Merate: il Municipio a villa Confalonieri ha senso solo con una visione diversa della città
Il risveglio pareva aver archiviato la visione. Invece essa veniva rilanciata prima dall'ex sindaco Andrea Robbiani e poi anche dal vice sindaco Giuseppe Procopio, entrambi favorevoli a destinare nuovamente la villa di via Garibaldi a "casa del popolo".
L'area di condivisione si allargava poi a Aldo Castelli, capogruppo di "Cambia Merate" e, all'esterno dell'Aula a ex sindaci illustri come Andrea Massironi e Dario Perego. Un'area robusta, dunque che, tuttavia, guardava ben al di là della semplice domanda: volete che il Municipio torni a Villa Confalonieri?
Perché messa così la questione è priva di un senso finito, di una visione della città, del tutto diversa da come è intesa oggi con la Giunta Panzeri.
Questa Giunta ha sviluppato progetti provenienti dal passati - la riqualificazione di via Verdi e la sistemazione della piazza - peraltro con non poche criticità in fase esecutiva. Basta un'occhiata al rifacimento parziale della pavimentazione sotto i tigli posti sul lato ovest di via Carlo Baslini per rendersi conto di come il lavoro sia maldestro. Le piante a volte sono al centro dell'area drenante, altre a lato in modo casuale, così come i bordi attorno, alcuni a sud, altri a est altri ancora privi. Insomma, pur da profani, non sembra una buona premessa.
Ma a parte ciò, il trasloco del Municipio è solo la prima pedina di un progetto che può e deve rivoluzionare il centro.
Palazzo Tettamanti ha ospitato il Municipio in fase emergenziale. Purtroppo però villa Confalonieri non è stata oggetto di un'adeguata ristrutturazione e messa a norma. E ora versa nelle stesse condizioni che resero necessario il trasferimento degli uffici. Metterci mano sarà la priorità della prossima Amministrazione nel mentre - e contemporaneamente - se vinceranno coloro che sostengono questa visione, si dovrà studiare il miglior utilizzo degli spazi del Palazzo per ospitare la biblioteca, sale riunioni, ambienti idonei per l'informatica da gestire con aziende tecnologiche locali, sale per proiezioni, un ambiente insonorizzato da mettere a disposizione dei gruppi musicali cittadini. E poi uno spazio ampio nel quale le diverse associazioni meratesi possano redigere i rispettivi programmi armonizzandoli per evitare sovrapposizioni ed eccessi.
Insomma, tante sono le iniziative che si possono sviluppare nei circa 4mila metri quadrati disponibili. Purché una sola persona, nella figura dell'assessore al commercio, sport, cultura e turismo (lo spacchettamento di queste competenze crea solo caos) abbia la responsabilità di coordinare l'uso del Palazzo, assistito da consiglieri comunali riuniti in un'apposita commissione.
Così sarà possibile anche parlare di progetti in grado di attrarre visitatori e riportare Merate al centro del flusso turistico della Brianza. Oggi le iniziative scollegate, non programmate e meno ancora comunicate stanno retrocedendo Merate a livello di un paesotto.
La nostra città non merita una simile retrocessione.