Paderno: una dimostrazione con il tombolo all'Addolorata


Grandissimo successo per questa prima dimostrazione che verrà ripetuta. Cosa ha da spartire il Tombolo con Leonardo da Vinci? Tantissimo dato che il fiorentino era anche uno scenografo e costumista per gli spettacoli che organizzava al Castello di Porta Giovia a Milano. Era lui che a volte disegnava i tessuti che poi venivano ricamati per soddisfare i "gusti" delle donne, assai esigenti in fatto di costumi e di moda, quali la moglie del Duca Ludovico il Moro, Beatrice d'Este e di sua sorella,  la frizzante e gagliarda Isabella d'Este. Queste dettavano la moda del tempo. Come ha raccontato nel suo bel libro il prof. Carlo Vecce dell'Università di Napoli, ("Il sorriso di Caterina: la madre di leonardo")  la mamma di Leonardo aveva le mani d'oro nel tessere i tessuti. Una vera artista in questo campo.
La presenza alla chiesina dell'Addolorata lungo l'Adda di una nota maestra del tombolo, Morena Pellegatta, che ha fatto una dimostrazione di questa che è una vera e propria arte, ha reso felicissimi non solo Fiorenzo Mandelli, il custode, ma anche i tanti turisti che sono passati e l'hanno ammirata. Un'opportunità non da tutti i giorni.

Il pizzo di Cantù fiorisce a cavallo tra la fine del 1300 e l' inizio del 1400 . È un intreccio di fili a formare dei merletti. Questo merletto nasce principalmente per paramenti sacri, infatti si dice che la sua nascita è dovuta a delle suore in un convento.

Queste poi hanno insegnato alle ragazze il lavoro del tombolo, per essere usato come merce di scambio per materie prime. Tale pizzo venne anche usato per abbellire le case con inserti per tende, tovaglie, lenzuola, scialli, guanti, centrini vari. Per questo merletto servono alcuni strumenti come il tombolo che è un cuscino di forma cilindrica rigido, un supporto di legno che si chiama cavalletto.

I fuselli servono per intrecciare i fili, l'uncinetto con la punta molto fine per alcuni passaggi del pizzo. Non possono mancare la cartina, ovvero un disegno disegnato e bucato da mani esperte, e poi gli spilli per tenere i fili a formare il lavoro scelto. Il pizzo di Cantù e un vero e proprio lavoro di pazienza che regala grande soddisfazione a lavoro finito.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.