Merate incontra l’autore/15: Gaetano Ornaghi presenta ''Una croce nella valle''

È una vera e propria passione per la cultura celtica e l'Irlanda quella che accomuna i fratelli monticellesi Renato e Gaetano Ornaghi. Se il primo infatti ha pubblicato un disco contenente 18 canzoni della tradizione popolare irlandese tradotte in dialetto e il giorno di San Patrizio si è esibito in piazza Prinetti a Merate, il secondo, Gaeatano, ha scritto addirittura un libro che racconta del passaggio dei Celti per il nostro territorio, e più in particolare a Missaglia.

Gaetano Ornaghi



Nel pomeriggio di sabato 13 maggio Gaeatano Ornaghi, accompagnato dal fratello Renato, ha presentato "Una croce nella valle", volume edito dall'Opificio Monzese delle Pietre Dure, presso la biblioteca civica, nell'ambito della rassegna "Merate incontra l'autore". La valle a cui fa riferimento l'autore nel suo libro è Valle Santa Croce, nei pressi di Missaglia e vicina alla Valle del Curone. "È una valle chiusa e isolata in mezzo alle colline, un tempo era difficile entrarvi, ora però c'è una strada asfaltata" ha raccontato, spiegando di averla frequentata molto da piccolo poiché aveva dei parenti che abitavano lì, in una cascina. 

L'assessore Fiorenza Albani

"Mi ha sempre colpito come posto, perché mi dava un senso di pace e serenità. Si tratta di un anfiteatro di colline che chiude il nucleo della valle, al cui interno si trovano quattro case e una chiesina intitolata alla Santa Croce" ha continuato Ornaghi, spiegando che ciò che l'ha ispirato e portato a scrivere il libro sono proprio i misteri che avvolgono quest'ultima. "È una chiesina rurale e la sua particolarità è il fatto che non è intitolata a un santo, ma a un evento, ovvero quello dell'invenzione della Santa Croce, una festività che cadeva il 3 maggio e che fino al 1800 circa è stata festa di precetto, molto sentita". Ornaghi, ormai anni fa, ha iniziato quindi a fare ricerche presso le biblioteche per scoprire la storia della chiesina in quesitone e ha iniziato ad abbozzare quello che ora è un libro fatto e finito.

 

 
"Le informazioni sulla sua storia sono poche, ma la chiesina risulterebbe citata già da Goffredo da Bussero in un testo del 1200. Inoltre c'è una leggenda secondo cui sarebbe stata fondata da un cavaliere crociato tornato da Gerusalemme con un chiodo della crocifissione" ha spiegato Ornaghi, proiettando immagini della chiesa stessa. "I proprietari sono i conti Sormani di Missaglia, che negli anni l'hanno ristrutturata, anche se ora è chiusa e non si può più accedere". 

Ad aver visitato la chiesa prima che venisse chiusa però sarebbe stato anche lo storico Virginio Riva di Pagnano, il quale avrebbe notato che su una delle colonne di arenaria all'esterno della chiesa la scritta etrusca "viop sil". Ma che cosa ci avrebbero fatto gli etruschi nell'odierna Missaglia? Ornaghi ha spiegato che dagli studi condotti la scritta risalirebbe sesto o settimo secolo Avanti Cristo e sarebbe da leggere come un segno di devozione fatto in epoca preromana, probabilmente delle popolazioni Insubre derivate dai Celti che vivevano nel territorio. Secondo le sue ricerche nella chiesina sarebbe stata adorata Belenus, divinità celtica della luce, e per gli Insubri sarebbe stata un luogo importante, soprattutto per i druidi. "La valle è perfetta per guardare il cielo e di conseguenza per l'astronomia, una materia che gli insubri conoscevano, visto studiavano il passare del tempo osservando le stelle". 

Renato Ornaghi

L'autore ha lasciato quindi gli ospiti rapiti dalla curiosità e affascinati da quella che, secondo i suoi studi ma con buona probabilità, sarebbe la storia che si cela dietro la valle e la sua chiesina. "I nostri territori sono pieni di storie e leggende che meritano di essere approfondite, studiate, raccontante e tramandate" ha concluso il fratello Renato. 

Prossimo appuntamento sempre alle 16.30 con Silvia Schenatti
E.Ma.
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