Zio accusato di violenza sessuale sulla nipote. Versioni contrastanti dei testi

L'aula del tribunale di Lecco
È una vicenda che ha sconvolto una famiglia intera, quella portata oggi all'attenzione del collegio giudicante presso Palazzo di Giustizia: il presidente Paolo Salvatore e a latere i colleghi Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi hanno infatti accolto le testimonianze in merito ad una presunta violenza sessuale compiuta da uno zio nei confronti della nipote. Il 60enne è accusato dalla Procura della Repubblica di Lecco, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Simona Galluzzo, di aver palpeggiato la giovane donna.

Il tutto sarebbe accaduto nell'estate del 2021 nel meratese, nella casa della madre dell'imputato, nonché nonna della persona offesa (costituitasi parte civile). In merito ai fatti la 90enne ha ricordato di aver accolto in casa la nipote, come tante altre mattine, sottolineando il presunto “abbigliamento sconcio” da lei sfoggiato (degli shorts di jeans ed una canottiera). Poi, la giovane si sarebbe recata nell'appartamento al piano superiore abitato dallo zio, avrebbe salutato il cugino e se ne sarebbe andata “tutta contenta”. Nulla fuori dall'ordinario sarebbe accaduto in quel frangente.

L'anziana ha quindi raccontato di uno scontro molto acceso avvenuto nel suo giardino nel pomeriggio tra suo figlio, sua figlia (madre della parte civile e sorella dell'imputato) e la nipote: “Loro dicevano che volevano denunciarlo e io non capivo per che cosa: non poteva essere successo nulla quella mattina”. Insomma, la testimone ha fortemente difeso il figlio, descrivendolo come una persona per bene che mai avrebbe potuto fare del male a nessuno. Secondo la sua versione dei fatti proprio quella mattina sua figlia avrebbe chiesto al fratello di stare vicino alla nipote, che stava attraversando un momento particolare: “mio figlio mi ha detto che allora le aveva parlato e le aveva detto di stare su con il morale, che era una bella ragazza. Lei deve aver frainteso”. La teste ha quindi proceduto a descrivere il “bellissimo” rapporto che intercorreva tra zio e nipote precedentemente al presunto “fattaccio”, facendo anche riferimento a continui aiuti economici erogati negli anni dal figlio nei confronti delle famigliari.

Da quel 13 luglio del 2021, come confermato anche dalla sorella della vittima, i rapporti in famiglia si sarebbero irreparabilmente guastati: “I nostri contatti sono stati bloccati da tutti, perfino da mia nonna, che nemmeno sa cosa sia un telefono” ha detto nel corso della sua testimonianza. “Mia sorella mi ha raccontato che quella mattina il bagno della nonna era occupato ed era salita dallo zio” ha aggiunto rivolgendosi al collegio la ragazza, cui i fatti contestati sono stati riferiti dalla persona offesa e dalla madre “e che quando è uscita dal bagno nostro zio le ha iniziato a fare dei complimenti e poi le ha alzato la maglietta toccandole il seno. Appena è riuscita a divincolarsi si è chiusa nella camera di nostro cugino per raccontargli tutto”. Il pomeriggio, quando la madre e la sorella sono tornate a casa della nonna per avere spiegazioni sarebbe scoppiato il putiferio: “ha minacciato mia mamma con un pugno ed ha iniziato ad insultare mia sorella dandole della “troia””. Inizialmente, secondo la giovane, l'intenzione della sorella non era nemmeno quella di denunciare, ma di risolvere tutto in famiglia: “volevano una spiegazione di quanto accaduto, ma una spiegazione non è mai stata data”. Quando l'avvocato di parte civile ha chiesto alla teste di commentare il modo in cui era vestita sua sorella al momento dei fatti, la ragazza ha risposto: “Era vestita come una persona che ha caldo a luglio”.

L'istruttoria dibattimentale proseguirà il 12 ottobre con l'audizione del consulente nominato dalla procura e con l'eventuale esame dell'imputato, poi si procederà con la discussione.
F.F.
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