Comodamente sedute/94: stare a sentire è una cosa, mettersi in ascolto un'altra

So...stare in ascolto
 
Ieri sera pizza per due, la Susi e io.
Non so quante volte mi avesse suggerito di mettere le patatine fritte e la mozzarella alla fine della cottura e non all'inizio,  sostenendo che in questo modo la pizza sarebbe venuta migliore.
Ma siccome seppur in buona fede noi genitori crediamo che avere una lunga esperienza significhi avere sempre ragione, non ho mai dato troppo ascolto alle sue richieste, preferendo fare a modo mio.
Non ieri sera però, perché mi risuonavano ancora nella mente parole importanti che avevo ascoltato partecipando a un evento speciale in cui si raccontava della difficoltà che incontrano i figli a farsi ascoltare dai loro genitori e confesso che mi sono sentita un po' in colpa.
E' stata l'occasione per domandarmi se sono stata e sono un genitore che sa mettersi in ascolto, ma soprattutto che è capace di suscitare nei propri figli il desiderio di raccontarsi.
Se ripenso a quando erano piccoli mi rivedo troppe volte apparentemente intenta ad ascoltarli, contemporaneamente impegnata in altre faccende.
E anche se noi donne ci vantiamo della nostra capacità di essere multitasking, sono certa di essermi persa pezzetti importanti.
Insomma, stare a sentire è una cosa, mettersi in ascolto un'altra.
 
"ASCOLTARE VUOL DIRE CAPIRE CIÒ CHE L'ALTRO NON DICE"
CARL ROGERS
 
Quel chiacchiericcio che quasi mi infastidiva della loro infanzia, quando si è trasformato in silenzio assordante durante i lunghi anni dell'adolescenza, un po' mi aveva allertata.
Perdere il ruolo di uditori preferiti dei nostri figli è sempre un duro colpo da assorbire, anche se il buon senso ci porta a credere che sia giusto così, e che pure noi abbiamo evitato di confessare ai nostri genitori pensieri e parole.
Ma siccome la vita, per fortuna fa giri strani e poi ritorna, oggi che sono adulti, provo  un piacere immenso quando mi metto in ascolto delle loro storie e quando mi rendo conto che alla fine, quel ruolo privilegiato non l'ho perso del tutto, ma semplicemente si è modificato nel tempo.
L'ascolto verso i nostri figli va maneggiato con cura.
Merita attenzione, rispetto, e non va mai dato per scontato.
Se è un ascolto fittizio, superficiale, o se addirittura il tempo per ascoltarli fatichiamo a trovarlo, loro perderanno via via il desiderio di raccontarsi.
Se non impariamo ad ascoltare nelle piccole cose, quando ne avranno di grandi, dolorose, faticose, andranno altrove e soffriranno dannatamente per questo.
Ma come possiamo guadagnarci le loro parole?
Siamo tentati di credere che il nostro compito sia quello di dare buoni consigli, risposte giuste, esempi perfetti.
In realtà ciò che loro sperano, è di sentirsi liberi di parlare di qualunque argomento senza sentirsi giudicati, senza il timore di deludere le nostre aspettative.
In questo noi genitori abbiamo una grande responsabilità, perché basta una parola di troppo per generare chiusura, e ne basta una di meno, per infondere fiducia.
Diamo valore a ciò che dicono, qualunque cosa dicano.
 
 
Prima di salutarvi voglio lasciarvi la ricetta dei pancake di Susanna, con il consiglio di lasciare che qualche volta siano loro a occuparsi di noi e non viceversa, è una bellissima sensazione fare colazione con qualcosa che hanno cucinato per noi.
Pancake di Susi
Ricetta per 15 pancake
Ingredienti
200 gr. di farina
80 gr. di zucchero
2 uova
30 gr. di burro fuso
2 cucchiaini di lievito
1 bicchiere di latte (circa 200 grammi)
PROCEDIMENTO
Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere il burro fuso, la farina setacciata, il lievito e piano piano il latte fino ad ottenere una pastella omogenea.  Mettere in una padella antiaderente  un po' di burro e farlo sciogliere spalmandolo su tutta la superficie. Versare un cucchiaio abbondante di impasto (potete usare un piccolo mestolo per fare pancake tutti della stessa dimensione). Quanto è cotto sui bordi lo potete girare e togliere dal fuoco dopo pochi secondi. Dopo aver cotto i primi pancakes, ungete nuovamente la padella con un pezzettino di burro, ne basta poco. Procedete così con tutto l'impasto regolando bene il fuoco per non farli bruciare.
Sono squisiti con la nutella, lo sciroppo d'acero, la marmellata, ma anche senza nulla!
 
A proposito, le ho dato ascolto riguardo la pizza, ho seguito il suo consiglio e aveva ragione.
 
Amiche care vi auguro una buona domenica, e se avete ricette sperimentate dai vostri figli, inviatemele (gio.fumagalli66@gmail.com), sarò felice di pubblicarle qui e naturalmente nel mio blog www.comodamentesedute.com

 

Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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