Merate: mons. Malvestiti a Villa dei Cedri invita tutti a ricordare, benedire e rimanere
Don Fabio, monsignor Mauro e don Biagio
Nel corso dell'Eucarestia sono state proposte letture tratte dal Deuteronomio e dal Vangelo secondo Giovanni. Proprio da queste monsignor Malvestiti è stato ispirato per la sua omelia, aperta però con una piccola confessione. "Quando sant'Ambrogio stava per essere chiamato al Padre, fu san Bassiano da Lodi a portargli i sacramenti. Quindi quando io incontro il metropolita Mario (arcivescovo Mario Depini ndr), gli ricordo sempre che se dovesse sentirsi poco bene mi deve chiamare. Io correrei a soccorrerlo" ha scherzato il vescovo, ricordando il legame tra la Chiesa di Milano e la Chiesa di Lodi.
Monsignor Malvestiti ha rivelato poi agli ospiti di Villa Cedri di essere stato un collaboratore del dicastero per le chiese orientali nella Santa Sede. "Conosco i vescovi dell'Ucraina e la pena per quello che sta accadendo è ancora più grande. Ma la vera pena che dobbiamo provare noi cristiani è che quella in corso è una guerra tra cristiani". Fatte queste confidenze e iniziata la predica, il vescovo di Lodi ha voluto condividere alcuni verbi con i presenti.
"I primi li prendo dal Deuteronomio che abbiamo sentito. Nel testo si dice ‘ricordi' e ‘non dimenticare'. Dobbiamo avere memoria di tutto quello che il Signore ha fatto per noi. La vita è anche un'umiliazione in tante sue circostanze, ma come cristiani abbiamo la certezza di un Pane che ci sostiene nell'orizzonte terreno. Questo viene chiamato Pane di vita eterna da Gesù". Ma come si fa a ricordare e non dimenticare da cristiani? "Benedicendo il Signore - ha continuato il Vescovo - Così otteniamo la sua benedizione. Lui vuole che lo benediciamo consegnandogli la nostra vita con tutti i ricordi belli che senz'altro abbiamo nel cuore e tutte le fatiche, anche quelle di questa stagione della vostra vita".
Il terzo verbo che monsignor Malvestiti ha regalato ai presenti è stato "rimanere". "Rimanere nell'amore di Cristo, avvicinandoci a lui con la santa essa e la nostra preghiera. Ci sono tante persone qui attorno a voi, ma c'è un pericolo, quello di abituarvi a quello che avviene e sentire la vita solo come un peso. Per questo l'Eucarestia mette sempre le ali alla nostra vita e ci ricorda che è una profezia imprevedibile".
Anche a infermiere, medici, direzione e tutto lo staff di Villa dei Cedri il vescovo ha voluto ricordare i tre verbi: "Insieme agli ospiti voi ricevete l'eternità di Dio, quando date il meglio di voi stessi nella cura dei sofferenti e degli anziani. La loro preghiera ottiene per voi che siete chiamati a stargli vicino il dono della fedeltà, della perseveranza, della serenità e della pazienza. Sono doni che dobbiamo condividere. Ricordiamo che Dio ama chi dona con gioia e che l'amore non avrà mai fine".