Accadeva 30 anni fa/132 febbraio 1993: assalti ai municipi e alle ville patrizie. I costi dell’Ussl 14. La mappa del potere Dc
Armando Villa (Verderio), Valentino Pelucchi (Viganò), Giovanni Villa (Imbersago), Emanuele Ponzone (Sirtori)
Eugenio Mascheroni (Montevecchia), Alfredo Sala (Airuno), Pierluigi Montanelli (Santa Maria Hoè), Domenico Galbiati (Casatenovo)
Claudio Chiappucci con i dirigenti dell'Alba Robbiate
Lo stesso per il ponte San Michele: dal progetto Adda '80 sono passati 13 anni - siamo nel 1993 - ma nessuno l'ha preso seriamente in considerazione. Eppure era un progetto rispettoso anche dell'ambiente che ha una sua innegabile bellezza. A Roma la fu Lega Nord si sbraccia per il Ponte sullo Stretto - 10 miliardi di costo previsto - dimenticando le tantissime esigenze insoddisfatte della Lombardia.
CLICCA SULL'IMMAGINE PER LA TABELLA COMPLETA
Le liste d'attesa non sono certo un guaio dell'oggi. Già nel 1993 si dibatteva il problema che, soprattutto in alcuni ambiti come Radiologia, Odontoiatria e Fisioterapia era molto preoccupante. Allora non esisteva l'azienda ospedaliera né l'attuale azienda socio-sanitaria territoriale, bensì l'Unità Sanitaria Locale, nel nostro caso la nr. 14 che racchiudeva in sé l'ospedale e le funzioni attuali delle ATS. Un sistema unico certamente più vicino al cittadino e assai meno costoso. In quegli anni a gestire l'Usl 14 era Rodolfo Vannucci, commissario di nomina regionale.
Accanto a lui operava il Comitato dei garanti (già Comitato di Gestione) costituito da esponenti locali, quindi molto attenti al territorio diversamente da oggi quando a gestire la sanità sono manager imposti dalla regione che spesso in prima istanza neppure conoscevano la strada per la Brianza. Vannucci riceveva un compenso di 118 milioni di lire che attualizzati possono essere 100mila euro lordi di oggi. Un direttore generale di ASST costa all'incirca 180mila euro, poco meno va al direttore sanitario, al direttore sociale e al direttore amministrativo. Insomma una direzione strategica costa oggi all'incirca 700mila euro l'anno. I membri del Comitato dei garanti erano stipendiati con 532mila lire mensili pari a circa 6,5 milioni di lire l'anno corrispondenti più o meno a 5.500 euro di oggi. Svolgevano una funzione di straordinaria importanza ponendosi tra il vertice regionale e le necessità del territorio. Dire che le cose sono cambiate in peggio è quanto meno un eufemismo.
La cassaforte del municipio di Brivio
Tra i tanti obiettivi della malavita uno ha destato in quel periodo curiosità e preoccupazione. Sì, perché a essere derubati sono stati i. . .Municipi. La gang dei municipi fa poker, titola un settimanale locale raccontando dell'ultimo assalto al comune di Brivio. La dinamica del furto fa pensare a soggetti provenienti da fuori, che infatti prima hanno tentato di entrare dalla scuola non sapendo che i due edifici non sono collegati poi hanno infranto una porta finestra, quindi divelto la cassaforte e sottratto il contenuto, circa due milioni di lire. Ma come si diceva quello di Brivio ha completato il poker. Nei giorni precedenti erano stati "visitati" i comuni di Calco (senza successo), Lomagna e Robbiate.
Giusto per ricordare che nel 1993 ancora c'erano i 45 giri e i 33 giri detti anche LP, Long Playing. Le cui vendite determinavano le classifiche settimanali. Ecco la classifica della metà di febbraio 1993.
