della politica invece hanno fatto nascere solo dittature, limitazione dei diritti e povertà generalizzata. Per uscire dalla paranoia dei social e imparare cose buone non serve studiare Montesquieu per intero o far tanti anni di scuola politica, basta leggere Antimachiavelli di Federico II di Prussia e il Manifesto di Ventotene, poche pagine sincere che danno una spinta vera al pensiero. Ciao.
Mario Sirio Levati
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