Sui diritti negati

Mi fa piacere leggere che ha suscitato reazione almeno ad una persona, l'articolo sulla tirata di orecchie che si è presa la Meloni al G7 dal primo ministro canadese, in merito ai diritti LGBT in Italia.
Almeno se ne parla, è già un passo avanti.
Fortunatamente i gay (maschi e femmine) non sono più puniti dalla legge dal 1890, le persone transgender possono cambiare legalmente sesso dal 1982, e dal 2016 esistono le unioni civili (che non è un matrimonio egualitario).
Ma è un dato di fatto che in Italia i cittadini lgbt sono meno tutelati che in altri paesi d'Europa (peggio di noi solo Polonia e Ungheria), e rispetto a tutti i cittadini non lgbt in generale.
Ne cito solo alcuni dei diritti che, nero su bianco, ancora mancano:
la fornitura di beni e servizi, non è la stessa in tutte le Regioni.
Il riconoscimento del matrimonio egualitario, le adozioni (anche per i single), sono ancora un problema.
La fecondazione in vitro è vietata (non quella surrogata, è una cosa ben diversa, questa pratica è più comune tra gli eterosessuali, e personalmente anche io non sono d'accordo, ma la mia opinione non conta).
Il Senato ha da poco approvato una risoluzione di Fratelli d'Italia, contro una proposta della Commissione che mira a dare ai figli gli stessi diritti in tutti gli Stati membri.
Questa proposta richiede solo di riconoscere ai bambini nati in altri Stati, gli stessi diritti che hanno gli altri bambini italiani. L'idea è di armonizzare il diritto degli Stati membri per fare in modo che un bambino che ha un diritto in una nazione, non lo perda se per caso va in un'altra.
Non sembra di chiedere troppo.
Mia nipote, ad esempio, che vive a Torino con la sua compagna, sta cercando di adottare un bambino ma non glielo concedono, a meno che non scelga di adottare un bambino con problemi fisici (sindrome di down, eccetera). Sicuramente sarebbe un gesto nobile, ci mancherebbe. Ma perché le vietano di adottare un bimbo sano?
Inoltre, se l'adozione andasse a buon fine, solo uno dei due genitori potrà esercitare i diritti sul minore, all'altro non è consentito. Pensate ad un'emergenza al pronto soccorso, oppure al semplice permesso per andare a ritirare il bambino a scuola e all'asilo, o all'eredità nel caso di decesso, o alla separazione della coppia (come in tante altre coppie), eccetera...
Semplicemente, per il governo Meloni sono "diversi" (da chi??). Le coppie gay devono passare la vita a tutelarsi con scritture private. Scritture private che, il più delle volte, vengono impugnate e annullate dai soliti parenti.
Eppure, nel nostro Paese ci sono più di cinque milioni di omosessuali.
Gli italiani sono molto aperti mentalmente, il governo Meloni no, e sta facendo enormi passi indietro.

Ettore
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.