Brivio: giovani sempre più fragili dopo la pandemia. Parola a Fumagalli e Belloni

Prosegue la rassegna "Lo sguardo oltre la mascherina" organizzata dalla Comunità Pastorale Beata Vergine Maria di Brivio e Beverate con il terzo incontro di venerdì 16 giugno: "Ci hanno rubato l'adolescenza?", una riflessione sulle conseguenze della chiusura forzata sulla vita sociale dei giovani. A presenziare sono stati invitati la dott.ssa Francesca Fumagalli, coordinatrice del Consultorio famigliare di ispirazione cristiana di Merate, ed il prof. Claudio Belloni, docente di storia e filosofia al liceo Bachelet di Oggiono, che hanno portato esperienze, testimonianze e dati relativi agli effetti della pandemia sugli adolescenti.

 

Il professor Claudio Belloni e la dottoressa Francesca Fumagalli

"In questi anni di pandemia i giovani sono stati i 'grandi dimenticati': a loro è stato chiesto di rinunciare alla propria gioventù e a tutto ciò di cui un'adolescenza sana ha bisogno. Tra chiusure, restrizioni, DAD (didattica a distanza, ndr) e distanziamento sociale, ragazze e ragazzi sono stati privati di incontri, amicizie, amori, errori, tentativi, contatti: una lunga lista di 'prime volte' negate che gli adolescenti hanno dovuto mettere in pausa indefinitamente, in una fase di vita decisiva per lo sviluppo delle relazioni e della propria identità" sono state le parole del prof. Belloni, che ha riflettuto su una serie di considerazioni fatte dai propri alunni. "A casa non stavo bene, ma appena ho avuto la possibilità di uscire ho rifiutato ogni invito perchè isolarmi era diventato confortevole. Ora mi sono promessa di dire di sì ad ogni offerta perchè non voglio più rimanere da sola in casa", "Prima della pandemia andavo spesso a trovare i miei nonni per passare del tempo con loro. Ora che ci si può incontrare di nuovo mi accorgo che il tempo è passato e l'invecchiamento non permette loro di fare più le stesse cose di prima", "Non riuscivo più a stare a casa, era diventata il luogo dello studio e nel tempo libero non si poteva far altro che usare computer e cellulare, da cui siamo diventati tutti più dipendenti" e ancora "Una delle realtà che più mi è mancata è stata lo sport. Muoversi è diventato difficile e la sedentarietà, assieme al potersi alzare per andare a mangiare qualcosa in cucina, si è tramutata in varie forme di disturbi alimentari". Queste sono alcune delle testimonianze riportate dal prof. Belloni, che ha dato una prima analisi sulle conseguenze che ancora oggi numerosi adolescenti si portano dietro, "derubati" di anni importanti della loro vita e di esperienze che non gli hanno permesso di crescere umanamente.

Ha poi preso parola la dott.ssa Fumagalli, la quale ha presentato in breve una ricerca quantitativa sullo stato di benessere relazionale e psicologico di ragazzi tra gli 11 ed i 18 anni nel territorio del comasco e lecchese, dal titolo #CosaVIDico. Dai questionari proposti a 2501 tra preadolescenti ed adolescenti, sono emerse spaventose fragilità che, in chi più ed in chi meno, sono rimaste anche al termine della pandemia. In primis la casa era passata dall'essere l'unico luogo di privacy allo spazio dell'esasperazione, dove l'intimità spariva e la presenza costante della famiglia aumentava di conseguenza il controllo sulle attività. Si è venuta col tempo a formare una dissociazione dalla realtà sempre più netta per cui i giovani non riuscivano più distinguere le diverse realtà della propria vita, in quanto sempre reclusi nello stesso ambiente e con i dispositivi digitali come uniche fonti di comunicazione e socialità. Le certezze diminuivano e la paura di ammalarsi e morire aumentava drasticamente. C'è anche chi però ha vissuto la prima parte con serenità, sfruttando ogni occasione per imparare qualcosa di nuovo e riscoprire se stessi in un ambiente estraneo dalla quotidianità. In ogni caso però i giovani hanno registrato un picco delle insofferenze ed aumento delle fragilità da ottobre 2020, quando le restrizioni sembravano sempre meno ma il picco di contagi ha costretto il governo allo stato di emergenza, facendo crollare ogni piccola certezza e costringendo all'isolamento forzato ogni italiano. Da questo momento ansie, paure e precarietà hanno vissuto da coinquilini all'interno delle menti di milioni di giovani, che, già avviliti nel guardare al futuro, perdevano lentamente speranza per le loro vite. "Da genitori dobbiamo capire quante difficoltà i nostri figli abbiano incontrato e oggi, pur essendo terminata la pandemia, dentro di loro risiedono ancora molte fragilità, che vanno ascoltate con pazienza e cura" ha terminato la dott.ssa Fumagalli.

Ad incontro chiuso è stato ricordato ai presenti il prossimo appuntamento, in data venerdì 23 giugno alle 20.30, per affrontare il tema "Long covid e vaccini" assieme alla dott.ssa Roberta Villa, medico e divulgatore scientifico.

 

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M.Pen.
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