Mandic e dintorni
Cortese Direttore e gentile Redazione
vorrei esprimere alcune considerazioni sul significativo articolo/intervento del delegato RSU ASST LECCO sig. Scorzelli (CLICCA QUI).
Come lei condivido gli apprezzamenti per gran parte delle sue articolate argomentazioni ma vorrei, come cittadino ancor prima che utente del SSN ne tantomeno meratese, aggiungere altre collegate riflessioni.
Il paventato dualismo motivazionale per giudicare l'efficacia dell'operato dei Dirigenti Pubblici Sanitari (ma anche di altri delicati settori pubblici) e la presunta contrapposizione/integrazione tra appartenenze politiche o specifiche competenze andrebbe completato da una semplice considerazione: la vere differenze le fanno le persone con il loro modo di essere e di interpretare adeguatamente il proprio ruolo e non le varie affibbiate etichette.
Certo le numerose leggi e norme che si sono affastellate in decenni di programmazione e gestione del SSN, di varia colorazione politica anche se la Lombardia da anni è ben connotata, creano di fatto difficoltà ad invertire il corso di un sempre più spinta privatizzazione e relativo graduale impoverimento di quella invece "costitutivamente" pubblica. E le critiche conseguenze sono, in crescendo, sotto gli occhi di tutti.
Le cause sono molteplici e partono, non solo a mio parere, da un disegno complessivo di un modello planetario che non casualmente e in via sempre più crescente ha aperto al cosiddetto Mercato, e alle sue logiche, basilari settori di servizi di primaria importanza per la Collettività tra cui la Sanità.
Detta derivazione si è configurata poi, specie in Lombardia, col motto formigoniano "Meno Stato, più mercato" con le sue spesso strumentali e pluriennali articolazioni, comprese le spesso conseguenti logiche politico spartitorie/clientelari, purtroppo presenti anche in svariati altri contesti pubblici.
Se di tutto questo e quant'altro si deve realisticamente tener conto quella che va contrastata è la forma di rassegnazione a tale corso delle cose, quale fosse di inesorabile "origine divina" e non costruzione d'uomini subordinata spesso a logiche e convenienze.
Ecco perché la specifica volontà dei Dirigenti, ma alla fine di ognuno di noi, è determinante ai fini di un reale e pur graduale cambiamento di logiche e di prassi che riportino nell'alveo dell'originale funzione sociale, e non mercantile, i Servizi Sanitari e Socio Sanitari.
Quindi bando ad ogni forma di rassegnazione e ognuno cerchi di fare la propri parte, come del resto negli anni mi sembra l'abbia fatto il sig. Scorzelli e così pure lei anche come direttore di questo portale.
E c'è un modo semplice per verificare realmente l'eventuale cambio, spesso solo annunciato, di direzione anche nel Settore Sanitario: quello di misurare scelte e concreti effetti di rivalorizzazione del Pubblico, che pure ha sicuramente aspetti assai migliorabili, a partire dal verificabile livello locale.
Il Mandic di Merate, di cui peraltro sto costatando direttamente la qualità anche umana oltre che professionale (ma anche qui , come dappertutto, ciò che fa la vera differenza sono soprattutto le persone) può e deve essere un concreto e tangibile banco di prova.
Del resto lo stesso DG dell'ASST di Lecco dott. Favini mi aveva pubblicamente (e forse inopinatamente) risposto con quel " "Rispetto al punto 3) della lettera del Signor Bosisio, assicuro che la dirigenza non ha in questo momento obiettivi di razionalizzazione della spesa legata al personale bensì non riesce a trovare i professionisti di cui ha bisogno, nonostante i continui ripetuti concorsi pubblicati. Tale situazione, come è noto a tutti, riguarda quasi tutte le Aziende Ospedaliere a livello nazionale.."
Peccato che alla mia successiva contro-argomentazione non avesse più risposto:
E sul sua affermazione che "Tale situazione, come è noto a tutti, riguarda quasi tutte le Aziende Ospedaliere a livello nazionale" mi permetta quantomeno di suggerirle, per trovare adeguate e concrete soluzioni, di consultare - se non l'avesse già fatto - quelle realtà Ospedaliere dove, anche a suo dire, non si registrano tali difficoltà.
