Lomagna: 274 mila euro di avanzo disponibile dal consuntivo 2022

Il 2022 si è chiuso a Lomagna con un risultato di amministrazione di 821 mila euro. Tolta la parte accantonata (246 mila euro), quella vincolata (5.453 euro) e la parte destinata agli investimenti (296 mila euro), l'avanzo disponibile si è ridotto a 274.342 euro. Sono questi i numeri più essenziali del consuntivo 2022, espressi in aula consiliare dall'assessore al Bilancio Pierangelo Manganini. Tra la spiegazione tecnico-contabile e le relazioni dei vari assessorati sulle attività svolte, la fase espositiva è durata un'ora e 20 minuti.

È seguito un contenuto dibattito, con il capogruppo di minoranza Mauro Sala che ha colto l'occasione per fare delle domande più sull'attività dell'Ente locale che non sui numeri del bilancio. Tra le altre cose, sono stati chiesti aggiornamenti sull'impianto di riscaldamento che interessa la palestra. Tra aprile e maggio l'acqua calda non funzionava [clicca QUI]. La consigliera delegata allo Sport Stefania Casturà ha rassicurato che il problema è stato risolto. Ha ammesso che l'amministrazione avrebbe preferito una maggiore celerità per il ripristino del servizio, ma ha ricordato che si sono resi necessari più interventi di riparazioni da parte del manutentore. La sindaca Cristina Citterio si è detta dispiaciuta per i tempi lunghi prima del ripristino (tre settimane abbondanti) e ha detto di non comprendere il senso della richiesta di Sala in merito a eventuali connessioni tra la vicenda finita per vie legali della centrale a biomassa e il disservizio che si è verificato nelle scorse settimane. Sala ha dunque fatto presente che il manutentore è lo stesso che gestisce l'impianto a biomassa.

 

L'assessore al Bilancio Pierangelo Manganini

 

Altra questione ostica uscita dal dibattito è che ancora Lomagna non ha deciso come versare a Retesalute la quota straordinaria per far fronte alle spese legali dell'azienda speciale per una lite temeraria intentata contro due ex dipendenti, alle quali erano state imputate impropriamente le cause del dissesto finanziario poi sanato. "Fondamentalmente non è cambiata la situazione" ha commentato Citterio. "Ci sono delle ulteriori interlocuzioni con Retesalute, perché dal punto di vista amministrativo al momento non abbiamo trovato il percorso per poter procedere, per la natura della lite temeraria" ha continuato la sindaca. Come era emerso nel Consiglio comunale ormai di diversi mesi fa, del 29 novembre per l'esattezza, l'amministrazione aveva deciso di non imputare nessuna voce specifica a bilancio, pur esprimendo la volontà politica di voler trovare la modalità contabile ritenuta più idonea [clicca QUI]. Stupisce e appare contraddittoria dunque la conclusione del discorso della sindaca, secondo cui invece sarebbero state allocate delle risorse: "Al momento le risorse che erano state destinate sono andate in avanzo e vedremo sul 2023 come chiudere la questione con Retesalute per queste spese". Se fossero state destinate le risorse, di fatto il problema per Lomagna non sussisterebbe nemmeno, essendo proprio quello l'oggetto della discordia.

Nella dichiarazione di voto Sala ha espresso la contrarietà sul metodo che ha portato all'approvazione in Consiglio comunale del consuntivo, avvenuta nella stessa seduta del via libera al bilancio di previsione. Una circostanza che non favorisce la partecipazione della cittadinanza, secondo il capogruppo di Uniti per Lomagna. Sempre per Sala le tempistiche per l'approfondimento della documentazione sui due importanti punti all'ordine del giorno di fatto vengono dimezzate. Per queste ragioni la minoranza non ha partecipato al voto sul consuntivo. Per la maggioranza ci sono state più fasi di presentazione del bilancio di previsione.

Per l'addizionale comunale Irpef è stato confermato il solo scaglione allo 0,8%. L'assessore Manganini ha offerto una panoramica, con i numeri del ministero riferiti alla situazione di Lomagna nel 2020. Le principali categorie interessate sono le seguenti: 2.251 dichiaranti da lavoro dipendente, di cui 427 esenti; 35 dichiaranti da lavoro autonomo, di cui 3 esenti; 65 imprese dichiaranti, di cui 12 esenti; 1.150 pensionati dichiaranti, di cui 146 esenti. "Se sommiamo il lavoro dipendente alle pensioni abbiamo un valore pari al 90%. Per cui l'addizionale Irpef viene pagata per il 90% da lavoro dipendente e da pensione". Una conclusione che non è piaciuta affatto al consigliere Sala che, oltre a ribadire la contrarietà allo scaglione unico, ha voluto cogliere dalle parole di Manganini un qualche secondo fine. "Che cosa voleva spiegare dicendo così? Che i lavoratori autonomi non pagano nulla? Sembrava che ce l'avesse coi lavoratori autonomi dicendo che pesa sugli altri. Che soddisfazione è?". La sindaca ha a questo punto interrotto l'intervento di Sala: "È la soddisfazione di leggere i dati". Sala ha alzato la voce rimarcando che quello fosse il suo turno di parola e di non voler essere interrotto. Ma la sindaca ha continuato a parlare arrivando poi a silenziare il microfono del capogruppo di minoranza.

Sul bilancio di previsione, la cui presentazione dell'assessore era avvenuta nella seduta precedente di Consiglio, il gruppo di minoranza non è intervenuto. La delibera è stata quindi subito messa ai voti. La minoranza ha votato contro.

M. P.
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