Merate: ''Ezio Bosso days'' raccontato da chi ha organizzato l’evento, una perla per la città

Chi scrive vuole condividere un'emozione.
Una folgorazione personale.
Piccola cosa, direbbe qualcuno.
E' un week-end di metà maggio dedicato ad un Musicista,
compositore, pianista, direttore d'orchestra.
Alla sua Musica.

VIDEO


Il manifesto è annuncio di festa:
“EZIO BOSSO DAYS”.
Piccola parentesi:
Grazie Fiorenza Albani, un'Assessore alla Cultura che merita una standing ovation.
Dunque, della storia non si vuole raccontare la punta dell'iceberg:
le performances
del QUARTETTO D'ARCHI di TORINO
e del TRIO PIANO ZERØ.




No, perché chi c'era, sa.
Chi non ha potuto esserci saprà, se si terrà libero il prossimo anno.
Il desiderio è di narrare ciò che – nascosto - regge il culmine di quella Bellezza.
Insomma, questo il racconto.
Nuvole imbronciate galoppano nel cielo di Merate.
Per fortuna ci sono persone che hanno lo sguardo sereno, propositivo.
Una di queste è Giulio.
Giulio Passadori.




Frutto della sua giovialità è, certamente,
la passione per la sua professione:
Accordatore. Accordatore di pianoforte.
La sua vita variopinta e nomade lo ha portato a confrontarsi
con i più grandi pianisti del mondo
e a lavorare nei più prestigiosi teatri d'Europa, e non solo.


Poco importa rubare spazio qui, citandone i nomi.
Con gesti lievi, gentili, eleganti, sicuri,
- pare voglia dettare un ritmo musicale alle proprie azioni -
l'amico Giulio restituisce, dopo tre anni di pausa,
libertà al “Fratellone” (così lo chiamava Ezio Bosso):
lo Steinway & Sons Gran Coda.
Lo abbraccia, lo accarezza.
Scaricandolo con cura dal furgone bianco
gli sussurra qualcosa che non comprendo.



Quei 500 chili di eleganza,
avvolti in custodie, elastici, lacci,
- come opera di Christo -
scivolano leggeri su un insignificante carrellino,
inconsapevole della propria responsabilità,
verso l'ingresso dello “spazio” in cui verrà ospitato fino a sera.
Fuori, le nubi, iniziano una tempesta di gocce d'acqua.
La porta d'ingresso dell'Auditorium Giusy Spezzaferri è lì di fronte.


Le luci all'interno danno chiarore.
Lo spazio è popolato da poltrone color verde chiaro “inizio-primavera-in-Brianza”,
pare siano in attesa per dare il “benvenuto” alla “Star dagli 88 tasti bianchi e neri”.
Lo Steinway entra, con diffidenza forse.
Giulio, dopo i primi passi, prende tempo.
Si ferma.
L'atmosfera all'interno profuma di bellezza.
La si può toccare con mano. Accarezzare.
Osserva...
“Che spettacolo!”, sussurra con stupore.
Scivola di qua e di là con gli occhi in questa scenografia che odora di natura.
Poi, ascolta...
“Niente. Nulla.
Tutti i rumori che inquinano la nostra vita quotidiana qui non esistono più”.

Il suono muto del silenzio si riverbera in questo scrigno acustico rivestito in legno di ciliegio.
C'è solo respiro. Il nostro, che crea una vibrante sonorità.
Nulla stride.
Tutto è armonioso.


“Che bello vedere opere come questa realizzate con professionalità, con attenzione,
con l'obiettivo di creare progetti capaci di valorizzare l'arte, il teatro, la musica”
- mi confida l'amico
Giulio - “Per me un vero tesoro. UNA PERLA PER MERATE.
Non sempre servono le 'cose' grandi. Anzi ogni tanto servono quelle piccole,
perché le cose vengano realizzate. Più intime, più vere.
Te lo dice chi qualche settimana fa era nel teatro più importante d'Italia”.

Un concetto detto da voce autorevole,
da far risuonare per le vie, piazze e case della Città di Merate.



Con calma, cura e la massima attenzione, il “Fratellone”, poi,
prende “stanza” al centro del palcoscenico.
“Questo Auditorium è una bella cornice alla Musica.
A Ezio sarebbe piaciuto molto suonare qui”
.
Le parole dell'amico Giulio mi fanno riflettere.
Forse in questi due giorni, Ezio, lo ha fatto.
Gianni Sicoli e Daniela Cardani
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