Il paventato dualismo motivazionale per giudicare l'efficacia dell'operato dei Dirigenti Pubblici Sanitari (ma anche di altri delicati settori pubblici) e la presunta contrapposizione/integrazione tra appartenenze politiche o specifiche competenze andrebbe completato da una semplice considerazione: la vere differenze le fanno le persone con il loro modo di essere e di interpretare adeguatamente il proprio ruolo e non le varie affibbiate etichette.
Certo le numerose leggi e norme che si sono affastellate in decenni di programmazione e gestione del SSN, di varia colorazione politica anche se la Lombardia da anni è ben connotata, creano di fatto difficoltà ad invertire il corso di un sempre più spinta privatizzazione e relativo graduale impoverimento di quella invece "costitutivamente" pubblica. E le critiche conseguenze sono, in crescendo, sotto gli occhi di tutti.
Le cause sono molteplici e partono, non solo a mio parere, da un disegno complessivo di un modello planetario che non casualmente e in via sempre più crescente ha aperto al cosiddetto Mercato, e alle sue logiche, basilari settori di servizi di primaria importanza per la Collettività tra cui la Sanità.
Detta derivazione si è configurata poi, specie in Lombardia, col motto formigoniano "Meno Stato, più mercato" con le sue spesso strumentali e pluriennali articolazioni, comprese le spesso conseguenti logiche politico spartitorie/clientelari, purtroppo presenti anche in svariati altri contesti pubblici.
Se di tutto questo e quant'altro si deve realisticamente tener conto quella che va contrastata è la forma di rassegnazione a tale corso delle cose, quale fosse di inesorabile "origine divina" e non costruzione d'uomini subordinata spesso a logiche e convenienze.
Ecco perché la specifica volontà dei Dirigenti, ma alla fine di ognuno di noi, è determinante ai fini di un reale e pur graduale cambiamento di logiche e di prassi che riportino nell'alveo dell'originale funzione sociale, e non mercantile, i Servizi Sanitari e Socio Sanitari.
Quindi bando ad ogni forma di rassegnazione e ognuno cerchi di fare la propri parte, come del resto negli anni mi sembra l'abbia fatto il sig. Scorzelli e così pure lei anche come direttore di questo portale.
E c'è un modo semplice per verificare realmente l'eventuale cambio, spesso solo annunciato, di direzione anche nel Settore Sanitario: quello di misurare scelte e concreti effetti di rivalorizzazione del Pubblico, che pure ha sicuramente aspetti assai migliorabili, a partire dal verificabile livello locale.
Il Mandic di Merate, di cui peraltro sto costatando direttamente la qualità anche umana oltre che professionale (ma anche qui , come dappertutto, ciò che fa la vera differenza sono soprattutto le persone) può e deve essere un concreto e tangibile banco di prova.
Del resto lo stesso DG dell'ASST di Lecco dott. Favini mi aveva pubblicamente (e forse inopinatamente) risposto con quel " "Rispetto al punto 3) della lettera del Signor Bosisio, assicuro che la dirigenza non ha in questo momento obiettivi di razionalizzazione della spesa legata al personale bensì non riesce a trovare i professionisti di cui ha bisogno, nonostante i continui ripetuti concorsi pubblicati. Tale situazione, come è noto a tutti, riguarda quasi tutte le Aziende Ospedaliere a livello nazionale.."
Peccato che alla mia successiva contro-argomentazione non avesse più risposto:
E sul sua affermazione che "Tale situazione, come è noto a tutti, riguarda quasi tutte le Aziende Ospedaliere a livello nazionale" mi permetta quantomeno di suggerirle, per trovare adeguate e concrete soluzioni, di consultare - se non l'avesse già fatto - quelle realtà Ospedaliere dove, anche a suo dire, non si registrano tali difficoltà.
Germano Bosisio