Lomagna: Regolamento Antenne 5G, per Mauro Sala ''è solo fumo negli occhi''

La questione delle antenne 5G torna a far discutere. Dopo l'approvazione a Osnago del Regolamento comunale per disciplinare la presenza dei "pennoni" [clicca QUI], è stato il turno di Lomagna. In Consiglio comunale è approdato il testo con la relativa mappa delle localizzazioni delle aree ritenute idonee agli impianti di telecomunicazione. In entrambi i casi ci si è avvalsi della consulenza esterna della ditta Polab per lo studio del contesto e l'elaborazione dei documenti. A Lomagna era stata votata anche una mozione che aveva tra gli obiettivi anche quello di predisporre un regolamento.


L'assessore Simone Comi

Ad introdurre il tema nel Consiglio comunale del 15 maggio è stato l'assessore all'Ambiente Simone Comi: "I documenti che andiamo ad approvare stasera sono gli unici strumenti che hanno i Comuni per poter in qualche modo avere voce in capitolo e gestire l'installazione degli impianti di telefonia mobile sul proprio territorio". Comi ha poi ricordato che il settore è sempre più liberalizzato dal legislatore e che la materia è complessa da un punto di vista tecnico e normativo.


Comi ha relazionato che Polab ha avuto il mandato di analizzare l'impatto dei campi elettromagnetici prodotti dagli impianti esistenti e di effettuare una simulazione degli eventuali nuovi impianti. Tra gli obiettivi dell'incarico anche "l'elaborazione del Piano di localizzazione delle antenne assicurando ai gestori la copertura dei servizi di telefonia, ma al contempo garantendo la massima tutela alla popolazione per quanto riguarda l'esposizione ai campi elettromagnetici" ha asserito l'assessore.
 

Comi ha poi aggiunto: "Con il Regolamento si intende tutelare la salute umana, minimizzando le esposizioni, e l'ambiente e assicurare il corretto insediamento degli impianti, individuando le aree del territorio maggiormente idonee tenendo presente i siti sensibili". Un altro obiettivo è l'individuazione di due siti idonei ad ospitare gli impianti, rappresentati nella mappa. Ad oggi due impianti: uno in via Garcia Lorca su suolo privato.


Come avevamo già scritto nel novembre scorso, a Lomagna sono presenti due antenne: una in via Garcia Lorca su suolo privato e l'altra in via Valtassera su suolo pubblico [clicca QUI]. Wind e Iliad hanno presentato i propri piani di sviluppo che prevedono la possibilità di riconfigurare gli impianti attualmente attivi, ha dichiarato l'assessore in Consiglio comunale, ribadendo che non sono però ancora pervenute le relative richieste autorizzative. Entrambe le antenne "sono all'interno delle due aree individuate nella mappa delle localizzazioni" ha puntualizzato Comi.



Dal gruppo di minoranza sono piovute critiche. La prima a intervenire per conto di Uniti per Lomagna è stata la consigliera Margherita Vigorelli, che è anche componente della Commissione Regolamenti che si è riunita in un'occasione per analizzare la bozza dell'atto. Vigorelli ha espresso rammarico per "il ruolo della Commissione sminuito". La consigliera ha fatto presente che la prima versione del regolamento aveva ricevuto diverse richieste di modifiche. Il lavoro della Commissione era stato comunicato a Polab che ha risposto, ma la Commissione non si è più riunita. L'amministrazione ha preferito portare il nuovo testo che ha accolto una solo modifica direttamente in Consiglio comunale. Vigorelli ha fatto presente che delle perplessità a suo avviso permangono.
 

Dalla maggioranza l'assessore Manganini, nonché presidente della Commissione Statuto e Regolamenti, ha replicato che la risposta di Polab è stata resa nota ai commissari senza ricevere alcun appunto al riguardo. Quindi si è deciso di convocare il Consiglio comunale. Mentre la sindaca Cristina Citterio ha evidenziato che la materia è complessa e Polab ha fornito un testo sulla base delle proprie competenze.
 

A scombinare le carte è stato però il capogruppo di minoranza Mauro Sala. Ha dapprima confermato la linea espressa da Vigorelli sull'opportunità mancata di un doppio passaggio in Commissione, rimarcando che la risposta di Polab è stata "basica". Il nucleo dell'intervento di Sala si è spostato sul richiamo ad una norma che incide sul settore delle telecomunicazioni e sulla non piena coerenza che il Regolamento posto all'esame dell'aula ha con essa. Sala ha recitato questa Legge del 2020, secondo la quale i Comuni possono adottare un Regolamento per il corretto insediamento delle antenne individuando i siti sensibili, cioè quelli da preservare dai campi elettromagnetici. La Legge esclude invece la possibilità del Comune di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate.
 

