Cari sindacati, bene il tavolo ma servono risultati tangibili
Apprendiamo con piacere da portali web particolarmente sensibili alle questioni della Sanità Pubblica, anche locale, che i 3 sindacati provinciali confederali hanno unitariamente richiesto ai vertici della ASST di Lecco un "tavolo" per affrontare il tema della "salute mentale a livello territoriale".
Il tutto prendendo spunto dall'annunciata chiusura definitiva (o non riapertura, che dir si voglia) da parte della dirigenza dell'ASST, riportata dai media locali, del Reparto di Psichiatria dell'Ospedale Mandic di Merate, ma giustamente allargandone la trattazione alle realtà provinciali settoriali.
Mi permetto da Cittadino ancor prima che utente del Servizio Sanitario Nazionale (e peraltro iscritto al sindacato) di aggiungere, avendo dato nel mio piccolo un contributo, pur minimo, al tentativo di non archiviazione della "pratica" Psichiatria Mandic (e non essendo peraltro di Merate) CLICCA QUI, qualche breve considerazione con spirito schiettamente costruttivo.
Conosciamo tutti purtroppo l'azione di lenta e decennale erosione a cui è sottoposto da tempo il Sistema Sanitario Pubblico da parte di governi nazionali e regionali di vario colore, con una particolare accentuazione a livello lombardo.
Come assistiamo da tempo ad un palleggiamento di responsabilità per tale depotenziamento spesso a vantaggio del "privato" e a uno scaricabarile tra i vari livelli, compreso quello territoriale, per cui il cittadino/utente non riesce a percepire se e chi sta cercando realmente di invertirne la tendenza, come spesso, a parole, dichiarato anche dai vari dirigenti.
Spesso tutto ciò sembra dar luogo ad una perlomeno apparente rassegnazione, quasi una resa ad un presunto disegno "superiore" non modificabile , che invece dovrebbe essere contrastata sul campo in primis da coloro che vengono ritenuti funzionalmente preposti alla difesa dei diritti di base e cioè la politica, le istituzioni a partire da quelle locali, i sindacati di varia coerenza e estrazione ecc. ecc..
Ma tutti questi presunti attori sociali rischiano di non svolgere realmente la loro funzione se non innervati da una Cittadinanza partecip-attiva che li solleciti a svolgere fino in fondo il proprio ruolo.
Quindi l'auspicio evidente, in merito al sopramenzionato richiesto "tavolo", è che tutto ciò non si risolva solo in una serie di incontri d'approfondimento ritualistici ma che ottenga realmente risultati misurabili da tutti. E la riapertura del Reparto di Psichiatria del Mandic di Merate sarebbe sicuramente e tangibilmente, con tutta la sua carica di esemplarità, un primo segnale in controtendenza, tra i molti altri necessitati in vari ambiti sanitari e socio-sanitari.
Invito quindi tutti coloro che hanno realmente a cuore queste basilari e delicatissime questioni , ben oltre i soli meratesi, a mantenere attiva la vigilanza esigendo il massimo d'informazione sui vari passaggi di questa più che auspicabile trattativa, ma non solo.
E non ho dubbi che i media che da tempo meritoriamente ci aggiornano sugli sviluppi delle varie questioni sanitarie , in particolare quelle locali, continuino a farlo.
Soprattutto perché, anche grazie al loro prezioso lavoro, molti più Cittadini sembrano lodevolmente voler uscire da quella pseudo rassegnazione a cui mi riferivo più sopra non accontentandosi, ad esempio, di risposte di "facciata" della dirigenza sanitaria territoriale.
Della serie argomentazioni oggettive o perlomeno fondate sì, ma non generiche e non documentate motivazioni; reali difficoltà attuative sì, ma non sistematico scaricabarile sugli altri livelli per giustificare la propria inazione; precisi condizionamenti normativi nazionali, di cui tener conto, sì, ma non per rassegnarvisi ma invece per mirare azioni più congegnali per contribuire, anche a livello locale, al recupero della originaria funzione universalistica di un Servizio Sanitario Pubblico, comunque certamente e doverosamente migliorabile.
