Il cardinale Ravasi dal Papa: Quel ramo del lago di Como...

Lecco città manzoniana, dalla villa del Caleotto all'ambientazione territoriale dell'immortale romanzo "I Promessi Sposi", dimentica il Manzoni 150 anni dopo la sua scomparsa; interviene il cardinale Gianfranco Ravasi, brianzolo di Merate, con una sua visita al pontefice Francesco. Ravasi si è presentato dal Papa portando un'edizione dei Promessi Sposi, edito da Cattaneo di Oggiono: alla vista del volume il sommo pontefice ha subito declamato "Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno ...". E' stato un spontaneo pronunciamento che conferma la popolarità mondiale di Alessandro Manzoni.


Il cardinale Gianfranco Ravasi


Coloro che hanno seguito la trasmissione "Ora solare" condotto da Paola Saluzzi su TV 2000, nella notte dell'ultimo Natale trascorso, avranno avuto modo di ascoltare ed apprezzare i ripetuti richiami al territorio lecchese, lariano e brianzolo espressi dal cardinale Ravasi. E' tutto un territorio manzoniano perché Manzoni è stato giovanissimo alunno nel collegio che c'era a Merate, affidato ai Padri Somaschi. Il documento è stato rinvenuto, infatti, grazie al prezioso lavoro di ricerca di due archivisti, presso la parrocchia di Merate. Un ricordo del Manzoni che risale all'ottobre 1863, quando volle visitare il collegio nel giorno anniversario in cui era stato mandato dai genitori.



C'è da rammentare che a ritrovare il prezioso reperto sono stati Pinuccia Ravasi ed Achille Panzeri, collaboratori volontari di don Luigi Peraboni, prevosto di Sant'Ambrogio in Merate. Il panorama manzoniano del ramo di Lecco il cardinale Ravasi lo osserva nelle vacanze estive a Guello, lungo la strada verso il Ghisallo, nella "lingua" di territorio che sale dalla sottostante storica Limonta, per secoli territorio dell'Abbazia di Sant'Ambrogio in Milano. E' una ricorrenza, ricca ed intensa, che viene celebrata ogni anno nella festa della prima domenica di maggio. Sarebbe nuovamente da pubblicare l'opuscoletto, oggi introvabile, "Vicende di un regno", dovuto al parroco di Limonta, don Angelo Bonfanti ed edito nel 1958. Nell'introduzione don Angelo sottolinea "Pochi paesi della Lombardia ebbero un antico prestigio pari a quello di Limonta. La sua storia suona a gloria del paese e dell'Italia ..... Pochi presentano le caratteristiche della terra limontina posseduta dagli abati del monastero di Sant'Ambrogio in Milano".



Per quanto riguarda le recenti celebrazioni manzoniane dei 150 anni trascorsi dalla scomparsa del grande scrittore, è' vero che anche nella trasmissione del mattino del TG 3 regionale del 22 maggio recente, nel collegamento con la casa di via Morone in Milano, il presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani, Angelo Stella ha menzionato lo storico edificio milanese e la villa di Brusuglio senza fare un accenno alla villa del Caleotto "sua sino al 1818", come ricorda la lapide sulla facciata dell'edificio. Certo, qualcuno a Lecco suggerisce oggi che una piccola cerimonia sarebbe dovuta avvenire presso la chiesetta della Madonna Assunta in villa Manzoni, dove è sepolto il padre Pietro. Non continuiamo oltre in queste considerazioni che lasciano il tempo che trovano. Spicca la notizia che il cardinale Ravasi, ricevuto dal Pontefice e consegnato il volume dei Promessi Sposi, abbia avuto la dichiarazione prima ricordata. C'è da sottolineare che nei dossier di Famiglia Cristiana sulla spiritualità il cardinale Gianfranco Ravasi sottolinea "Quel Dio che piega i forti ed innalza gli umili", tracce forse nascoste nell'opera manzoniana. Tutto questo - ha dichiarato Ravasi - per dire che anche se non viene citato Cristo, l'anima del suo messaggio è alla base del romanzo. Un romanzo che abbassa i superbi ed innalza gli umili.

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A.B.
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