Montevecchia: il punto su Case di Comunità assistenza sanitaria domiciliare e territoriale
"Siamo un gruppo di cittadini della Brianza lecchese che da un anno hanno voluto costituirsi in Comitato per chiedere la diffusione ed il potenziamento del servizio di assistenza domiciliare pubblica. Siamo convinti che il tema dell'assistenza alle persone anziane e fragili interessi tutte le generazioni, tutta la cittadinanza e quindi debba interessare anche tutte le forze politiche e sociali" ha esordito Lelia Della Torre del CADP.
Ospite dell'incontro, il dottor Ambrogio Manenti, ex OMS e presidente dell'associazione "Salute Senza Frontiere", che grazie alle sue esperienze ha raccontato ai presenti le difficoltà che la sanità pubblica sta affrontando in questo periodo e la realtà delle Case di Comunità, strutture sociosanitarie polivalenti che garantiscono funzioni di assistenza sanitaria primaria, prevenzione e promozione della salute. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR prevede infatti l'attivazione di 1.350 Case della Comunità entro la metà del 2026, in strutture fisiche - già esistenti oppure nuove - ove opereranno medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e assistenti sociali.
Il dott. Ambrogio Manenti
Lelia Della Torre del Comitato Assistenza Domiciliare Pubblica
"In Lombardia, delle circa 260 Case della Comunità previste, in un anno ne sono state aperte quasi 90, ma molte di esse - ha raccontato il dott. Manenti - tendono ad essere spoglie, o quantomeno prive di medici di base. Questo perchè il medico di base è una figura che, non sempre ma in molti casi, preferisce mantenere i suoi privilegi nel lavorare in solitaria nel proprio ambulatorio, piuttosto che condividere uno spazio con altri specialisti".
Per spiegare al meglio in cosa consistono e come dovrebbero funzionare le Case di Comunità, il dott. Manenti ha poi proiettato il film documentario "Idee per la Case della Comunità" realizzato dallo stesso Ambrogio Manenti, grazie alla regia di Carlo Concina. Il film documentario descrive quattro esperienze di Case della Salute, Querceta (Lucca), Le Piagge (Firenze), Fanano (Modena) e Castelfranco (Modena), che operano da alcuni anni erogando cure primarie universalmente accessibili, gestite da équipe multidisciplinari, centrate sulla persona in risposta alla maggioranza dei problemi di salute del singolo e della comunità. "Abbiamo pensato - ha detto Ambrogio Manenti - che mostrare buone pratiche di assistenza primaria, in particolare quattro esperienze che operano con successo da vari anni, potesse contribuire alla discussione pubblica in atto sulle Case della Comunità ed eventualmente fungere da possibile modello per il loro sviluppo nel resto del Paese".
Il filo conduttore del documentario è stato fornito da Gavino Maciocco, docente di Sanità pubblica e Politica sanitaria presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università di Firenze. Ha illustrato le principali sfide che devono essere affrontate per garantire il rafforzamento necessario e urgente dei servizi territoriali e delle cure primarie. Tra queste rientrano l'importanza di un distretto sanitario pubblico con una solida struttura organizzativa, che ospiti diverse Case della Comunità in cui la collaborazione tra professionisti sanitari e professionisti sociali ha fondamentale valore. Ulteriore criticità riscontrata riguarda il numero sempre più in calo di medici di famiglia, problematica legata al numero chiuso delle università e a scelte prese dagli specializzandi, spesso basate su questioni di stipendi. Il docu-film mette in evidenza non solo l'efficacia delle ben progettate Case di Comunità, ma anche la necessità di rafforzare il Servizio Sanitario Pubblico e aumentare il budget per la sanità. Questo aumento di risorse finanziarie è particolarmente importante per garantire un adeguato incremento del personale, un elemento essenziale per la piena realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Terminata la proiezione il dottor Manenti ha aperto una discussione per permettere ai presenti di raccontare le proprie esperienze con la sanità territoriale. "Quello che ho potuto vedere sono ottimi esempi di assistenza domiciliare" ha detto una signora dal pubblico. "Ma fuori dalla domiciliare c'è ben poco. Nell'ambito del meratese vi è una Casa di Comunità ad Olgiate Molgora aperta, ma è costantemente priva di medici di base. L'attuale situazione sanitaria territoriale e lombarda, a causa di un'impoverimento del sistema pubblico, non fa altro che provocarmi sconforto"