Quindi a tutti e a ognuno svolgere la propria parte.
Il tutto prendendo spunto dall'annunciata chiusura definitiva (o non riapertura, che dir si voglia) da parte della dirigenza dell'ASST, riportata dai media locali, del Reparto di Psichiatria dell'Ospedale Mandic di Merate, ma giustamente allargandone la trattazione alle realtà provinciali settoriali.
Mi permetto da Cittadino ancor prima che utente del Servizio Sanitario Nazionale (e peraltro iscritto al sindacato) di aggiungere, avendo dato nel mio piccolo un contributo, pur minimo, al tentativo di non archiviazione della "pratica" Psichiatria Mandic (e non essendo peraltro di Merate) CLICCA QUI, qualche breve considerazione con spirito schiettamente costruttivo.
Conosciamo tutti purtroppo l'azione di lenta e decennale erosione a cui è sottoposto da tempo il Sistema Sanitario Pubblico da parte di governi nazionali e regionali di vario colore, con una particolare accentuazione a livello lombardo.
Come assistiamo da tempo ad un palleggiamento di responsabilità per tale depotenziamento spesso a vantaggio del "privato" e a uno scaricabarile tra i vari livelli, compreso quello territoriale, per cui il cittadino/utente non riesce a percepire se e chi sta cercando realmente di invertirne la tendenza, come spesso, a parole, dichiarato anche dai vari dirigenti.
Spesso tutto ciò sembra dar luogo ad una perlomeno apparente rassegnazione, quasi una resa ad un presunto disegno "superiore" non modificabile , che invece dovrebbe essere contrastata sul campo in primis da coloro che vengono ritenuti funzionalmente preposti alla difesa dei diritti di base e cioè la politica, le istituzioni a partire da quelle locali, i sindacati di varia coerenza e estrazione ecc. ecc..
Ma tutti questi presunti attori sociali rischiano di non svolgere realmente la loro funzione se non innervati da una Cittadinanza partecip-attiva che li solleciti a svolgere fino in fondo il proprio ruolo.
Quindi l'auspicio evidente, in merito al sopramenzionato richiesto "tavolo", è che tutto ciò non si risolva solo in una serie di incontri d'approfondimento ritualistici ma che ottenga realmente risultati misurabili da tutti. E la riapertura del Reparto di Psichiatria del Mandic di Merate sarebbe sicuramente e tangibilmente, con tutta la sua carica di esemplarità, un primo segnale in controtendenza, tra i molti altri necessitati in vari ambiti sanitari e socio-sanitari.
Invito quindi tutti coloro che hanno realmente a cuore queste basilari e delicatissime questioni , ben oltre i soli meratesi, a mantenere attiva la vigilanza esigendo il massimo d'informazione sui vari passaggi di questa più che auspicabile trattativa, ma non solo.
E non ho dubbi che i media che da tempo meritoriamente ci aggiornano sugli sviluppi delle varie questioni sanitarie , in particolare quelle locali, continuino a farlo.
Soprattutto perché, anche grazie al loro prezioso lavoro, molti più Cittadini sembrano lodevolmente voler uscire da quella pseudo rassegnazione a cui mi riferivo più sopra non accontentandosi, ad esempio, di risposte di "facciata" della dirigenza sanitaria territoriale.
Della serie argomentazioni oggettive o perlomeno fondate sì, ma non generiche e non documentate motivazioni; reali difficoltà attuative sì, ma non sistematico scaricabarile sugli altri livelli per giustificare la propria inazione; precisi condizionamenti normativi nazionali, di cui tener conto, sì, ma non per rassegnarvisi ma invece per mirare azioni più congegnali per contribuire, anche a livello locale, al recupero della originaria funzione universalistica di un Servizio Sanitario Pubblico, comunque certamente e doverosamente migliorabile.
Quindi a tutti e a ognuno svolgere la propria parte.
Germano Bosisio