Osnago: con lo sguardo al futuro delle parrocchie, Mons. Manganini celebra il 65°

Nella messa delle ore 18.00 di sabato 24 giugno è stato celebrato nella chiesa parrocchiale di Osnago il 65° anniversario dell’ordinazione di Monsignor Luigi Manganini, avvenuta il 21 giugno 1958. Un giorno ancora impresso nella sua memoria e cominciato secondo i migliori propositi e nel migliore dei modi.

“Sono contento che ad impormi le mani sia stato l’allora arcivescovo Giovanni Battista Montini, che sarebbe poi diventato papa Paolo VI, beatificato e in ultimo canonizzato santo”.
Nato ad Osnago il 24 novembre 1935, si è avvicinato alla fede frequentando la parrocchia locale fin da piccolo. Da allora ha percorso numerose tappe, da cappellano di Sua Santità fino ad essere vicario episcopale dei cardinali Martini e Tettamanzi e poi arciprete del Duomo di Milano.

Durante l’omelia, Mons. Manganini ha indugiato a più riprese sul ruolo della parrocchia, come centro nevralgico delle comunità religiose diffuse sul territorio: “La parrocchia e tutti i suoi membri sono testimoni della resurrezione di Gesù”. Un discorso tenuto non solo per ragioni affettive perché pronunciate nella sua parrocchia natia dove è tornato ad aiutare l’attuale parroco don Alessandro Fusetti nella celebrazione di alcune funzioni eucaristiche feriali e certe volte anche le festive, oltre ad adoperarsi nell’amministrare il sacramento della confessione.

Lo sguardo era probabilmente rivolto anche al prossimo futuro: “A ottobre si terrà il sinodo dei vescovi. I cambiamenti saranno tanti nelle parrocchie e dovremo dirci pronti e aperti alle novità”. Parole sapientemente misurate, austere e piene di consapevolezza. Del resto Mons. Manganini è stato Responsabile dell’Ufficio Sinodo dal 1993 al 1995, periodo in cui è stato anche Responsabile dell’Ufficio Ecumenismo e Dialogo. Più avanti è stato dal 1997 al 2001 Responsabile dell’Ufficio per il Servizio della Parola, della Liturgia e del Dialogo. Manganini ha fatto intendere che saranno stabilite delle decisioni per far fronte alle difficoltà organizzative nella gestione delle parrocchie. Pesa infatti la carenza di nuovi sacerdoti.
È proprio pensando ai giovani che Monsignor ha affermato: “La mia vocazione? Sarei contento se potessi dire che il sacerdozio e il presbiterato è stato ed è continuamente il mio sogno realizzato. Il mio è stato un sogno verificato come chiamata di Dio, sono stato calato nelle prove e nelle contraddizioni, ma anche nelle gioie della vita, nella mia quotidiana insicurezza”. Quindi il messaggio diretto alle nuove generazioni: “Ai giovani dico di sognare molto. Cari ragazzi e care ragazze, pescate il sogno più costante e genuino e perseguitelo. Il sogno è il progetto di Dio su di noi, quindi è ciò che ci rende davvero felici”.

Manganini ha concluso l’intervento dicendo di provare un sentimento pieno di ringraziamento e gratitudine. Ha quindi ringraziato i fedeli, il parroco e ha rivolto un pensiero a padre Giovanni Bonanomi, ordinato sacerdote tre mesi prima di lui, dunque sempre nel 1958, ma a Torino, e che non ha potuto essere presente alla messa del 65° anniversario per le sue condizioni di salute.

A seguire don Alessandro ha espresso la propria contentezza per condividere quel momento con Mons. Manganini, per aver ascoltato da lui la Parola di Dio. Quindi il personale grazie per l’aiuto alla vita sacramentale che ancora Manganini offre: “Un aiuto discreto che avviene solo se richiesto”. Per dare forma a questa gratitudine don Alessandro, o meglio un piccolo bambino presente in chiesa, ha offerto come dono un’icona sacra di Simeone, prendendo spunto dalla lettura del Vangelo di Luca pronunciata durante la messa prefestiva.

Al termine, nel giardino della chiesa è stato offerto un aperitivo per festeggiare Mons. Luigi Manganini.
M.P.
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