Merate: in pensione la dirigente del Viganò Manuela Campeggi. ''La scuola è peggiorata diventando il contenitore per tutte le esigenze''

Ultimi consigli di classe, ultimi scrutini, ultimi giorni da dirigente scolastico. La dottoressa Manuela Campeggi ha infatti concluso il suo percorso nel mondo della scuola iniziato nel 1985 a Seregno come docente di diritto e economia, fresca di laurea in giurisprudenza,

Una carriera lunga e che termina all'istituto Viganò di Merate con la ciliegina della reggenza al comprensivo di Robbiate, inviata d'urgenza per questi ultimi mesi, e di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

Data ufficiale del congedo sarà il 31 agosto ma in questi giorni la frenesia delle ultime cose da chiudere e degli esami incombenti, ha il sapore del distacco.

A Merate era arrivata nel 2014 dopo una parentesi lunga a Villa Greppi dove, da insegnante, era passata a dirigente con un concorso, attraverso due reggenze al liceo Agnesi e al Fumagalli di Casatenovo.

Due incarichi differenti, quello di docente a contatto con i ragazzi e i loro problemi oltre che potenzialità, e quello di dirigente con responsabilità amministrative e funzionali che non possono essere messi a paragone.

Un percorso denso di soddisfazioni, umane e professionali, ma anche di tante difficoltà e cambiamenti, con riforme che hanno chiesto alla scuola e al suo personale sempre più impegno, dedizione, senso di abnegazione ma spesso non hanno dato altrettanto in termini di risorse.

"Le soddisfazioni più belle sono arrivate sicuramente dagli studenti che sono tornati a salutare e ringraziare per gli anni trascorsi assieme e in qualche caso mi hanno anche invitato al loro matrimonio" ha raccontato riavvolgendo il nastro dei ricordi in questi ultimi giorni di giugno "in qualche caso ho ritrovato ragazzi nella stessa scuola frequentata dai genitori oppure ex alunni che sono diventati miei professori".

Alla domanda "la scuola è cambiata e se sì come?", la risposta è secca. "In peggio sicuramente. Sta diventando un contenitore per tutte le esigenze. Quando la società non sa come risolvere un problema lo scarica sulla scuola. Oggi poi siamo diventati tuttologi e se qualcosa non funziona nel ragazzo è sicuramente colpa del percorso di studi e dei professori. E a noi tocca occuparci soprattutto di problemi, sottraendo tempo alla didattica. Ci sono state affidate l'educazione stradale, sessuale, alla salute, dobbiamo affrontare il tema del bullismo, ... La scuola deve fare compiti che sarebbero di altri e supplire a carenze altrui. Ma allora, quando si può insegnare a questi ragazzi? Mancano strumenti, mancano indicazioni precise, non ci sono direttive univoche e lineari".

Ma questa scuola, pur con tutte le sue carenze generate anzitutto dall'alto, porterà anche un vuoto nelle giornate della prof. Campeggi. "Mi mancherà anzitutto il rapporto con le persone. La scuola è una comunità dove si stringono rapporti stretti con tantissimi soggetti e dove si trascorre la maggior parte della giornata. Ad oggi non ho ancora avuto tempo di pensare a cosa farò una volta iniziata la pensione. Adesso quello che mi preoccupa è il futuro del Viganò dove c'è personale motivato e autonomo nelle attività ma che rischia di avere una reggenza e questo non andrebbe di certo a beneficio dell'istituto".

S.V.
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