Lomagna: l’amicizia di Elisa Lanceni e Huma, piccola afghana raccontata nel libro ''Con i tuoi occhi ho visto l'Afghanistan''

"Sono una ragazza, un albero nel sole, non sono una bambola di altri, sono io responsabile del mio destino, posso sbocciare da me stessa. Sono una ragazza, un fiore del cielo, sono una ragazza, io vado avanti con la conoscenza, i muri cadono e non possono fermarmi". Questa canzone "Dohktar Astam", che in lingua pashtun significa "Io sono una ragazza", è un coro che è stato intonato dalle giovani studentesse afghane per anni e proibito dal governo nel marzo 2021, in una realtà che osteggia sempre di più la libertà ed educazione delle donne. È da questo contesto che arriva Huma, una ragazzina undicenne affetta da Leucemia, mandata in Italia per essere curata e che in un ospedale incontra Elisa Lanceni, volontaria da oltre vent'anni che da subito acquisisce un forte legame con la giovane e attraverso i suoi occhi, inizia a scoprire un Afghanistan nuovo, diverso da quello a cui siamo abituati, un mondo pieno di sogni e di speranze e non solo di povertà.

L'autrice Elisa Lanceni

Nella serata di giovedì 18, presso l'auditorium di via Roma, Elisa ha descritto il suo rapporto con Huma narrato nel suo libro "Con i tuoi occhi ho visto l'Afghanistan", pubblicato a settembre dello scorso anno. "David Maria Turoldo disse che una delle domande più difficili da fare a una persona è chiedere di raccontare di sé" ha affermato Elisa, che però ha preso questo messaggio come uno stimolo per presentare la sua esperienza attraverso questa opera autobiografica.

 

 

 

Protagonista del racconto è la relazione di amore, affetto e amicizia che è sbocciata con la giovane paziente che l'ha fatta entrare in contatto con un mondo nuovo, trasmesso immediatamente dalla copertina del libro. Su di essa è ritratta una donna con il tipico burqa che lascia scoperti gli occhi che sono stati sostituiti da una cartina dell'Afghanistan, per simboleggiare l'importanza delle donne nel futuro di questo paese. Visibili sono inoltre l'aquilone, il gioco che era molto comune tra i bambini afghani e il cui utilizzo è stato vietato, e la bicicletta che - al contrario - per Huma in Italia rappresenta un mezzo di riscatto e libertà.


 

Grazie a tanta pazienza, empatia e altruismo i mondi di Elisa e Huma si sono uniti e mescolati cambiando completamente la vita ad entrambe. Sono stati dei piccoli e semplici gesti che hanno permesso l'intreccio tra le due culture, per esempio l'adattamento alle tradizioni culinarie, molto diverse l'una dall'altra, ma che hanno consentito di creare momenti per condividere, conoscersi ed esprimere gratitudine: "non è importante cosa mangiamo ma con chi" ha spiegato Elisa. Gli ostacoli però non sono di certo mancati. Il più grande rappresentato dalla lingua: Huma non conosceva l'italiano ed Elisa non conosceva il pashtun e quindi la comunicazione risultava difficile, ma attraverso disegni, gesti e giochi, sono sempre riuscite a capirsi e pian piano a dialogare in maniera più efficiente.

 

Carmela Zambelli, presidentessa dell'associazione Ale G. di Lomagna che da 26 anni si occupa dell'accoglienza dei bambini in paese, ha condiviso che nel libro ha ritrovato molte delle difficoltà che i bambini incontrano al loro arrivo in Italia e le emozioni che ne scaturiscono: isolamento, solitudine e disorientamento in una realtà che sentono lontana ed estranea dalla loro, soprattutto i ragazzi più grandi si sentono inadeguati e non accettati dalla società. E questi sentimenti nascono proprio da problemi di comunicazione, difficoltà che possono essere superate nella quotidianità adottando un linguaggio più semplice e gestuale per poi rivolgersi a professionisti, a mediatori, in ambiti più specifici come quello sanitario. Quest'associazione opera un'attività analoga a quella esercitata da Elisa che ha accolto e inserito nella società la giovane Huma.

Da sinistra il sindaco Cristina Cittero, Carmela Zambelli, Elena Gandolfi, Elisa Lanceni e le quattro bambine di quinta

 

Alle fine dell'incontro l'assessore Elena Gandolfi ha ringraziato Elisa per aver condiviso la sua storia, ma un grazie speciale è stato rivolto a quattro bambine di quinta che all'inizio della serata hanno letto quattro poesie del libro, facendo catapultare i presenti dietro gli occhi di Huma attraverso le parole dell'autrice.

I.Bi.
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