Sala ha quindi fatto una sintesi del dettame normativo: "Il Comune può agire soltanto per proteggere i siti sensibili. Viene esclusa la possibilità di limitare e vietare aree generalizzate". Quindi il possibile contrasto con il regolamento. Ha sostenuto il consigliere di minoranza: "Se noi diciamo nel regolamento dove posizionare le antenne, indicando due punti esatti, stiamo escludendo tutti gli altri e facciamo quindi l'esatto opposto di quello che prevede la Legge". Sala ha insistito: "La Legge non dice dove localizzare le antenne, ma di individuare i siti specifici da preservare. Quindi questo Regolamento, per come è stato fatto, è carta straccia. Dovremmo indicare gli asili, le RSA, la scuola elementare. Tutto il resto è fumo. Questo regolamento davanti alla Legge è bypassabile in due secondi netti. È invotabile perché non rispetta la Legge".

            

La maggioranza è stata presa di controbalzo. La sindaca non ha risposto nel merito e ha cercato di minimizzare l'entità dell'obiezione di Sala. "Sono sempre un po' preoccupata quando estrapoliamo un articolo e non lo collochiamo in una storia normativa fatta di tanti e tanti provvedimenti legislativi. Sono un po' cauta a dire che la lettura sia questa. Bisogna vedere se ci sono state ulteriori integrazioni. Se lei crede, portando un articolo di una Legge, di avere maggiore competenza di una società che studia il fenomeno...". La sindaca ha approssimato: "Io non lo butto via. Che poi possa essere perfettibile, vabbè, faremo questa considerazione a Polab". Il primo cittadino ha invitato a fidarsi delle società che vengono incaricate e, con una certa stizza, ha domandato a Sala se l'alternativa non fosse di non fare nulla.
 

Sala ha quindi avanzato una proposta costruttiva: non votare in quella seduta il Regolamento, sentire la società incaricata Polab e poi, ricevuti gli opportuni chiarimenti, rimettere al voto il Regolamento nel prossimo Consiglio comunale. Sala, contestando l'accusa di aver estrapolato un articolo a caso, ha fatto notare che viene citato dallo stesso Regolamento e posto in cima ai riferimenti normativi presi in esame. "Per gerarchia delle fonti, fare un Regolamento per poi non poterlo usare, non mi sembra che abbia senso - ha insistito il capogruppo di Uniti per Lomagna - Però Polab è pagata per fare questo, approfittiamone. Almeno abbiamo le idee chiare. Ma così non ci sentiamo di votarlo. Non voglio dire che Polab non sappia fare il suo lavoro, ma le risposte che ha dato sono basiche, troppo sintetiche".


Molto scettico della versione di Sala si è dimostrato l'assessore Manganini, che pure sul contenuto non ha offerto una risposta. "Mi sembra strano che Polab abbia citato una norma e poi non abbia capito questa questione" ha replicato Manganini. Sala ha subito controreplicato dicendo che si tratta comunque di una domanda legittima. "Non riesco a capire come Polab possa aver fatto un errore del genere dopo aver scritto decine e decine di Regolamenti di questo tipo evadendo l'obiezione che fa lei. Non mi capacito che possa aver commesso un'ingenuità del genere".


Alle insistenze di rinviare il punto, la sindaca ha bisticciato con le parole ammettendo che destinando degli spazi alle antenne viene limitato che se ne generino degli altri. Che è appunto proprio ciò che la Legge dice che non attiene ai Comuni stabilirlo. "C'è un senso che ha spiegato Polab" ha tentato di spiegare Citterio.



L'unico a entrare nel merito alla critica evidenziata da Sala è stato il vice sindaco Stefano Fumagalli. L'ex primo cittadino ha fatto notare che il Regolamento cita effettivamente la Legge richiamata da Sala e viene riferito in un passaggio dei siti sensibili e dell'aree paesaggistiche d'interesse, per arrivare a motivare la scelta su cui si è ricaduti nell'individuazione delle zone di localizzazione delle antenne. "Non vedo nessuna contrapposizione, anzi viene sfruttata quanto detto nella Legge nazionale per poter identificare tutti i siti sensibili e dire che ce ne sono talmente tanti che conviene mantenere quei due punti per le antenne e non aggiungerne altri. Era l'obiettivo che ci eravamo dati: non espandere le antenne. Io sono pronto a votare questa sera il Regolamento, non vedo nessuna contrapposizione con la Legge 120".


La sindaca ha quindi colto la palla al balzo dicendo di mettere al voto il Regolamento, che è flessibile. "Nulla vieta di riportarlo poi in approvazione o in rettifica nel prossimo Consiglio. La volontà è di dotarsi di questo strumento, per quanto perfettibile". Citterio si è impegnata ad approfondire a Regolamento approvato e di riportare le conclusioni nel prossimo Consiglio. Alle votazioni, intanto, il Regolamento è passato nonostante i quattro contrari della minoranza.
M. P.
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