Beverate: focus su long covid e vaccini con la dottoressa Roberta Villa. Oratorio pieno
Quarto incontro della rassegna "lo sguardo oltre la mascherina" con la dottoressa, giornalista scientifica e autrice Roberta Villa, che nella serata di venerdì 23, ha discusso con i numerosi presenti all'oratorio di Beverate di "long Covid e vaccini", chiarendo alcuni aspetti che negli ultimi anni hanno creato confusione e incertezza.
La dottoressa Roberta Villa
"Il Covid sembra ormai questione di un'altra epoca. Ricordate il buio e il silenzio spettrale spezzato solamente dalle sirene delle ambulanze? Sembrano passati 30 anni e non 3. È come se ci fosse stata una rimozione collettiva analoga a quella seguita cent'anni fa alla Spagnola, che portò milioni di morti" ha esordito la dottoressa, ricordando le 190.782 vittime italiane del virus, - tra cui il medico del paese Ivan Mauri - perite soprattutto a causa del collettivo negazionismo iniziale "già dal maggio 2020 si pensava che il virus si fosse fermato, al contrario i picchi si sono poi manifestati nei mesi estivi, ribaltando la situazione di apparente sicurezza".
Non bisogna dunque abbassare la guardia: "ci sono infatti tutte le circostanze per cui si potrebbero verificare altre pandemie, la nostra è stata definita addirittura "l'era pandemica". Come cittadini è importante evitare di essere superstiziosi, solamente tenendo conto delle possibilità si può evitare o controllare il rischio".
Per fermare l'epidemia globale sono stati creati quei vaccini che hanno ridotto la trasmissione e il contagio, ma che hanno allo stesso tempo suscitato timore e polemiche tra la popolazione. Lo scetticismo si è manifestato paradossalmente nei confronti del successo scientifico ottenuto in poco tempo, raggiunto grazie a diversi fattori. I ricercatori aziendali e universitari di tutto il mondo, già preparati, avevano studiato vaccini contro Sars e Ebola e quindi il passo è stato semplice. Cambiando il messaggio da inviare al sistema immunitario sono riusciti ad ottenere i primi prototipi dopo poco, impiegando tutte le forze disponibili e i finanziamenti investiti globalmente per trovare una cura. L'enorme sperimentazione del farmaco ha permesso di verificarne immediatamente l'effettività con la sua somministrazione nel pieno della circolazione del morbo. Il panico generale è derivato proprio dalla nuova metodologia di realizzazione del vaccino, che invece per questo motivo è molto sicuro, in quanto non viene iniettato il virus stesso, come per altre patologie, ma solo lo spike necessario ad attivare la risposta immunitaria. Il 5 maggio 2023 è stata dichiarata la fine dell'emergenza: il Covid tuttavia continua a circolare, ad oggi non ci sono gli strumenti necessari per fermarlo. Bisogna considerarlo come una malattia dalla quale difendersi come altre, non però come un'influenza. Alcuni sintomi sono analoghi, l'influenza è una patologia respiratoria, mentre il Covid non colpisce solamente le vie respiratorie, ma tutti i tessuti, provocando principalmente danni alle cellule che coprono la superficie interne dei vasi sanguigni causando trombosi ed embolie. Inizialmente anche l'organizzazione mondiale della sanità era confusa, si pensava che il virus si trasmettesse solo da sintomatici, chiunque in realtà può esserne portatore. A differenza delle influenze, come la Spagnola, che offrono una sorta di immunità a lungo termine rendendola una malattia stagionale, il Covid non ha questa caratteristica infatti si può contrarre anche a distanza ravvicinata. "Si è giunti perciò alla conclusione che l'unica similarità tra le due diverse patologie è il tasso di mortalità ora molto ridotto per entrambe" ha dichiarato la dottoressa prima di passare a trattare degli effetti a lungo termine del Covid.
La presenza continua del virus, la risposta del sistema immunitario e i danni ai vasi sanguigni sono le tre modalità che spiegano il fenomeno del "long Covid", che perpetuano gli effetti della malattia, una sorta di depressione sul sistema immunitario che porta ad un aumento dei casi di Herpes Zoster e Ictus. Stanchezza, perdita del gusto e problemi respiratori, ma anche ansia e depressione potrebbero essere sintomi lasciati dal virus. La conferma potrà essere data però dopo studi portati avanti per anni, quindi per ora l'esperta ha consigliato che è meglio diffidare di queste definizioni. "Sicuramente l'impatto dell'epidemia è stato sia sociale che economico, molti non sono più riusciti a tornare a lavorare, è anche vero però che non possiamo vivere per sempre con l'angoscia. Ognuno può prendere le proprie precauzioni, chissà in un domani i sistemi di ventilazione verranno dotati di sistemi di filtrazione adatti per facilitare la vita di tutti". Oggi si stanno continuando a sviluppare vaccini per fermare completamente la diffusione, nel frattempo l'importante è informarsi e non credere sempre a tutto ciò che passa dalla bocca dei potenti.
I.Bi.