Domenico Galbiati, Antonio Rusconi, Luca Stucchi
La grande crisi della Democrazia Cristiana non sembra aver ancora lambito le sponde lecchesi. Le difficoltà del leader Cesare Golfari, rimasto impigliato nell'indagine Mani Pulite ha cambiato l'organigramma del partito che ha governato il lecchese in quasi tutti i comuni della (futura) provincia dal dopoguerra al 1993. Mino Martinazzoli, nuovo segretario nazionale ha lanciato la campagna tesseramenti con la speranza di ridare ossigeno allo scudocrociato. E nel lecchese la campagna dà buoni risultati: quasi tremila iscritti. Soddisfatto il segretario provinciale Antonio Rusconi e soddisfatti i dirigenti Domenico Galbiati di Casatenovo e Luca Stucchi di Merate.
Si torna a parlare di vigili del fuoco professionisti in sostituzione (o in affiancamento) ai volontari attivi a Merate dal 1844 come Compagnia Zappatori Pompieri. Il tema lo pone l'on. Marte Ferrari che a sua volta aveva ricevuto dal sottosegretario agli Interni Lenoci la disponibilità a attivare un comando di pompieri permanente, cioè professionisti data la centralità di Merate rispetto ad un bacino altamente urbanizzato. La notizia circola subito e mette in allarme sia i pompieri volontari sia gli amministratori comunali indecisi tra il mantenimento della tradizione e la possibilità di compiere un passo avanti in termini di qualità del servizio di pronto intervento. Non se ne farà poi nulla per il prevalere della tesi di mantenere solo volontari. Ma anche oggi il tema è sul tappeto.
Non solo Municipi, gli obiettivi della malavita, naturalmente. Più ricche sono le ville nobili che tanti tesori d'arte contengono più la malavita è scatenata. E difatti tra il 16 e il 17 febbraio, nottetempo ignoti si introducono al "Biffo", l'ex villa Crespi. Una volta entrati sfondando il cancello d'ingresso i ladri si impossessano di due sculture di marmo raffiguranti la dea greca Diana cacciatrice, poste nel piazzale antistante l'ingresso della villa. Altre cinque statue in molera raffiguranti alcuni mesi dell'anno vengono asportate dal viale costeggiato dai cipressi. Ulteriori statue attirano l'attenzione dei banditi ma nella foga di caricare tutto sull'autocarro alcune si rompono perdendo così di valore. Bottino stimato, 100 milioni di lire. La metà di quanto trafugato da villa Bonfanti, in pieno centro di Merate, poche settimane prima.
Il 22 febbraio viene ufficialmente inaugurato il nuovo reparto di Psichiatria del San Leopoldo Mandic. L'attività era iniziata già a gennaio ma un po' in sordina. Ora l'inaugurazione con otto posti letto per lungodegenza e un ampio ambulatorio per il day hospital. Primario il dottor Ambrogio Bertoglio, già direttore sanitario del presidio e futuro direttore generale dell'azienda ospedaliera lecchese.
Il Consiglio comunale di Merate approva a larga maggioranza il testo della domanda da porre ai cittadini sul futuro dell'area Cazzaniga. Si tratta del primo (e finora unico) referendum consultivo previsto dallo statuto comunale. Il testo in realtà è scritto per invogliare i meratesi a esprimersi a favore della vendita del terreno e del conseguente realizzo del progetto Botta. Su questa linea è la Dc e il Psi, alleati di maggioranza con i repubblicani. Più tiepido il sindaco Mario Gallina. La Lega si divide: per il sì al testo referendario votano Mauri, Bresciani e Bonfanti mentre Rigamonti e Sonia Besana si astengono. Ora si tratta solo di decidere la data, probabilmente già a aprile.
Il geometra Graziano Selleri
In Giunta intanto arriva il progetto del geometra Graziano Selleri per "arredare" via De Gasperi. Per il momento è uno stradone, però sempre più trafficato. Selleri invece propone un ampio marciapiede con la pista ciclabile, panchine, aree di sosta e una fermata dei bus.Il tutto per 700 milioni di lire. Una spesa ritenuta troppo elevata. Ma forse necessaria. E infatti ora la strada si presenta sicura e tutto sommato gradevole con qualche filare di piante.
132/continua