Il sig. Giovanni e il predicare al vento
Caro sig. Giovanni, quanto lei esprime in tema sanità lombarda e annessi è certamente vero, se non ci fosse nel suo scritto quel difetto che lo accompagna e che sa tanto di possibile rassegnazione. Da quanto lei scrive (pur non firmandosi per intero) non sembra sia nelle sue intenzioni, ma potrebbe suonare tale.
Invece io penso che la "partita" non sia solo prendere atto da che parte penda la bilancia elettorale ogni tot anni ma è anche, e vorrei dire soprattutto, quanto si riesce a mettere in campo durante il mandato. Si chiama Partecipazione Attiva da parte dei Cittadini ed è l'unica che dà veramente piena applicazione al termine Democrazia. E purtroppo è questo modo parziale di intendere la Cittadinanza e la Politica (quella con la P maiuscola e non quell'obbrobrio a cui la stanno spesso riducendo gran parte degli attuali partiti) che indirettamente "incoraggia" comportamenti "disinvolti" di chi, una volta eletto o incaricato, si ritiene al riparo anche dal semplice controllo popolare. E che, non poche volte, non ritiene nemmeno di rispondere alle giuste richieste di informazione e trasparenza. Un atteggiamento "passivo" dei cittadini elettori che insieme a quello della "delega incondizionata" agli eletti è purtroppo molto diffuso tra gli Italiani. Lo stesso che purtroppo porta molti "autolesionisti" a non votare. Quindi caro Giovanni, diamoci da fare tutti e perlomeno non lasciamo soli quelli che provano doverosamente a svolgere un'azione di controllo e stimolo sulle nostre Istituzioni, in qualunque ambito operino. Ed è questo il modo anche per riconoscere, quando ci sono, i meriti di chi a vario titolo ci rappresenta o ci dovrebbe rappresentare ma anche le perlomeno apparenti contraddizioni che necessitano di un franco e costruttivo confronto. Il tutto non lasciandosi sopraffare dal sentirsi un "rompiballe" che è spesso il miglior modo che hanno gli "intoccabili", ma anche gli "ignavi", per strumentalmente "bollare" chi è mosso semplicemente dalla ricerca del giusto. Senza pregiudizi d'appartenenza ma nemmeno succubi dei "potenti" di turno.
Germano Bosisio