Brivio: la missione di don Andrea Perego tra povertà, abusi e prepotenze dello Stato


La realtà di una città di 4 milioni di abitanti divisa nettamente tra ricchi e poveri, tra quartieri con servizi di alto livello e costo della vita superiore rispetto a quello italiano e le favelas con condizioni di vita disumane. Questa è Salvador, la capitale dello stato di Bahia situata nel nord-est del Brasile dove don Andrea Perego si è recato in missione come fidei donum.

Don Andrea

 

 

 

Nella serata di sabato 17 il religioso ha illustrato, con l'aiuto di immagini, la comunità che ruota intorno alla sua parrocchia "Jesus Cristo Ressuscidado" che da dicembre lo ospita. La chiesa è situata proprio nella favela, nella parte più degradata della metropoli in un clima pericoloso e violento. Don Andrea ha raccontato senza filtri le situazioni di disagio e abusi che caratterizzano la sua zona: alcol, droghe, prostituzione minorile e omicidi sono solo un esempio di una normalità che il paese non riesce a cambiare. Questi crimini infatti vengono perpetrati e incoraggiati dallo stato e dalle forze dell'ordine che mettono in atto dei veri e propri assalti che hanno lo scopo di punire non solo i criminali, ma anche civili innocenti, che rimangono terrorizzati da coloro che invece dovrebbero tutelarli tanto da definire la polizia "una banda armata legalizzata dallo Stato".

Don Andrea in un'occasione si è trovato un fucile puntato in fronte solamente per aver inconsciamente ostacolato il passaggio di un veicolo della polizia. È quindi facile capire come gang armate, bambini abusati, donne consumate da patologie psicologiche o da alcol pullulino le strade, lasciate allo sbando da uomini assenti e dallo Stato che volta le spalle ai bisognosi creando una realtà spietata dalla quale è praticamente impossibile uscire.

Don Emanuele, Don Emilio, Don Andrea e alcuni membri della comunità parrocchiale di Brivio e Beverate

 

In questo contesto la parrocchia di don Andrea rappresenta un vero e proprio faro di riferimento offrendo l'unico luogo sicuro e pulito per i ragazzi e bambini cresciuti in questa situazione. È un centro educativo, per molti l'unico ambiente in cui possono ricevere un'istruzione civica e religiosa che possa aiutarli ad uscire un domani da questa favela che confina e isola rispetto al mondo esterno. I cittadini si aggrappano alla fede che dà speranza, partecipando alle Messe e alle vie crucis anche sotto acque torrenziali. I ragazzi imparano seguendo la Parola di Dio ma allenano anche il corpo attraverso corsi offerti dalla chiesa come quello di danza classica al quale partecipano 200 ragazzi o quelli di violino.

Don Andrea con l'aiuto di altri preti e suore sta dunque consolidando una nuova prospettiva di vita creando una comunità basata sui principi del Vangelo ma anche sui diritti umani che, come da lui testimoniato, non in tutto il Brasile vengono garantiti. Il 25 giugno, infatti, il religioso ripartirà per proseguire la sua missione che potrebbe tenerlo impegnato per i prossimi 9 anni, in un cammino che sta già dando i suoi frutti.
I.Bi.
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