Osnago: inaugurata la mostra ''ispirata'' al romanzo Le città invisibili di Italo Calvino


"Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che potranno valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d'un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell'economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, ma scambi di parole, di desideri, di ricordi". Da queste parole, tratte da "Le città invisibili" di Italo Calvino, è stata immaginata, formulata ed inaugurata venerdì 19 maggio, in sala civica ad Osnago, la mostra "Postcards from the future".


Organizzata per omaggiare il centenario della nascita di Italo Calvino, l'esibizione vuole reinterpretare in chiave moderna - anche se gli stessi autori hanno sottolineato quanto il pensiero di Calvino fosse già moderno se non profetico - la narrazione de "Le città invisibili" basata sul dialogo tra Marco Polo e l'imperatore Kublai Khan che domanda all'esploratore di descrivergli le città del suo immenso impero. Nasce così un dialogo visionario tra i fotomontaggi del fotografo Bruno Zanzottera ed i testi della giornalista Marta Ghelma, che si trasforma in una meditazione distopica sulle città, sul passato che ritorna sempre, sulla globalizzazione delle diversità e altre contraddizioni di una società contemporanea in cui oltre la metà della popolazione mondiale di otto miliardi di abitanti vive in ambienti urbani, megalopoli sempre più gigantesche dove è l'essenza dell'essere umano a diventare sempre più invisibile.

 

Al violoncello Marco Radaelli, maestro alla scuola di musica Archè (ha aperto la serata
eseguendo un Capriccio di Dall'Abaco a cui ha attaccato Prelude n°3 per violoncello di Bach)

 


"La mostra è stata proposta anche per aiutarci a riflettere riguardo al nostro ruolo all'interno delle comunità, che ora sono sempre più in crisi poiché soffrono dell'assenza di relazioni forti e fruttuose. Dobbiamo accettare che la società è in continua evoluzione e non possiamo soffermarci ai vecchi modi di fare per tenere insieme una comunità. Cerchiamo dunque di non diventare noi stessi città invisibili, ma raccontiamoci agli altri così da creare relazioni e collaborazioni utili a rafforzare la comunità" sono state le parole del sindaco Paolo Brivio, che ha colto l'occasione per ricordare che sabato 27 maggio alle 20.30 al Teatro De Andrè si terrà uno spettacolo di comunità intitolato "Oganòs. Autobiografie di una città", in cui 22 osnaghesi, storici e di recente acquisizione, metteranno in scena se stessi e racconteranno la loro vita all'interno della comunità territoriale.

Galleria fotografica (vedi tutte le 22 immagini)

La mostra rimarrà in Sala civica fino a settimana prossima e verrà aperta al pubblico con i seguenti orari: domenica 21, venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 maggio dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

M.Pen.
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