Verderio: a processo per furto di soldi in azienda e minacce

Sotto delle grandi scatole nel  magazzino della sua azienda aveva nascosto qualche migliaio di euro che utilizzava d'abitudine per l'acquisto di merci e materiali. Di quel nascondiglio ne era a conoscenza anche il padre e, qualche giorno prima dei fatti, lo aveva scoperto anche l'imputato, dipendente dell'azienda. Dettaglio questo che, assieme alla statura e all'andatura riprese dalle telecamere, avevano fatto cadere su di lui i sospetti, poi trasformatisi in una querela per furto e minacce.
Teatro del presunto  episodio criminoso un capannone di Verderio dove ha sede una società che si occupa della manutenzione e creazione di aree verdi.
In aula questa mattina è comparso il legale rappresentante che ha riferito i fatti risalenti al 2020 e cioè quando tornando al mattino al capannone aveva trovato il vetro di una finestra infranto e spariti i soldi, circa 7.500 euro nascosti sotto gli scatolini e necessari per alcuni acquisti. Le telecamere interne avevano ripreso un giovane alto e magro, con un'andatura particolare che lo aveva subito ricollegato al dipendente con il quale qualche giorno prima aveva avuto uno "scambio di vedute" sull'uso particolarmente prodigo che faceva del suo stipendio. "Era figlio di un conoscente di famiglia" ha riferito in aula il querelante "che ci aveva detto come l'odierno imputato spendesse in pochi giorni lo stipendio che riceveva. Allora gli ho parlato dicendogli che certi comportamenti non mi piacciono, lui mi ha risposto che la sua vita privata è affare suo. Quando è successo il furto non gli ho detto nulla delle telecamere, lui poi ha terminato il lavoro con noi e poiché non mi aveva ancora ridato le chiavi del capannone, gli ho scritto e l'ho chiamato più volte. Allora lui mi rispondeva via messaggio ed è lì che mi ha minacciato, così l'ho denunciato".

L'udienza per l'audizione dei restanti testimoni, dell'imputato e per l'eventuale discussione ès tata fissata per il 13 ottobre.