Cernusco, Bagnato: tante le chiamate dopo il mio intervento. Ora mi rivolgo al Dg dell’ASST, Favini con questa lettera aperta
mi rivolgo a lei in quanto responsabile "generale" dell'ASST di Lecco di cui, insieme all'ospedale di Lecco fa parte anche l'ospedale di Merate.
Relativamente a quest'ultimo ospedale io il 2 giugno scorso ebbi a segnalare che in data 30 aprile presso l'ospedale di Merate sono state operate di cataratta 8 pazienti - una delle quali mia moglie - e che le medesime, quando si sono recate all'ufficio prenotazioni di Merate per la formalizzazione della prenotazione della visita di controllo che avrebbe dovuto aver luogo alla fine del mese di giugno e per il pagamento del ticket - hanno appreso, si è trattato di un fulmine a ciel sereno, che la visita non avrebbe avuto luogo a Merate come sarebbe stato logico essendo state le stesse operate a Merate ma bensì a Lecco. A questa non piacevole informazione è stato aggiunto che il primario di oculistica si è dimesso e che, andandosene, porterà con sè 2 validi collaboratori/collaboratrici.
Relativamente a quest'ultima informazione, che non si ha motivo di ritenere a priori non corretta, non resta che prenderne atto non nascondendo la seria preoccupazione per le sorti dell'ospedale di Merate che non può continuare a sopravvivere se martellato da uno stillicidio di perdite di collaboratori validi che, oltretutto, dimettendosi comprensibilmente si portano via anche i collaboratori migliori come anche le dimissioni del ginecologo dottor Del Boca stanno a dimostrare.
Ma, pur non sottovalutando la cosa non era di questo che intendevo parlare. Intendevo invece sottolineare la gravità delle modalità con le quali gli interessati sono venuti a conoscenza della complicazione del cambiamento di sede per la visita di controllo e della totale mancanza di ricerca di una soluzione alternativa volta ad alleviare ai cittadini interessati il disagio del trasferimento a Lecco per la visita.
Pensare all'istituzione di un servizio navetta per i mesi estivi non potrebbe rappresentare una valida soluzione alternativa per lo meno per i mesi estivi?
Si può capire che nei mesi estivi il personale debba godere le ferie e che da questo possa essere scaturito l'ordine perentorio dato al personale medico e infermieristico di Lecco di non recarsi a Merate neanche per far fronte ad esigenze solo temporanee come potrebbe essere quella della visita di controllo per un'operazione effettuata a Merate. E' evidente la preoccupazione di evitare il rischio che rimanga sguarnito l'organico dell'ospedale di Lecco mentre non è un problema se a rimanere sguarnito è l'organico dell'ospedale di Merate.
Può sembrare incredibile ma la mia lettera del 2 giugno che aveva un semplice obiettivo di carattere informativo e che è nata dal desiderio di dare un contributo di tipo collaborativo ha invece assunto un rilievo molto maggiore di quello ipotizzabile come d'altra parte gli interventi di seguito riportati stanno a dimostrare.
Ad esempio:
un cittadino se l'è presa con i sindaci del territorio i quali "devono farsi sentire con la Direzione aziendale e con la Regione per la tutela degli interessi legittimi dei cittadini quale quello alla salute e al patrimonio rappresentato dall'ospedale di Merate;"
un altro cittadino ha ritenuto di mettere in evidenza che lo sfascio della sanità pubblica lecchese non è frutto dell'appartenenza partitica ma della mancanza, addirittura imbarazzante, delle necessarie "competenze".
E' stato anche chiarito che "a Merate gli oculisti non esistono più. Il primario, che a quanto emerso sarebbe dimissionario, è da anni lo stesso di Lecco. Al Mandic esiste solo un ambulatorio di oculistica".
Un altro cittadino ha lamentato che a Merate non esistono più le terapie fisiatriche ma solo quelle riabilitative per cui, - sottolinea il cittadino- "non avendo io i soldi per le terapie private non ho alternative rispetto a quella di tenermi il dolore".
Questa non è una bella cosa anche perché è un'ulteriore conferma - ammesso ce ne fosse bisogno - che in Lombardia o si hanno i soldi o bisogna rinunciare a curarsi. Questa è una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Questo è obiettivamente uno scandalo. Credo che su questo anche lei possa concordare.
Io, personalmente, oltre ai miei incarichi professionali sono stato sindaco del mio paese per 10 anni. In quei 10 anni la sanità ha subito molti travagli ma è stata comunque oggetto della massima attenzione da parte mia e dei miei colleghi sindaci. La nostra interlocuzione con le direzioni dell'ospedale erano frequenti e proficue e, soprattutto, i cittadini erano tenuti costantemente informati circa i problemi esistenti, circa quelli emersi e circa le possibili soluzioni. Sentire il loro parere era per noi importante.
Sembra che tutto questo appartenga ad un passato remoto è quindi giustissima l'esigenza manifestata da quel cittadino che si è rivolto a tutti i sindaci del territorio invitandoli a farsi sentire da Lei in quanto direttore generale e dalla Regione affinchè i cittadini vedano tutelati i propri legittimi diritti.
Forse è opportuno ricordare a chi di dovere che oltre a Lei esistono anche i Prefetti e, se del caso, anche i Governi giacché tutti i Governi, a parole ma solo a parole, sembrano attribuire la dovuta importanza a due problemi cruciali e attuali, cioè alla sanità pubblica e all'istruzione.
Mi rendo conto che mi sono alquanto allontanato dal punto di partenza ma sono stato a questo indotto da alcune delle sollecitazioni ricevute dai cittadini o a mezzo telefono o per scritto nonché da un interesse ancora vivo nonostante i tanti anni che sono passati dalla mia esperienza di sindaco.
Cordiali saluti a Lei dottor Favini che ringrazio per l'attenzione se ha ritenuto di leggermi. A lei voglio far giungere oltre ai miei saluti i miei auguri per un proficuo lavoro che so essere difficile, complicato e non invidiabile.
Buona fortuna!