Comodamente sedute/93: aggiungere vita ai giorni e non giorni alla vita. E' saggezza
Se c’è una parte del mio incarico di consigliere comunale che amo più di ogni altra cosa, è la possibilità che di continuo mi viene offerta di relazionarmi con le persone.
E l’esperienza di questa settimana non ha fatto altro che convincermi ulteriormente di questo.
Sto parlando della vacanza al mare per la terza età fortemente voluta e organizzata dal Comune di Olgiate Molgora.
Ma facciamo un passo indietro.
Dovete sapere che un nostro concittadino, Stefano, più di 25 anni fa, si è trasferito per amore a Gatteo Mare dove gestisce assieme alla moglie Ester e alla sua famiglia, un hotel, e che hotel.
E poiché nessuno ricordava a memoria d’uomo un così particolare evento a Olgiate ci siamo detti: perché no?
Detto fatto, lo scorso 27 maggio è partito un bel gruppo alla volta di Gatteo Mare, anagraficamente definito della terza età, ma vi posso garantire che sia lo spirito che la mente si sono rivelati fin da subito molto più giovani della sottoscritta.
Io li ho raggiunti gli ultimi giorni, con il desiderio di trascorrere del tempo con loro, di ascoltarli e cogliere i loro bisogni, le loro aspettative, le loro storie.
In realtà, come spesso succede quando ci muoviamo per andare incontro agli altri, poi accade l’esatto contrario.
Ho incontrato un gruppo di persone splendide, che voglio davvero provare a raccontarvi. La prima cosa che di loro ti colpisce è quella capacità così meravigliosamente collaudata che hanno di saper stare nel qui e ora, e di goderselo fino al midollo, senza domandare né pretendere nulla in più di quanto già non possiedano, di inscatolare i rimpianti e riporli in soffitta per impedire loro di fare da guastafeste.
Si concedono vacanze un po’rubate a nipoti da accudire, a gatti da accarezzare, a orti che al ritorno la faranno pagare, a impegni di volontariato senza i quali il cielo sarebbe perennemente scuro, coltivano qualche senso di colpa, pochi in verità, perché appena arrivano al mare, li buttano dentro senza esitazioni.
Li ho visti scambiarsi favori e segreti e consigli elargiti con una tale generosità da domandarsi chi alla fine dona e chi riceve.
Coppie innamorate da cinquant’anni, che solo Iddio sa come sia possibile rimanere insieme tutto quel tempo scoprendosi ancora innamorati nonostante la fatica di esserlo.Coppie che si innamorano ancora, perché quel sentimento lì, imprevedibile e scaltro, ti coglie di sorpresa quando meno te l’aspetti, proprio come la scoccata d’arco di Cupido quando arriva per colmare quel vuoto che il dolore aveva scavato così profondamente da pensare di non essere più capace di tornare a credere nell’amore.
Gente che ci prova ad andare avanti anche quando sembra che manchino le ragioni per farlo, e tra una visita al cimitero e un segno di croce, prendono un pullman e vanno al mare, perché i giorni non si buttano mica via, come gli avanzi.
Persone curiose, capaci di guardare oltre le apparenze, golose, che di fronte a una fetta di torta diventano bambini e al diavolo anche la glicemia, generose, che la gentilezza dei camerieri non è mica scontata e merita la mancia.
L’ho guardata a lungo di nascosto questa generazione che ci ha consegnato il dopoguerra, forte e fragile, caparbia e docile, fermamente intenzionata a stare dentro questi tempi moderni con dignità e simpatia, pronti a insegnare ma anche a mettersi in gioco davanti a un cellulare complicato.
Dio quanto li ho amati, e quanto vorrei da grande diventare come loro, che hanno affinato così bene l’arte di fregarsene di quel che la gente pensa e dice, da provare invidia pura.
Alla prossima vacanza dunque, perché quando scopri una cosa bella poi non sei mica così matto da lasciarla andare.
Alle volte ci pensiamo e abbiamo un po’ paura di invecchiare, forse più di morire.
Ma se il tempo dell’invecchiamento è un buon tempo, allora vale davvero la pena non sprecarne nemmeno un istante, né per trascorrerlo rovesciati nel passato nostalgico, né tantomeno preoccupati per un futuro che non conosce la data di scadenza.
Non a tutti è dato di invecchiare, non a tutti è concesso di farlo accanto all’amore della propria vita.
MEGLIO AGGIUNGERE VITA AI GIORNI CHE GIORNI ALLA VITA
Ancora una volta buona domenica amiche mie e se leggendo queste righe avete pensato a un giovane della terza età, dedicategli questi pensieri, lo vedrete ridere di gusto.
E l’esperienza di questa settimana non ha fatto altro che convincermi ulteriormente di questo.
