Parco Curone, piramidi: il no al mi(s)tico raduno del guru rapito dagli extraterrestri
Chissà mai dunque che nello sventato incontro alle "piramidi di Montevecchia" gli adepti non si sarebbero salutati, magari telepaticamente, proferendo le famose parole di Star Trek "lunga vita e prosperità". Si sarebbero dovuti radunare al parcheggio di Monte, nel Comune di La Valletta Brianza alle ore 19.30 di venerdì scorso, portando con sé un cuscino tappetino per la meditazione, abiti caldi, scarpe comode per camminare, una pila e, liberamente, qualche soldo per un'offerta. A organizzare l'evento l'associazione LariOm.
La locandina ha iniziato a viaggiare nell'etere di internet e, tra un salto quantico e l'altro, è apparsa fino agli Uffici del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone che, superato lo sbalordimento, hanno contattato gli organizzatori intimando loro di annullare l'iniziativa. La meditazione sarebbe avvenuta infatti in un'area di pregio naturalistico, i prati magri. È un ambiente ricco di specie vegetali termofile. Di grande valore sono ad esempio le splendide varietà di orchidee, dai colori delicati o sgargianti. Le specie vegetali più diffuse ed importanti per la definizione dell'habitat sono alcune Graminacee, che accolgono una grande quantità di insetti, farfalle e mantide religiosa incluse.
"Siamo venuti a conoscenza di questo evento di meditazione senza essere contattati dagli organizzatori. Abbiamo visto sempre su internet che nelle iniziative con questo Nicolò di Lella si radunano tra le 50 e le 100 persone" commenta il presidente del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, Marco Molgora. "Un raggruppamento del genere non è ammissibile in zona protetta. La Legge regionale è chiara, è vietato entrare nei prati magri e comunque, se si organizza un evento pubblico, occorre chiedere l'autorizzazione per valutarne l'impatto".
Si può apprezzare l'habitat dei prati magri in diversi territori all'interno del Parco del Curone. Lo si trova sui versanti esposti a Sud e terrazzati nelle sommità del colle di Montevecchia e della Valle Santa Croce, ma le aree più interessanti sono proprio quelli nella frazione di Monte di La Valletta Brianza e dintorni, meta di molti turisti che camminano però correttamente lungo i sentieri. È quello un territorio storicamente votato all'agricoltura a vigneti, ortaggi e cereali, grazie al faticoso lavoro dei contadini sui terrazzamenti. Dal secondo dopoguerra, in contemporanea al boom economico, si è assistito tuttavia all'abbandono dei "ronchi", trasformando il territorio in una selva prima di soli arbusti e poi anche di alberi. Una nuova conformazione che, tra gli aspetti positivi, ha attirato delle specie di uccelli piuttosto rare nella zona.
Soltanto a partire dalla metà degli anni Novanta si è assistito a una ripresa dell'agricoltura e una crescita antropica. L'azione del Parco del Curone è stata fondamentale nel mediare tra gli svariati interessi in gioco: tutela ambientale, attività economica, insediamenti residenziali, attività ricreative. L'Ente Parco ha quindi saputo creare un modello di gestione per cui gli sfalci vengono effettuati a stagione molto avanzata per garantire alle specie vegetali il compimento del loro ciclo annuale. In accordo con i privati, si è cercato inoltre di mantenere delle macchie arbustive per meglio connettere gli ecosistemi. È stato promosso anche il pascolo. In parallelo sono stati sistemati i sentieri, sempre monitorati negli anni.
Un lavoro di salvaguardia del tutto ignorato dagli organizzatori della fantomatica "meditazione alle piramidi di Montevecchia" che il giorno prima della discutibile iniziativa hanno scritto sui social: "In data odierna siamo stati contattati tramite mail dal Parco Regionale della Val Curone (sito in cui si trovano le piramidi) in cui dicono che non possiamo fare l'evento perché non abbiamo i permessi e che comunque non ce li darebbero. Hanno inoltre avvisato il comune di competenza per comunicarlo ai vigili".
Leggendo tra le righe si scorge persino un certo risentimento, tanto da apostrofare il personale del Parco, reo di appartenere alla categoria dei "dormienti", qualsiasi cosa ciò voglia dire: "Questo avviso non è fatto per cercare di capire la logica dei dormienti... Nella mail si evince anche che son stati avvisati da qualcuno". Secondo i responsabili dell'iniziativa abortita, chi ha posto il divieto si troverebbe in uno stato di letargo che non consentirebbe di aprire gli occhi e vedere la luce della verità, la loro verità - perché no? - comunicata attraverso dei cerchi nel grano.
"La zona non è vietata al trekking, quindi si evince che se degli amici si trovano là per caso, possono camminare insieme (sono molte le persone che normalmente quotidianamente camminano lì e scendono con le biciclette giù dalle colline), ma se questi amici si organizzano per passeggiare insieme, non gli è permesso" gli organizzatori cercano di rielaborare così la vicenda, non riconoscendo la distinzione tra una passeggiata lungo i sentieri e un'occupazione di un appezzamento protetto.
La conclusione del messaggio via social è amara: "L'evento del 26 maggio alle piramidi viene annullato". Il guru Nicolò di Lella però non demorde e proprio l'altroieri, lunedì 29 maggio, ha rilanciato alla grande. Ha annunciato un viaggio spirituale a delle altre piramidi, questa volta in Bosnia, ritenute le sorelle maggiori di quelle montevecchine. La promessa è di un'esperienza al limite del mi(s)tico. Nel post che accompagna la nuova locandina la markettata è di tal tenore: "L'immersione in un'energia fuori dallo spazio-tempo. Ancora qualche posto è disponibile". Che dire? Che la Forza sia con lui.