Nuova mostra ''Ispirazioni Fauves'' nella sede di ARTEe20

Sabato 10 giugno, alle 18, si inaugurerà una nuova mostra d'arte nella sede di ARTEe20, in Piazza Italia 10 a Merate. La mostra ha come titolo "Ispirazioni FAUVES", ed è un omaggio, da parte degli artisti dell'associazione, al movimento artistico Fauves.
Sarà visitabile fino a domenica 30 luglio ai consueti orari: ven 15-18:30, sab e dom 10-12 e 15-18:30.
Saranno esposti quadri che cercano di riproporre la poetica di questo movimento, caratterizzato dai colori accesi.
"Con il termine fauves (in francese "belve, selvaggi") si indica un movimento artistico d'avanguardia, che in realtà è un gruppo di pittori, perlopiù francesi. Il movimento ebbe la propria prima collettività grazie al Salon d'Automne di Parigi nel 1905. Il primo ad utilizzare il termine fauves, o comunque a diffonderlo e renderlo celebre, fu il critico d'arte Louis Vauxcelles, che definì la sala come una "cage aux fauves" cioè una "gabbia delle belve", per la "selvaggia" violenza espressiva del colore, steso in tonalità pure. Gli artisti presenti nella stanza centrale del Grand Palais erano Henri Matisse (che espose la Donna con cappello, dipinta nel 1905), André Derain, Maurice de Vlaminck, Henri Manguin e Charles Camoin.
I Fauves furono attivi solo fino al 1910. Quell'anno la grande retrospettiva su Cézanne fu causa delle nuove direzioni prese da alcuni di loro e della formidabile crescita del cubismo, che contribuì a rompere la debole unità del movimento.


Poetica
Il gruppo di artisti chiamati Fauves non fu mai un vero gruppo; non ci fu infatti mai un programma e neppure una vera comunità d'intenti. Discutevano molto di impressionismo, spesso in termini negativi ma apprezzando la novità di una luce generata dall'accostamento di colori puri. I Fauves si differenziarono dall'espressionismo tedesco per una minore angoscia esistenziale, un minore intento polemico e critico nei confronti della società e, allo stesso tempo, un maggiore interesse per il colore, usato in modo libero e in funzione anche emotiva, oltre che costruttiva, sulla scia di van Gogh e di Gauguin; non a caso essi furono i primi ad interessarsi di arte africana.
La loro arte si basava sulla semplificazione delle forme, sull'abolizione della prospettiva e del chiaroscuro, sull'uso di colori vivaci e innaturali, sull'uso incisivo del colore puro, spesso spremuto direttamente dal tubetto sulla tela e una netta e marcata linea di contorno. L'importante non era più, come nell'arte accademica, il significato dell'opera, ma la forma, il colore, l'immediatezza."
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