Sto parlando della vacanza al mare per la terza età fortemente voluta e organizzata dal Comune di Olgiate Molgora.
Ma facciamo un passo indietro.
Dovete sapere che un nostro concittadino, Stefano, più di 25 anni fa, si è trasferito per amore a Gatteo Mare dove gestisce assieme alla moglie Ester e alla sua famiglia, un hotel, e che hotel.
A Gennaio ricevo una sua telefonata in cui mi chiede di provare a organizzare una vacanza per la nostra terza età, che lui volentieri sarebbe onorato di ospitare.
Detto fatto, lo scorso 27 maggio è partito un bel gruppo alla volta di Gatteo Mare, anagraficamente definito della terza età, ma vi posso garantire che sia lo spirito che la mente si sono rivelati fin da subito molto più giovani della sottoscritta.
Io li ho raggiunti gli ultimi giorni, con il desiderio di trascorrere del tempo con loro, di ascoltarli e cogliere i loro bisogni, le loro aspettative, le loro storie.
In realtà, come spesso succede quando ci muoviamo per andare incontro agli altri, poi accade l’esatto contrario.
Ho incontrato un gruppo di persone splendide, che voglio davvero provare a raccontarvi. La prima cosa che di loro ti colpisce è quella capacità così meravigliosamente collaudata che hanno di saper stare nel qui e ora, e di goderselo fino al midollo, senza domandare né pretendere nulla in più di quanto già non possiedano, di inscatolare i rimpianti e riporli in soffitta per impedire loro di fare da guastafeste.
Si concedono vacanze un po’rubate a nipoti da accudire, a gatti da accarezzare, a orti che al ritorno la faranno pagare, a impegni di volontariato senza i quali il cielo sarebbe perennemente scuro, coltivano qualche senso di colpa, pochi in verità, perché appena arrivano al mare, li buttano dentro senza esitazioni.
Gente che ha cominciato a lavorare presto per sostenere la famiglia e poi non ha più smesso, nemmeno dopo la pensione, perché il lavoro alla fine ti fa sentire utile, e vivo, e scandisce il passare dei giorni in quella maniera confortante, che rimette a posto tutti i brutti pensieri.
Gente che quando è in vacanza tira fuori risorse che nemmeno ricordava più di avere, e ti ritrovi davanti esperti ballerini, e cantanti intonati, artisti inaspettati, dispensatori di consigli, proverbi, aneddoti così antichi che ti domandi come fanno a ricordarseli ancora, e intanto, te li metti in tasca, che nella vita possono sempre fare comodo.
Coppie innamorate da cinquant’anni, che solo Iddio sa come sia possibile rimanere insieme tutto quel tempo scoprendosi ancora innamorati nonostante la fatica di esserlo.Coppie che si innamorano ancora, perché quel sentimento lì, imprevedibile e scaltro, ti coglie di sorpresa quando meno te l’aspetti, proprio come la scoccata d’arco di Cupido quando arriva per colmare quel vuoto che il dolore aveva scavato così profondamente da pensare di non essere più capace di tornare a credere nell’amore.
Gente che ci prova ad andare avanti anche quando sembra che manchino le ragioni per farlo, e tra una visita al cimitero e un segno di croce, prendono un pullman e vanno al mare, perché i giorni non si buttano mica via, come gli avanzi.
Persone curiose, capaci di guardare oltre le apparenze, golose, che di fronte a una fetta di torta diventano bambini e al diavolo anche la glicemia, generose, che la gentilezza dei camerieri non è mica scontata e merita la mancia.
L’ho guardata a lungo di nascosto questa generazione che ci ha consegnato il dopoguerra, forte e fragile, caparbia e docile, fermamente intenzionata a stare dentro questi tempi moderni con dignità e simpatia, pronti a insegnare ma anche a mettersi in gioco davanti a un cellulare complicato.
Dio quanto li ho amati, e quanto vorrei da grande diventare come loro, che hanno affinato così bene l’arte di fregarsene di quel che la gente pensa e dice, da provare invidia pura.
Ve li presento, sono tutti qui dentro una fotografia che al loro ritorno appenderanno all’ingresso in corridoio e passandoci davanti non potranno fare a meno di sorridere.
Alle volte ci pensiamo e abbiamo un po’ paura di invecchiare, forse più di morire.
Ma se il tempo dell’invecchiamento è un buon tempo, allora vale davvero la pena non sprecarne nemmeno un istante, né per trascorrerlo rovesciati nel passato nostalgico, né tantomeno preoccupati per un futuro che non conosce la data di scadenza.
Non a tutti è dato di invecchiare, non a tutti è concesso di farlo accanto all’amore della propria vita.
E allora quando accade, conviene lasciar fare alla vita che ancora e ancora fino alla fine dei giorni, non mancherà di sorprendere e stupire.
RITA LEVI MONTALCINI
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo